Capitolo 30 - Due ragazzi, una ragazza

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Jonathan's pov
Quella ragazza riusciva a farmi uscire di testa come poche, mio Dio. Non mi era mai capitata una cosa simile. Sempre e solo il contrario: io che facevo uscire di testa le ragazze.

Ma avevo capito fin dal primo momento che lei era diversa. Le ragazze venivano sempre e solo da me per farsi. Non a caso ero considerato il ragazzo più figo. Tutti mi invitavano alle loro feste, perché se c'ero io venivano anche un sacco di belle ragazze. Invece lei non aveva scavato dietro di me. Non mi aveva cercato per trascinarmi in un angolo sperando che io la guardassi almeno in faccia. Anzi, ero andata io da lei.

Perché era uno splendore.
Perché non c'era nessun ragazzo lì con lei.
Perché non mi aveva guardato come il ragazzo figo da baciare e basta, senza conoscermi prima.
Perché ero stufo delle solite put***e.
Perché era triste e sola.
Perché anche io ero triste e, dentro, nel profondo del mio cuore, solo.

E ora era scoppiata a piangere. Mi sentivo uno stupido, eppure volevo scoprire chi era veramente. Perché l'altra sera (Dio mio, era solo ieri sera) era malinconica. A che cosa pensava quando dicevo di deprimerci insieme. E che cosa la turbava ora.

Non mi piaceva vederla piangere, anche se appariva ugualmente bellissima. Sembrava semplicemente più fragile e più bisognosa di aiuto, di qualcuno che la aiutasse. E io volevo essere quel qualcuno. Dovevo esserlo io quel qualcuno.

"Sshh" le sussurrai, mentre le accarezzava il volto. Mi avvicinai di più a lei e la abbracciai. Appoggiò la testa contro il mio petto. Sembrava una bambina indifesa, in quella posizione.

"Perché, Jessica, perché?" le chiesi supplicante. Lei, per tutta risposta, singhiozzò.

Passai la mano su e giù sulla sua schiena, cercando di rassicurarla e lei si rilassò contro il mio corpo. Era meraviglioso stare così, con lei vicina.

"Va bene, Jonathan, te lo dirò, se proprio lo vuoi sapere, ma sarà una cosa dolorosa. Autolesionista, da parte tua" mormorò, con la bocca premuta contro la mia maglia.

"Dimmi tranquilla"
Iniziai a stringerla più forte. Ero contento di averla convinta.

"Dopo aver mangiato, John, ho fame" rise piano.

"Ok" risi anche io, anche se ero un po' deluso. Volevo sapere che cosa c'era che non andava, lo volevo sapere con tutto me stesso. Mollai la presa e lei si voltò, tirando su col naso e iniziando a masticare la pizza.

Sospirai e feci lo stesso. Il mio cuore ancora batteva rapidamente, per l'eccitazione di averla così vicina e per l'ansia di quello che mi avrebbe rivelato.

Tom's pov
Mi mancava. Terribilmente. Mi sarei strappato tutti i capelli e conficcato le unghie nella carne fino a farmi sanguinare, pur di riaverla vicina a me. Anche a lezione, non riuscivo a concentrarmi e, se prendevo una matita in mano, iniziavo a riempire tutti i fogli con il suo nome.

'Ti amo, Jess' pensai, quasi sperando che lei mi sentisse, che capisse quello che le stavo dicendo telepaticamente.

Ero in ansia. Avevo visto Susan, l'avevo chiamata al telefono per chiederle se potevamo incontrarci. Ci eravamo visti e avevo capito che anche lei era addolorata. Per il fatto della nostra storia insieme, ma anche per Jess.

Beh, che pensavo? Che fossi l'unico ad amare Jess? Chissà quanti ragazzi bramavano a lei... E chissà quanti ragazzi avrebbero potuto approfittare di lei, in questo momenti in cui eravamo lontani. In cui io non c'ero a proteggerla.

