"I can't seem to face up to the facts
I'm tense and nervous and I can't relax
I can't sleep 'cause my bed's on fire
Don't touch me, I'm a real live wire"
"Non riesco ad affrontare la realtà
Sono teso e nervoso e non riesco a rilassarmi
Non riesco a dormire perché il mio letto è in fiamme
Non toccarmi, sono davvero sotto tensione"
-Talking Heads-
Lisa
Jim è appena uscito per il suo primo giorno nella nuova scuola. Gli ho augurato tutta la fortuna possibile, sperando che sia la volta buona, e che non capiti di nuovo un episodio come l'ultimo. Si è ripreso del tutto, non ha neanche piu bisogno delle stampelle per sorreggersi, e non potrei essere piu felice di ciò.
Sono in preda alla mia routine mattutina. Doccia fredda, fagioli e tv.
La sopravvivenza, la mia sfida quotidiana.
Non sono riuscita a dirgli di cosa è successo al locale, fa male persino a me parlarne, immagino cosa potrebbe suscitare in lui, e non voglio più vederlo triste.
Eppure, non riesco a farmi scivolare addosso le loro cattive parole, come quello che ho sentito colpendoli, quella rabbia, che mi ha fatta sentire così bene.
Chiudo gli occhi, pensando a quel momento, e a come per una volta, non mi sia sentita meno degli altri.
Raggiungo i mobili della cucina, aprendone un paio fino a quando non trovo quello che cercavo, il coltello che mio padre usava per farci del male quando si arrabbiava. È perfetto per le mie intenzioni.
Felpa con cappuccio, coltello nella tasca e tanta rabbia. Sono pronta, arrivo stronzi.
So dov'è la vecchia scuola di Jim, e sono più determinata che mai a vendicarmi per lui.
Cammino per le strade di Detroit, il campo di battaglia che accompagna le nostre vite. Fumo, sporcizia, persone degradate. È peggio di quello che si aspetti, soprattutto in alcuni quartieri, ma non importa. Oggi mi sento padrona della mia vita.
'IO NON HO PAURA' lo ripeto così tanto fra me, che inizio persino a dirlo ad alta voce.
Mi chiedo dove sia Colin, se sarebbe stato dalla mia parte in questo momento, se mi avrebbe accompagnata in questa contorta avventura. Forse si, o forse avrei solo confermato il mio essere pazza.
No Jim, non sono speciale. Non c'è nulla di meraviglioso in quello che sto pensando adesso.
Mi ritrovo davanti a quel posto maledetto, il cortile della sua vecchia scuola. I ragazzi della mia età vivono le loro giornate in modo così diverso dal mio. Sono insieme, magari in gruppi, ma mai soli, o almeno all'apparenza.
Penso spesso a come sarebbe stato se avessi potuto farlo anche io, se mio padre non fosse stato così meschino nelle sue scelte da non lasciarmi frequentare la scuola. Jim lottò, ma non c'era modo di fargli cambiare idea, lui decideva per noi, pur non avendo nessun diritto di farlo, dato che non c'è mai stato per nulla se non per quello.
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Non siamo bravi ragazzi
RomancePer chi è caduto, ma vuole rialzarsi. «E no caro Bowie, non saremo eroi, neanche per un giorno» «Detroit non è una fiaba in cui il bene trionfa» «Sbandato, incontrollabile, fuori di testa, perso, senza speranze, incontenibile, squilibrato. Così è co...