6 Sofia

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"Vattene Matteo! Stai lontano da me! Non voglio mai più vederti! Hai distrutto tutto quanto!"

Mi sveglio di soprassalto, ancora sudata e ancora urlando. Mi guardo intorno e per un momento non capisco dove sono, questa non è la mia stanza, queste non sono le pareti di camera mia, questo non è il mio letto... l'ansia mi assale e mi sento svenire dalla paura quando la porta si apre con un tonfo.

Ho il cuore in gola. Mi sembra di continuare a sognare. Non capisco chi o cosa abbia fatto aprire la porta.

La stanza è immersa nel buio. Vedo solo un'ombra di fronte a me, sempre più vicina, sempre più inquietante... e più l'ombra si avvicina più il cuore sembra scoppiarmi fuori dal petto. Sono terrorizzata.

Sto per ricominciare ad urlare quando un paio di bellissimi occhi azzurri mi si parano davanti e in un attimo capisco... capisco dove sono, capisco con chi sono... ma il mio cuore non smette di bussare, anzi continua la sua folle corsa ancora più veloce, perchè? Perchè è così difficile farlo rallentare? La risposta è terribilmente scontata. Etienne. Dio quanto vorrei non sentire tutto questo, è difficile credere alle sensazioni che da la sua sola vicinanza fisica. E' difficilmente ingiusto.

"Stai bene?"

Si siede di fianco a me sul letto, il suo alito caldo mi sfiora la guancia, le nostre dita si toccano, gli sguardi si incontrano. Mare in tempesta. Questo è quello che vedo. Questo è quello che sento. E capisco di esser persa.

"Si, scusa devo aver avuto un incubo. Ti ho spaventato?"

Scoppia a ridere così tranquillamente che non posso fare a meno di ridere con lui.

"Scusa, mi capita spesso di avere degli incubi ultimamente"

Mi pento di averlo detto non appena vedo la sua espressione cambiare. Un ruga gli si forma sotto gli occhi.

"Come mai?"

Dovevo aspettarmi questa domanda, in fondo me la sono cercata. Ma non sono pronta per rispondere e quindi liquido il discorso con una scrollata di spalle, spero capisca l'antifona.

Leggo dal suo sguardo che la risposta non gli è bastata, ma non chiede altro. E gli sono grata. Non voglio la sua compassione. Se voglio essere una nuova Sofia non devo lasciare che il passato influenzi il mio futuro.

"Dove sono Mia e Mathieu?"

Non mi interessa davvero saperlo ma in questo momento il mio solo scopo è cambiare discorso.

"Sono usciti a fare un giro un paio di ore fa e non sono ancora tornati. Ti va di andare a mangiare qualcosa?"

La sua domanda mi coglie di sorpresa.

"Ma non avete ordinato la pizza?"

"No, alla fine abbiamo deciso di uscire, ma tu dormivi e..."

Si zittisce un attimo, come se esitasse o non sapesse cosa rispondere.

"... e io non mi sentivo granché bene, quindi ho detto loro di andare..."

Non so perchè ho la sensazione che non mi stia dicendo la verità.

"Quindi siamo a casa da soli?"

Sorride e mi fissa come se avessi detto la cosa più ovvia del mondo, o la più stupida.

"Si, ma tranquilla non mordo, allora che dici, andiamo?".

Si rilassa e le rughe d'espressione che avevo notato prima lasciano spazio a due fossette incredibili.

D'improvviso si insinua un dubbio nella mia testa: sarebbe contenta Mia se sapesse che sono andata a cena con il suo ragazzo? Cerco di mettermi nei suoi panni per capire come reagirei se la situazione fosse esattamente contraria; mi fido ciecamente di Mia ma ad essere onesta non mi piacerebbe vederla uscire sola con l'uomo che amo.

Non so per quale strana ragione però la voglia folle che ho di trascorrere un pò di tempo con lui mi fa rispondere l'esatto contrario di quello che dovrei.

"Certo, cosa ci fai ancora li?"

Una cicatrice sul cuore 💔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora