25. Justin e Lisa

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"Un legame macabro stringe due storie che si chiudono
I cancelli del giardino di rose annaffiate dal sangue
D'ora in poi resteranno serrati per sempre
Nel ventre il seme della follia riposa male
Non trova pace, ritornerà a perseguitare"

-Il giardino degli Dei-

Se non la conoscete o il rap non fa per voi, vi consglio almeno di leggere il testo di questa canzone, che ha davvero tanto da dire :)


Justin

Vivere a Detroit è difficile, non hai un momento per te stesso, è caotica, è complessa, ti assorbe del tutto.

Questo è uno dei motivi per cui mi sono creato il mio angolo di paradiso, la mia palestra.

Ho iniziato a praticare la boxe da adolescente. All'inizio erano perlopiù incontri illegali o non professionali, ma ho notato quanto mi aiutasse a liberarmi dai pensieri.

Sin dall'apertura, mi sono accorto di non essere l'unico a cui piacesse. Tanti altri venivano lì per comprendere questo sport, per capire come eseguirlo senza farti del male.

Non basta ritrovarsi davanti ad una persona e decidere di colpirla, c'è una tecnica, come posizionare il polso nel momento in cui sferri il colpo, in modo che non si sloghi, o peggio, spezzi. Questi sono gli errori che fa chiunque non ha mai fatto boxe, facendo più male a sé stessi che alla persona che hanno davanti.

Ho sempre molto di cui tener conto durante le mie giornate. Devo pensare a Maurtis, al lavoro, a sistemare i problemi che ci sono in giro, e non da meno, quelli che crea Bradley. Ecco perché, alle volte, lascio tutto per poter andare nella mia palestra, passando dei momenti in tranquillità, prendendomela con il sacco piuttosto che con la gente. Sfogo così tutta la mia rabbia repressa.

Non cambia il fatto che tutto avrei immaginato, tranne che ritrovarmela lì.

Dopo essere andato a Chicago ho avuto tanti impegni, così tanti da non potermi fermare neanche un'ora per andare da lei, guardare il suo viso, come sono abituato a fare, anche da lontano.

Max, il ragazzo che gestisce la palestra, mi ha chiesto di passare in mattinata per regolamentare i conti, un compito che posso svolgere solo io. Quindi, dato che ero lì, ne ho approfittato per prendermi il mio momento prima del previsto.

Proprio prima di andare via, intravedo una chioma rossa vicino all'entrata, accorgendomi della sua presenza. Parla con Walter, un ragazzo che frequenta spesso la palestra.

La raggiungo subito, senza pensarci due volte.

"Cassie."

Non posso resistere dall'avvicinarmi a lei, lasciandole un bacio sulla guancia.

"Cosa ci fai qui?" le chiedo, sotto lo sguardo attento di Walter.

Lei sembra nervosa, mette le mani nelle tasche, guardandosi attorno, in alto, in basso, verso di me e verso Walter, che ci fissa senza dire nulla.

"Vieni," le dico, mettendole una mano sulla spalla e accompagnandola nel mio ufficio.

Ho notato il suo imbarazzo. Non ci siamo mai fatti vedere in giro assieme, ancora, ma dopo quello che c'è stato, almeno da parte mia, non è un problema. Credevo che Cassie avesse accettato chi sono, vedendomi per come sono con lei e non per come la gente parla di me.

Non siamo bravi ragazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora