Capitolo 32 - Dovrò scegliere di nuovo

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"Adesso che abbiamo mangiato puoi dirmi tutto" esclamò Jonathan appena finii di masticare la pizza. Avevo cercato di essere la più lenta possibile, ma sapevo che prima o poi avrei finito il trancio.

"Hai mica una birra, là dentro?"
gli chiesi, notando nella borsa il luccichio del vetro verde.

"Tieni" mi porse una bottiglia, mentre lui prendeva l'altra. Le aprì con l'apribottiglie che si era portato dietro e sospirò: "Ora puoi dirmelo?"

"Sigaretta" ordinai. Perché questa improvvisa voglia di fumare? Ero mica diventata dipendente in una sola notte? Non era possibile, dai...

Aspirai dalla sigaretta che mi era stata appena data e soffiai via il fumo. Mi tranquillizzava. Bevvi un sorso dalla bottiglia di birra per inumidirmi le labbra, quindi mi voltai per guardare in faccia Jonathan.

Era proprio bello. I riccioli erano spettinati e gli occhi blu mi guardavano con ansia e curiosità. La vena sulla tempia era ben visibile.

Pensai al sangue, rosso e bollente, fluido, che scorreva instancabilmente e inesorabilmente. Il cuore pulsante lo pompava con energia. Perché si pensa che il cuore sia la sede dei sentimenti? Non è altro che un muscolo, in fondo...

Riflettei sul cervello e il cuore. Il primo, simbolo dei pensieri e dei ragionamenti. Il secondo, "sede" dei sentimenti e delle emozioni. Il cuore non potrebbe battere se non ci fosse il cervello.

"Allora?" mi richiamò alla realtà lui.

"Tom: è lui il problema"

"E chi è Tom? "

"È il mio ragazzo... o meglio, il mio ex. Era per colpa sua che piangevo l'altra sera alla festa: per averlo lasciato"

"L'hai lasciato tu? Allora non dovresti essere triste"

"Mi aveva mentito per l'ennesima volta e l'ho mollato in un momento di rabbia. Capisci?"

"Dimenticalo, allora, Jess"

"Non ci riesco, al cuor non si comanda"

"E che cosa pensa il tuo cuore?"

"Il mio cuore non pensa. È tutto un caos e la mia mente è confusa. Non capisco niente... devo ancora capire che cosa provo veramente"

"Tu... Tu mi piaci da morire. Forse non è il momento giusto per dirtelo, ma... volevo che tu lo sapessi. Che tu sapessi che io ci sono, tutto qua"

"Oh, Jonathan, anche tu mi piaci, ma... devi lasciarmi del tempo. Per pensare. Cioè, io credo di amare ancora Tom, ma ora ci sei anche tu nella mia vita..."

"Incredibile"

Jonathan's pov
"Incredibile" le dissi. Anche io non capivo più nulla.

"In che senso?"

Non potevo dirle tutto, non dovevo. Altrimenti avrebbe capito quanto ero incasinato. Avrebbe scoperto tutti i miei problemi e mi avrebbe mollato lì su due piedi.

"Nessuna ragazza prima d'ora aveva dovuto scegliere me o qualcun altro. Io sono il ragazzo figo che non si ama: si bacia, si va a letto con lui e basta. Le ragazze vengono da me solo per questo. Nessuna per conoscermi. Sanno a malapena il mio nome prima di aprire le gambe. Le poche che hanno iniziato a conoscermi, dopo aver scoperto quanto sono incasinato, mi hanno abbandonato. Ragazzo troppo problematico per i loro gusti. Tutte che mi ridacchiano dietro comportandosi come ochette, ma poi... mica vogliono sapere qualcosa di me! Solo baci e a letto. Niente di più, niente di meno. Tutte quante dalla prima all'ultima. Tranne te, ovviamente"

Ma... perché le stavo raccontando tutte queste cose? Le parole erano uscite dalla mia bocca senza che io le controllassi. Contro la mia volontà, insomma.

E ora lei mi stava guardando scandalizzata. Dal mio racconto. Da quanto fossi diverso da quello che si aspettava. Perfetto, avrei potuto dare l'addio all'unica ragazza da molto tempo che trascorreva con me due giorni senza andare a letto con me.

"Vabbè, se vuoi andartene e lasciarmi solo ora che hai scoperto come sono, vai pure"

"E perché dovrei andarmene?"

Cosa? Non se ne andava? Dio santo, lo sapevo che lei era diversa! Sapevo che forse sarebbe finalmente stata la volta buona!

Mi abbracciò. Un semplice abbraccio, non come quello delle altre ragazze. Le altre non avrebbero mai cercato di consolarmi. Assomigliava di più all'abbraccio di una vera amica o di una sorella. E per me significava molto, troppo.

"Comunque le altre ragazze su una cosa avevano ragione"

Mi paralizzai, allontandandomi di un poco. Forse allora mi sbagliavo... Forse non aveva mai pensato a me e la cosa di essere triste alla festa era solo un modo di attrarmi... Di ingannarmi...

"Sei proprio figo, sai?"

Ridemmo insieme e mi tuffai di nuovo fra le sue braccia, che era il posto dove mi sentivo meglio.

Si allontanò e mi guardò con dolcezza negli occhi.

"Fidati, in verità sei molto più che un ragazzo figo... Interiormente, intendo dire... Sei incasinato, lo so, ma se hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a mettere un po' di ordine nei tuoi pensieri e nel tuo cuore... io ci sono"

E a quel punto mi baciò. Ed ero finalmente felice, e non desideravo altro. Se non lei, naturalmente.

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SPAZIO AUTRICE:
Forse è un capitolo un po' corto, ma spero che vi piaccia lo stesso. A me piace abbastanza, anche se adesso ci sarà una nuova scelta e mi dispiacerà molto per l'escluso... Non so che dire, davvero. Ho paura di essere noiosa e anche di farvi per sbaglio degli spoiler. E io ODIO gli spoiler. Una volta avevo detto a una mia amica che stavo leggendo Hunger Games 2 e lei mi ha risposto: "Ah, ma non è il 2 il libro in cui muore X (non voglio fare spoiler io ora di Hunger Games che è una saga bellissima)? No, no, scherzavo, X muore nel terzo libro, come Y".
Giuro: l'avrei uccisa.
Quindi, meglio fermarci qua, prima di fare spoiler indesiderati! E che vi posso consigliare, se non di continuare a leggere e di commentare facendomi notare gli eventuali errori? Non siamo alla fine, ma fra una decina o poco più di capitoli credo che la nostra storia finirà, purtroppo... Ma di questo ne parleremo in seguito! Ciao ciao, alla prossima!♥

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