Susan e io ci eravamo organizzati. Ci sarebbe stata una festa e lei l'avrebbe convinta a venire. E a quella festa ci sarei stato anche io. Ci saremmo incrociati e avremmo parlato. Facile. Un piano infallibile.

Peccato che alla festa io l'avevo cercata per ore senza trovarla. Forse se n'era andata via subito dopo l'inizio. Perché appena arrivato, ero stato subito circondato da una marea di ragazze, carine sì, ma a me era importato solo di Jess. Pure alcune delle ragazze che si affollavano attorno a uno dai riccioli neri e gli occhi blu ci avevano provato con me. Ma poi ci avevano rinunciato ed erano tornate da quell'altro, che all'inizio era sembrato che desse loro corda, ma poi era sparito pure lui fuori. Forse neanche lui si divertiva troppo con uno sciame di ragazze stupide attorno. Forse stava cercando anche lui la sua Jess, una ragazza che sapesse renderlo felice come Jess aveva fatto con me. Una ragazza diversa dalle altre che sapesse far cambiare i suoi interessi: dalle put***e a lei, insomma.

L'avevo cercata ovunque, in tutti i piani dell'edificio, pure sulla terrazza. Ma lei non c'era. Avevo cercato allora di nuovo Susan, ma non avevo trovato più nemmeno lei. Probabilmente Suzy era impegnata con qualche ragazzo...

Allora la mattina le avevo telefonato e mi aveva dato la risposta peggiore che avrei potuto sentire... Jess non era tornata a casa, Susan le aveva telefonato ma non aveva risposto...

Allora avevo chiesto a Susan di trovarci di nuovo, allo stesso bar dell'ultima volta...

Ero lì che mi trovavo mentre pensavo a queste cose. Aspettando Suzy e sperando che mi portasse buone nuove.

Quando arrivò, il mio volto si illuminò. Sorrideva, e questo era positivo. Ma poi capii perché sorrideva. Un ragazzo la stava salutando fuori dal bar e tutti e due ridevano.

"Susan, Susan, dimmi tutto" esclamai nervoso appena si avvicinò al tavolo dove mi ero seduto.

Scosse la testa. E a quel punto mi parve che il mio cuore precipitasse e andasse a finire sotto i piedi. E i piedi lo calpestavano e lo distruggevano.

"Forse te l'ho già chiesto, ma te lo domando di nuovo: alla festa l'hai vista da qualche parte, con qualcuno?"
"Sì, Tom, me lo hai già chiesto: ho visto che le venivano presentati alcuni ragazzi, ma lei non aveva degnato nessuno di uno sguardo. Poi, con un cocktail in mano era uscita, fermandosi accanto alla porta. Fine della storia. Non l'ho più vista"
"Dio mio, Susan, sono troppo preoccupato"
"Ho sbagliato tutto, sono stata una stupida, non avrei dovuto raccontarle di noi... Avrei dovuto lasciare che fossi tu a spiegarle tutto... Non io"
"Poi però si sarebbe arrabbiata con te... E avresti lasciato che una menzogna formasse un muro fra me e lei... È solo colpa mia... Non avrei dovuto tenerglielo nascosto... Sono uno stupido..."
"Stai tranquillo, Tom, tutti sbagliamo"
"Il fatto che io la amo... e potrei anche non essere l'unico..."

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SPAZIO AUTRICE :
già, caro Tom, pare proprio che tu non sia l'unico! C'è un Bad boy (veramente figo, tra l'altro) che è totalmente ignaro della tua presenza come tu lo sei della sua... più o meno... Quanti problemi crea la bellezza di Jess! Quanti pretendenti! Prima Matt faceva a gara con Tom, ma ora è il turno di Jonathan! E l'esito della gara è incerto! Chissà, chissà, che sorprese il futuro ci riserverà! (Fa pure rima, wow!) Quindi, mie care lettrici, per scoprire come andrà a finire non vi resta altro se non... leggere, naturalmente! A presto! Per un duello all'ultimo sangue...

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