Fuga

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Eveline's pov
Non appena vedo Chris abbassare l'arma, sono consapevole di star per svenire. Ho il volto completamente ricoperto di schizzi di sangue, così come il mio splendido vestito: in mano reggo la chiavetta USB che stavo per porgere a quel ragazzo e, qualsiasi cosa mi stia dicendo il mio amico, la sto a malapena sentendo.
Le orecchie mi fischiano incessantemente e riesco a percepire solamente l'eco dei miei respiri: con gli occhi ancora pieni di lacrime fisso il corpo senza vita davanti a me e non mi capacito di tutto ciò che sia appena successo
-Evelin, nam nuzhno uyti (Eveline, dobbiamo andarcene)-
Will, devo trovare Will. Se il compare di Erik dovesse sapere del suo omicidio, lo ucciderà immediatamente. Senza che neanche me ne renda conto, il mio amico, rigorosamente con le mani coperte da spessi guanti neri, mi prende la chiavetta di mano per poi posizionarla a pochi millimetri da quella del ragazzo morto, a terra
-Will..-
balbetto rimanendo completamente impalata. Non voglio sapere se è ancora vivo, non ne ho il coraggio. Prima ancora che riesca ad alzare lo sguardo dal cadavere che giace a poca distanza dalla scrivania, mi arriva uno schiaffo così forte nella guancia destra da farmi girare completamente il volto. Con la mano ancora a mezz'aria, Chris, senza mezzi termini, ringhia
-Ty dolzhen byt' chertovski reaktivnym (Devi essere reattiva, cazzo)-
E, senza darmi neanche il tempo di replicare, mi dà una pistola che io, in parte ripresa dallo shock, afferro. Dal peso dell'arma potrei dire che è ancora carica, eppure, non ho neanche la forza di mettere il colpo in canna: sono talmente sconvolta che non riesco a smettere di piangere e il panico è così lancinante che credo di poter morire di crepacuore da un momento all'altro
-ty sil'nyy, tebe ne nuzhno plakat'. ty ne mozhesh' sebe etogo pozvolit' seychas (tu sei forte, non devi piangere. non puoi permettertelo adesso )-
Chris mi urla vicino ad un orecchio con tono infuriato: so che lo sta facendo per farmi riprendere, ma non riesco a muovermi.
Non qui, non adesso. Non posso avere un crollo ora.
Il corpo non risponde più ai miei comandi e il battito del cuore è così forte che sembra squarciarmi i timpani
-Eve, Cristo Santo-
Quella voce.
Alzo gli occhi di scatto e, non appena ne incrocio un paio verdi, pieni di terrore ma anche di vita, faccio un verso strozzato mentre, solo adesso, sembro essere tornata a respirare davvero. Will è vivo
-Dobbiamo andare, adesso. Ragazzo, tu prende questa-
Il mio amico gli lancia la sua arma, appena ricaricata, che prontamente William afferra; Chris, invece, impugna un coltello nascosto negli anfibi neri
-Ma come hai...-
prova a chiedere il ragazzo ancora sulla soglia della porta: non so come abbia fatto ad arrivare qui, ma adesso sono certa che Christopher è il mio angelo custode
-No tempo. Se qualcuno intralcio, noi uccidiamo: bambino, donna o vecchio. Dobbiamo andare prima che loro trova noi qui-
-Sapeva chi ero. Sapeva cosa fossimo venuti a fare. Sapeva dove avremo mandato i soldi-
Balbetto. Se tutto questo lavoro si rivelasse inutile, saremmo punto e a capo. La sola idea di ricominciare le ricerche e di essere di nuovo rinchiusa in quella casa mi fa contorcere le budella.
Il mio compagno prende un telefono strano in mano, probabilmente un usa e getta, e con un cenno del capo ci invita ad uscire dalla porta: come sempre, lui mi coprirà le spalle. Non ho la più pallida idea con chi stia parlando ma, non appena Will varca la porta dell'ufficio, la mia mente si resetta completamente: carico la mia arma e, con uno strappo netto al vestito, taglio il pezzo di gonna che mi intralcia la camminata. Magari se è davvero scoppiato un incendio la getterò in mezzo alle fiamme, in caso contrario, legherò il pezzo di stoffa a qualche parte del corpo e lo brucerò una volta al sicuro. Nessuno deve sapere che io sono stata in quell'ufficio, e tanto meno che ho avuto quella chiavetta in mano. Se tutto è andato come previsto, non ci sono le mie impronte nè sull'oggetto, né all'interno della camera, e tanto meno quelle di Chris: abbiamo usato dei guanti che non dovrebbero lasciare la minima traccia; io quello trasparente, messo non appena il mio aguzzino stava chiudendo la porta, e il mio amico, beh, lui li ha sempre avuti, credo.
Non appena davanti a Will si para un omone alto e tarchiato, non esito un secondo prima di sparargli dritto in mezzo agli occhi. Il cadavere della guardia cade a peso morto e un terrificante rumore di ossa rotte mi fa vibrare lo stomaco: l'odore del sangue, che esce copioso dalla ferita, mi inonda le narici mentre, spedita, sorpasso il ragazzo dagli occhi verdi
-Non esitare, mai-
Sibilo mentre con la coda dell'occhio vedo Chris tagliare la gola a un inserviente che lo stava inseguendo. Paulo avrà un bel po' da fare per ripulire le telecamere dalle nostre tracce. Per agevolarlo, ripercorro strategicamente il percorso indicatomi dal ragazzo biondo, nel nostro viaggio di andata: nel tragitto mi aveva infatti fatto presente come, se avessi seguito i suoi passi, saremmo passati da tutti i punti ciechi delle telecamere. Spero di non sbagliarmi.
Arrivati al piano inferiore la situazione è ancora più caotica e i dispositivi antincendio, oltre a spruzzare acqua a cascata, emettono una sorta di polvere bianca: credo sia il liquido che è contenuto anche negli estintori. Fortunatamente questo ci dà un po' di vantaggio e, cercando di passare inosservati (per quanto possibile, essendo riempita di sangue), ci dirigiamo a grandi passi verso l'uscita. Qui è essenziale cercare di non uccidere nessuno, almeno con le pistole: il rumore attirerebbe troppa gente curiosa. Nel grande salone si propagano urla di madri in cerca dei figli e istruzioni della sicurezza sulla corretta evacuazione: per un momento mi perdo nel vedere una madre spaventata abbracciare il suo bambino e correre fuori dalla porta.
Improvvisamente vado a sbattere contro una donna, certamente più grande di me, di cui a malapena riesco però a distinguere i lineamenti: so solo che, volendo o meno, ha gettato a terra la mia arma, facendola rotolare chissà dove nel salone
-Mi scusi, ha visto mio figlio? è un bambino moro con una camicetta rossa-
Ha i capelli biondo scuro e gli occhi di un verde mozzafiato: le labbra sono appena imbronciate mentre mi parla nella disperazione, ed io non posso fare a meno di pensare di averla già vista da qualche parte. Dovrei ucciderla, adesso: mi ha vista e potrebbe riconoscermi in volto, ha sicuramente notato il sangue sul mio vestito, eppure...esito. Sta solo cercando il suo bambino
-No. Mi dispiace-
Rispondo sbrigativa per poi andarmene. Chissà se quella donna è consapevole che le ho appena risparmiato la vita.
Non appena usciamo, una decina di guardie, notando il sangue sui nostri vestiti, ci viene incontro con le pistole puntate dritte su di noi: cazzo.
Senza pensarci, sia io che Chris, corriamo verso di loro. Lui, magistralmente, si difende contrattaccando con il suo pugnale e combattendo con cinque uomini diversi: a quella distanza ravvicinata e con i movimenti fulminei del mio compagno, gli addetti alla sicurezza non possono far altro che rispondere con il corpo a corpo, se non vogliono rischiare di ammazzarsi a vicenda . Will, dal canto suo, è riuscito a disarmare due uomini che lo stavano per attaccare e, anche se non so il motivo, riponendo la pistola, inizia a pestarli: sono pugni da rissa nel bar ma, evidentemente, stanno facendo il loro effetto. Davanti a me, invece, i restanti tre uomini: senza esitazione, con due colpi secchi del piede mi sfilo i tacchi e, invocando una preghiera silenziosa, vado alla carica.
Salto immediatamente al collo di una guardia e le altre, rischiando di colpire il compagno, abbassano la pistola e vengono come degli stalloni impazziti verso di noi: immediatamente tutti gli insegnamenti ricevuti nel corso degni anni riemergono nella mia memoria e, con un colpo secco, sento l'osso del collo dell'uomo sotto di me spezzarsi.
Salto giù da lui prima che il cadavere cada come un sacco di patate a terra e, non appena vedo il suo compagno impugnare l'arma, mi abbasso un secondo prima dello sparo. Senza guardarmi indietro, parto alla carica di quel figlio di puttana e, non appena sta per indirizzarmi il secondo colpo, scivolo a terra colpendogli con il ginocchio la giuntura della gamba. Il contraccolpo mi fa tremare tutte le ossa ma, come previsto, l'uomo perde l'equilibrio cadendo a terra: mi posiziono dietro di lui e, senza neanche dargli il tempo di reagire, con la mano sulla sua, gli punto l'arma sotto il mento.
Il rumore è quasi infernale quando, premendo con il suo dito sul grilletto, gli faccio saltare la testa. Sento le sue cervella appiccicate sulla guancia e mi trattengo per reprimere un conato di vomito.
La mia esitazione è fatale e riesco a spostare leggermente la testa poco prima che il proiettile venga sparato dall'altra guardia: i miei riflessi mi hanno salvato la vita, ma la pallottola ha creato una notevole ferita proprio al lato del collo. Sento il sangue iniziare a scendere copioso e, con un urlo carico di rabbia (sempre impugnando l'arma con la mano dell'agente morto sotto di me), gli sparo dritto alla gola. Il rumore dell'uomo che si regge la ferita, cercando come di non lasciare che la vita abbandoni il suo corpo, è al limite del vomitevole: rantola verso di me per qualche secondo, soffocando nel suo sangue, prima di morire definitivamente.
Sento il collo andare in fiamme e mi rendo conto di perdere una copiosa quantità di sangue, ma mi impongo di girarmi: noto che Will ha atterrato un uomo, anche se non sembra essere morto, e l'altro, proprio mentre mi giro, viene colpito in fronte dal pugnale che Chris gli ha lanciato a metri di distanza.
Solo il silenzio precede il rumore di gomme sul ghiaino: Cameron è arrivato con una macchina, se non sbaglio una della compagnia, proprio davanti a noi. Riprendo i tacchi e, esasperata, tiro un sospiro di sollievo mentre realizzo che questa notte infernale è terminata.

-ostavaysya na meste, inache budet yeshche bol'neye (stai ferma, altrimenti ti farà più male)-
Borbotta Chris mentre, durante il viaggio di ritorno, mi dà qualche punto di sutura sul collo: sicuramente non ha la mano esperta di Penny, la ragazza che nella compagnia è solitamente addetta a questo genere di cose, però si è ritrovato talmente tante volte in situazioni del genere che oramai ci ha preso la mano
-Cristo santo Ev-
Borbotta William pallido in volto: non avrei mai voluto fargli conoscere questa parte di me, eppure io sono anche questa. Una bambina che è sempre stata addestrata ad uccidere, se necessario. Probabilmente se lui e i suoi fratelli non mi avessero colto di sorpresa un anno fa, avrei ammazzato anche loro
-Mi dispiace-
Sussurro mentre sembro realizzare solo adesso che lui è vivo: proprio qui, davanti a me. Nello studio di Garcia io ero veramente convinta che non l'avrei più rivisto. Una patina lucida mi offusca appena la vista e noto lo sguardo di Chris indugiare appena su me e l'altro ragazzo, prima di rimettersi a lavoro
-Ti ha fatto del male? Ti ha toccata?-
Will si irrigidisce palesemente nel pormi quella domanda e anche il mio amico smette momentaneamente di cucirmi i lembi di pelle aperta
-No-
Dico convinta per poi ricevere un trattamento più burbero sul mio collo
-Tu poteva reagire. Tu sa come difendersi. Ma tu hai ceduto al panico-
Chris mi rimprovera in modo così burbero, almeno ad occhi esterni: solo io so percepire l'amore e il dolore che lui sta provando nell'avermi saputa sul punto di morire. Mi irrigidisco visibilmente mentre, con sguardo lesto, do un'occhiata a Cameron alla guida del van
-Io...-
Mi inumidisco il labbro mentre punto gli occhi direttamente in quelli di William, seduto esattamente davanti a me
-Avevano Will sotto tiro-
Sussurro, quasi vergognandomi di aver messo a repentaglio la mia vita per salvare la sua. Lui si limita a fissarmi, ci guardiamo per una quantità di tempo tale che potrebbero essere passati 5 secondi come 5 anni. In questo momento esistiamo solamente noi due, non ci sono nè Chris nè Cameron: siamo solo io e Will, circondati di parole non dette e di sentimenti inespressi. Non appena avevo creduto di essere spacciata i miei pensieri erano andati a lui per primo: era a lui a cui volevo chiedere scusa per il tempo che non avevamo avuto, con lui che avrei voluto passare i miei ultimi momenti. Sarei morta più serenamente, sapendolo in salvo, e lo stavo per fare. Nei suoi occhioni verdi risplendono parole trattenute dall'orgoglio e uno stupore che gli fa appena vibrare le iridi colorate. Vorrei tanto baciarlo in questo momento, vorrei sentire il suo calore su di me e addormentarmi in quella prigione di muscoli e cocciutaggine
-Perché sei venuto qui, Chris?-
Cameron interrompe l'atmosfera surreale che si era creata nell'abitacolo e, immediatamente, riporto l'attenzione sul mio amico
-Questa storia non ha convinto da inizio. Tutto troppo facile. Ho provato a dire a Josh ma lui cocciuto come un mulo: così io ho riscosso un debito con un vecchio amico che lavorava lì. Mi ha dato suo cartellino, uniforme e pistola...-
-Credo di averlo visto, nel cortile-
Risponde Will interrompendolo. Mentre la mia ferita viene finita di medicare, alzo appena un sopracciglio
-...già, lui era lì. Ma non aveva ruolo così importante. Io non poteva entrare nell'ufficio. Quando però allarme è scattato io ero proprio lì vicino e ho chiesto a uomo di sicurezza di darmi le password di ufficio per andare ad avvertire le guardie dentro. Ho usato scusa che la stanza era insonorizzata e isolata e che nessuno dentro avrebbe sentito l'antincendio. Il mio amico dirà che ha beccato biondo a rubare soldi di capo e che gli ha sparato: le morti di altre persone saranno colpa di biondo, per Garcia-
Quando mi viene dato l'ultimo punto tiro un sospiro di sollievo e mi giro a guardare il mio amico che, con le mani sporche di liquido cremisi, ripone gli oggetti utilizzati nel kit di pronto soccorso
-Ma i soldi..-
Borbotto, ma lui mi interrompe porgendomi una sigaretta che, immediatamente, afferro e accendo
-Io chiamato Paulo quando noi usciti da ufficio. Lui ha trovato sistema di far fare blackout a telecamere, con scusa di allarme antincendio, e ha spostato subito i soldi. Garcia no saprà che noi era lì e  il compagno di uomo biondo non è stato veloce a prendere denaro: adesso non saprà più dove trovarlo-
Racconta Chris aspirando, in contemporanea con me, una grande boccata di fumo
-Tra paio di giorni Paulo potrà prendere i soldi...-
Sussurra con la sigaretta che pende dalle labbra mentre si sofferma un attimo di troppo a squadrare Will
-...e sarà tutto finito-
Conclude il mio amico guardando fuori dal finestrino.
Non riesco a posare gli occhi sul ragazzo davanti a me mentre realizzo tutto ciò che è accaduto: già, sarà tutto finito.

Skull        (Dormer's series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora