Capitolo 37 - Jess-dipendente

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Era stata una festa bellissima. Divertente ed emozionante, se così si può definire una festa in un locale.

Ally e Jacob erano andati in vacanza a Los Angeles per qualche giorno e Susan era ritornata a Roanoke per un settimana.

Appena entrati, Tom, fra baci e risate, quasi mi sbatté contro il muro, subito dopo essere entrati.
"Ehy, siamo soli in casa" sussurrò.
"Così pare"
"Meglio"
"Perché?"
"Così posso stare tutto il tempo insieme a te e nessuno ti potrà rubare... E poi tutta la casa è riempita da quello che provo per te... Amore è troppo poco, è qualcosa di incredibilmente forte. So di non poter fare a meno di te, perché tu sei tutto. Scherzi, discorsi seri, risate, sorrisi, baci, semplici occhiate... Se un professore mi chiedesse: 'Che cosa respiri e che cosa è essenziale per la tua sopravvivenza?' tutti risponderebbero 'Ossigeno, cibo, acqua...'. Le solite risposte, insomma. Io risponderei 'Jessica'. Perché è così. Non ho mai capito che cosa significasse realmente il verbo 'amare' prima di incontrarti" mormorò, posando le sue labbra sul mio collo, sulla mia clavicola, sulla scollatura della mia canottiera, della quale mi abbassò lentamente le spalline per potermi segnare ovunque.

"Dio, Tom, come fai a essere così... meraviglioso, ecco?"
"Se ti dicessi che tu sei perfetta, mentirei. La perfezione è la qualità delle macchine, dei robot. Umano significa imperfetto. E io adoro di te non solo le tue infinite virtù, ma anche i tuoi piccoli difetti che ti rendono unica e inimitabile" disse lui per tutta risposta.

"Dimmelo, Tom"
"Che cosa?"
"Quelle due parole, quelle che racchiudono il significato di tutti i tuoi discorsi magnifici, quelle che mi fanno rabbrividire ogni volta che le pronunci, quelle che paiono così scontate, eppure sono di una potenza indescrivibile"

Rise piano.
"Vuoi sposarmi?"

No, non me lo aspettavo. Mi attendevo un semplice 'Ti amo' di quello che solo lui sapeva dire in modo così dolce e sincero. Non credevo mi facesse una richiesta del genere. In fondo, erano nove anni che stavamo insieme. Venticinque anni era un'età accettabile per sposarsi, o sbaglio?

E poi, anche se avessi avuto solo 20 anni o poco più... che sarebbe importato? Era ovvio che non avrei mai potuto amare nessun altro.

Però, a dirla tutta, un impegno del genere non me lo aspettavo. Una cosa così grande e significativa che avrebbe mutato totalmente la mia vita. Che mi avrebbe resa una persona nuova.
Si rendeva conto di quanto mi stava chiedendo? Di quanto fosse un passo importante, un passo da gigante? Che il matrimonio non è un giorno, ma una vita, passata insieme a soccorrersi sempre nel bisogno? Ad amarsi con tutti se stessi?

Beh, quelle non erano novità per una coppia "affiatata" come la nostra. Noi eravamo pronti. Pronti a tutto.

E mentre, nell'arco di un secondo o due, pensavo a tutte queste cose, il mio cuore e il mio corpo non aveva aspettato, ma si era mosso e aveva reagito subito.

E in un attimo mi ero trovata con le mie labbra contro le sue, a biascicare: "Devo risponderti oppure sai già tutto?"

"Credo di sapere, ma è sempre meglio se mi illumini come tuo solito" sorrise Tom, mettendomi le mani dietro il sedere e stringendomi ancora meglio a lui.

E allora dissi quelle due lettere, quelle che avrebbero cambiato la mia vita: "Sì"

Questa volta, lui rispose piano con le parole che prima aspettavo, prima di quella domanda del tutto inaspettata: "Ti amo, Jess, lo sapevi?"

"So che io ti amo ancora di più, Tom" mormorai io e poco dopo lui chiese l'accesso alla mia bocca. Accesso che avrebbe sempre avuto.

Mi sollevò in braccio e tenendomi stretta mi trascinò fino alla camera a letto, dove, fra solletico e baci, mi sfilò la canottiera e i pantaloncini. Io lo aiutai a togliersi la tshirt e i jeans.

Mentre Tom, con le pupille dilatate, mi apriva il reggiseno, io con una mano gli accarezzavo gli addominali e con l'altra allargai l'elastico dei boxer. Ci infilai la mano dentro e glieli tolsi, facendoglieli scendere fino alle caviglie e poi sul pavimento.

Lui con un tocco leggero delle mani fece lo stesso con le mie mutandine. Eravamo nudi, lui sopra di me, e non credevo di averlo mai desiderato più di quell'istante.

Entrò dentro di me con un movimento rapido e iniziò a muoversi al mio interno. Senza preservativi. Già anche l'ultima volta non avevamo usato i preservativi, perché tanto ormai avevo 25 anni e lui 27.

"La gente ha molte dipendenze: dal fumo, dall'alcool, dalla droga. Io sono Jess-dipendente" sospirò, quando dopo qualche istante di puro piacere uscì dal mio corpo.

Ci distendemmo uno vicino all'altro, lui con la testa sul mio ventre e io con le gambe intricate con le sue. Una cosa unica e inseparabile.

Così eravamo noi. Due folli, secondo alcuni. Due ridenti e allegri, secondo altri. Due ragazzi speciali speciali, come ci definiva Alice. Fratelli piccioncini, ci chiamavano Helen e Jacob (come se loro non lo fossero per me è Tom). Ragazzi d'oro, secondo il parere semplice e modesto di mia madre, che non aveva 'mai avuto dubbi' su di noi (sue parole testuali!).

Innamorati, era noto a tutti. Fidanzati, si capiva subito.
Promessi sposi, da quella notte. E nessuno era ancora a conoscenza di quella grande notizia. Il nostro piccolo momentaneo segreto. Il nostro breve momento di gioia di solo noi due.

BEAUTIFUL US.

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SPAZIO AUTRICE :
Corto come capitolo? Spero non troppo, dai! In verità non avevo idea di questa richiesta, quando ho iniziato a scrivere il capitolo. Semplicemente, quando sono arrivata al punto in cui lei aspetta che lui dica 'Ti amo', ho capito che anche 'Vuoi sposarmi?' erano due parole. E allora... eccoci qua! Promessi sposi! Allora, venite al loro matrimonio? Io se solo potessi entrare nelle pagine del libro e partecipare al loro matrimonio... oppure essere al posto di Jessica e sposarmi con un Tom così bello... Però se ci fossi io al posto di Jess, Tom non credo che mi sposerebbe: lui ama solo Jess e può amare solo Jess. E io per mia sfortuna sono Virginia, non Jessica.
Beh, dovrò aspettare ancora un po' di tempo prima di potermi sposare con il mio vero amore, chiunque esso sia. Tredici anni sono un po' pochi per un matrimonio, voi che dite?
Haha, alla prossima mie care lettrici! Leggete, mi raccomando, e se potete commentate!

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