Capitolo 5 - Vuoto

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Raccontai tutto a Ally. Lei mi ascoltò in silenzio, seria come non l'avevo mai vista. Alla fine del racconto della mia serata, sbottò: "Se si comporta così, non ti merita affatto, quel deficiente. Non pensarlo neanche un secondo, non sprecare nemmeno un istante per lui. Tu vali molto di più. Non lasciare che ti rovini la vita."
Mi abbracciò calorosamente.
"Ti voglio bene, Ally" le bisbigliai, il volto affondato nei suoi capelli profumati e setosi "Ma il problema è che a me lui piace veramente, come non mi è mai piaciuto nessun altro" Soffoca un singhiozzo. Lei si morse il labbro e mi guardò con gli occhi lucidi. Si dice che i gemelli spesso provano i sentimenti dell'altro. Non so se sia vero, ma io in quel momento vidi la sofferenza negli occhi di Helen.
"Anche io ti voglio bene, Jess, ma... NON-DEVI-ASSOLUTAMENTE-PENSARE-A-LUI!" scandì lentamente nel mio orecchio "Capito?"
Annuii in silenzio.

Fu più facile a dirsi che a farsi. Il suo volto compariva nei miei sogni; il suo pensiero mi tormentava; se prendevo in mano la penna, scrivevo solo di lui; se chiudevo gli occhi, potevo immaginare lui chino su di me per baciarmi.

Ally provò in tutti i modi ad aiutarmi a dimenticarlo. Organizzava attività di tutti i generi, sa giornate di cucina a cucito, da esercizi ginnici a giochi da tavolo, per distrarmi. Eppure io lo pensavo in continuazione, anche quando vedevo l'arrosto bruciare, anche quando tirando un filo disfacevo tutta la sciarpa appena cucita, anche quando facevo le flessioni nel giardino, anche quando ragionato sulla prossima mossa a Monopoli. Sempre.

Un giorno, leggendo di un bellissimo ragazzo che viveva mille avventure con la sua ragazza, immaginai fossimo io e lui.

Poi, non riuscivo a dimenticare la sua promessa, le parole sussurrate a tavola, prima della fatidica telefonata: "Un giorno andiamo via insieme, ti farò divertire un mondo, ti organizzerò delle cose che ti faranno rimanere a bocca aperta e ti farò conoscere i miei amici, la mia famiglia."
"Quando?" gli avevo chiesto.
"Quando vuoi tu, sei tu la regina del mio cuore e scegli tutto tu. Farò quello che vorrai per te. Domani, dopodomani, fra una settimana o anche subito, ora. Per te sono disposto a tutto." mi aveva risposto.
Poi il telefono era squillato e... era scoppiato il putiferio.

Dopo quei pochi giorni belli alla follia, ritornai alla mia vita normale, che ormai mi sembrava noiosa. Certo, non avevo fatto niente di che con lui, semplicemente mi ero sentita libera, solo me stessa. Avevo provato l'ebbrezza della fuga, senza essermi mai allontanata dal paese. Era stato lui a farmi provare tutto ciò. Solo lui.

Arrivarono anche i miei fratelloni, un pomeriggio. Appena vidi Josh, mi buttai fra le sue braccia. Lui non mi avrebbe mai abbandonato, lo vedevo dal suo sguardo. Anche Ben fece un sorrisone nel vedermi. Finalmente la famiglia era riunita, erano tornati anche gli altri due maschi di casa.

Eppure non riuscivo ad essere veramente me stessa, mi sentivo vuota. E percepivo anche il vuoto attorno a me, senza le sue risate e i suoi baci. Ormai anche gli altri si erano accorti che non andava tutto bene come mi ostinavo a ripetere. La mamma, Ricky, Lucy e Ben non dissero niente, mi lasciarono in pace, come volevo. Invece Josh no. Mi voleva troppo bene per poter accettare la mia tristezza.

"Che succede?" mi domandò schiettamente una sera, bloccandomi con le spalle contro il muro, per evitare che scappassi senza rispondere.
"Niente, Josh, tranquillo, è un periodo un po' no per me, capita a volte" ero stanca, non ne potevo più.
"No, Jess, stai mentendo, lo so che non è vero, ti conosco abbastanza ben da esserne sicuro al cento per cento" replicò con durezza lui.
"Senti, Josh, ho avuto un problema con un ragazzo, ma non importa, non puoi fare nulla e non voglio che tu faccia qualcosa, ok?" gli risposi.
Vedendo che stava per controbattere qualcosa, lo fermai e aggiunsi: "Fallo per me, Josh: non chiedere più nulla e lascia perdere, se non vuoi farmi soffrire ancora di più".
Lui, poco convinto, annuì e poi, prima di lasciarmi andare, disse ancora: "Però se hai bisogno di una mano o fu qualunque cosa, non hai che da chiedere, io sono qui, lo sai".
Io mi avvicinai a lui e lo abbracciai forte.
"Ti voglio bene, sorellina"
"Ti voglio bene, fratellone"

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SPAZIO AUTRICE:
allora, capitolo troppo corto, troppo lungo? Come vi sembra? Ci interessa la storia o è noiosa? Commentate, per favore, leggerò tuuuuutti i commenti e risponderò!
Grazieee♥

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