13. Lisa e Patricia

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"Things get damaged

Things get broken

I thought we'd manage

But words left unspoken

Left us so brittle

There was so little left to give"

"Le cose si danneggiano

Le cose si rompono

Io credevo che noi saremo riusciti a controllarle

Ma le parole non dette

Ci hanno lasciati cosi fragili

c'era rimasto così poco da dare"

-Depeche Mode-

Lisa

Non riesco ancora a riprendermi emotivamente dopo quello che è successo con Colin. Neanche stare con Jim aiuta, che finalmente, è riuscito a riprendersi quasi del tutto dai suoi problemi fisici. Presto tornerà a scuola, e io continuo a lavorare a giorni alterni al club, ma non basta.

Senza i soldi del lavoro di Jim è tutto più difficile. Sono stata costretta di nuovo a rubare in un supermercato, facendomi quasi arrestare. La mia persona non passa inosservata purtroppo, cosa indispensabile per le rapine.

Mio padre ormai torna solo a casa per mangiare il nostro cibo, e va subito via, passando le giornate in qualche casa abbandonata a strafarsi con i tossici. Lo vedo aggravarsi sempre di più , ogni giorno che torna a casa sta peggio. Non credo che di questo passo vivrà per molto. Non sarà il padre migliore del mondo, ma è comunque parte della famiglia, e mi dispiacerebbe se dovesse succedergli qualcosa di brutto. Non si augura il male a nessuno, a parte a quegli stronzi che hanno fatto del male a Jim, loro possono crepare in pace, per quanto mi riguarda.

Guardo Gigi che controlla scrupolosamente quali alcolici ordinare dietro il bancone del bar osservando la lunga fila di bottiglie poste sulla mensola.

"Lisa, non lavori oggi."

"Lo so," picchietto le dita sul marmo grigio "Mi chiedevo se potessi avere qualche giorno in più di quelli che già faccio."

Poggia la lista sul bancone, mettendo le mani sui fianchi rotondi.

"Non lo so Lisa," scuote la testa, sbuffando "Va bene, stasera ci saranno parecchie persone e una delle cameriere è malata. Te la senti di servire ai tavoli?"

Questo vuol dire indossare uno di quei costumini terribili che danno in dotazione. Top cortissimo e pantaloncini verdi, disegnati, appena coprenti. Non mi piace per nulla l'idea di mettermi in mostra davanti a degli sconosciuti, ma non credo di avere scelta. Non lo dirò a Jim, comunque.

"Si, va bene." 

Alle sette in punto torno al club, e Maire mi accompagna negli spogliatoi dandomi il maledettissimo completino. Le altre ragazze hanno tutti seni prosperosi e forme già da donna, io sono magrissima come una bambina di undici anni.

Ennesima situazione in cui sentirsi inadatta.

Mi soffermo a guardare Farah che balla sul palco. Sembra così sicura di sé, così forte, così bella. Fa questo lavoro per crescere la sua piccola. 

Non siamo bravi ragazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora