31 Sofia

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Mi sta tenendo fra le braccia, mi stringe così forte che sembra togliermi il respiro; mi sembra assurdo che solo qualche ora fa mi abbia detto addio e ora mi stringa come se fossi la cosa più importante al mondo. Sta piovendo a dirotto e a malapena sentiamo la voce di Jacque che ci chiede di correre al riparo, so che ha ragione ma proprio non riesco a muovermi. La sua fronte è poggiata sulla mia, il suo respiro freddo mi soffia addosso e quando alza lo sguardo e mi guarda dritto negli occhi vedo la calma che sta prendendo il posto della disperazione. Ha il viso stanco ed è probabilmente stremato, non so da quanto tempo stia correndo senza meta sotto questo temporale, mi sento in colpa. Avrei dovuto avvisare che ero con Jacque, avrei evitato tutto questo casino. "Dobbiamo chiamare Mia, credo stia morendo di paura", trattengo il respiro, devo affrontarla e ora non posso più rimandare.

Si scioglie dall'abbraccio e afferra il telefono, si vede che fa fatica anche a muoversi, questo gelo gli è entrato fin dentro le ossa e quasi non riesce a far partire la chiamata. Sento Mia strillare attraverso il telefono e subito calmarsi dopo aver saputo dov'ero. Sono solo una stupida egoista, anche questa volta ho pensato solo a me stessa e al mio dolore.

Etienne mi guarda, Jacque ci sta aspettando ma non interrompe questo momento, mi sfiora la guancia con la mano e si avvicina. Pioggia e tempesta sapone e muschio questo è il suo odore. Mi posa un bacio sull'angolo della bocca, l'indecisione; e quando mi guarda so quello che con quegli occhi mi sta dicendo. Mi sta dicendo nuovamente addio.


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