12 Sofia

449 55 0
                                    

Non riesco a concentrarmi, sento quegli occhi color cioccolato addosso. Si sta prendendo gioco di me, lo so. Prende un pezzetto di carta e mi scrive su un numero di telefono. Ok adesso non c'è più alcun dubbio. Lo guardo di traverso, comincio ad innervosirmi, ma quel sorriso beffardo che ha sul viso non accenna a passare ed io vorrei tirargli un pugno dritto in faccia. Forse solo così smetterebbe di ridere. Prendo il mio blocco per gli appunti e scrivo "Puoi smetterla di prendermi in giro per favore? Sono già perfettamente consapevole di aver fatto una figuraccia prima in segreteria, quindi se puoi evitare di farmi sentire peggio mi fai un favore.." allungo il quaderno sul banco in modo che possa vederlo... "Veramente stavo davvero cercando di darti il mio numero, sembri simpatica..."

Ok, questa risposta non me l'aspettavo, chiudo gli occhi a fessura e cerco di studiare la sua espressione, gli angoli della sua bocca si allargano ancora un po' e mentre sorride riprende in mano la penna "Tranquilla, voglio solo esserti amico..""Si, certo come no" "Non capisco se il tuo modo di reagire sia semplice egocentrismo o pura sfiducia verso il mondo".

Se solo sapesse quanto poco credo in me stessa non si farebbe questa domanda...

Lo ignoro per tutto il resto della lezione ed appena la campanella suona mi alzo dal banco e scappo via.Non ho voglia di parlarci ma lui è più veloce di me, mi afferra per un braccio e mi costringe a fermarmi. "Certo che sei proprio un bel tipino, ti ho salvato la giornata riportandoti la carta d'identità, il minimo che tu possa fare è ringraziare, Sofia!" mi dice con quel fare strafottente "E tu come diavolo fai a sapere come mi chiamo?" Alza gli occhi al cielo esasperato "Sai su tutti i documenti d'identità viene indicato il nome" . Pff oggi dovrei solo stare zitta, eviterei tutte queste figuracce.

Mi lascio cadere sui gradini d'entrata e lui mi siede affianco. "E' il tuo primo giorno di università?" chiede "Si, e non è andato proprio come speravo; a partire da te!" mi guarda di traverso e capisco che ha mal interpretato le mie parole "No, ma non intendevo quello che sicuramente stai pensando; diciamo che se avessi potuto evitare di rendermi ridicola, in questo caso davanti ai tuoi occhi, sarebbe stato già un buon punto di partenza". Il suo sorriso si allarga, è proprio carino. Ma di una bellezza semplice. Capelli corti biondo-rossiccio. Occhi cioccolato fuso. Imponente e... e fragile direi. Possibile? C'è qualcosa in lui che lo rende dolce nonostante trasudi potenza. Non saprei descriverlo. "Tranquilla, non sono un tipo che si ferma all'apparenza; oggi hai rallegrato il mio umore, sei sfacciata e sincera per questo sono qui, voglio esserti amico." "E posso sapere perché avresti scelto proprio me per farti da spalla, o da amica, o in qualunque modo tu mi voglia definire?" "Perché sei l'unica che non conosce ancora la mia storia in questa stupida università, e non so perché, ho l'impressione che anche se sapessi tutta la verità non mi giudicheresti", le sue parole diventano un sussurro e il suo respiro rallenta, mi sembra di sentire quello che prova in questo momento; forse anche io mi sono sentita così."E cosa te lo fa pensare?" Si gira verso di me e i suoi occhi mi attraversano "Beh, tanto per cominciare il tuo tentativo di mandarmi a quel paese quando credevi ti stessi dando il mio numero, perché diciamocelo, era un tentativo mal riuscito... e poi il tuo sguardo, sembra che a volte si perda nel niente. Mi sono rivisto in te stamattina." Uff, ma è mai possibile che anche qui io non riesca a tenere il passato lontano?

"Ti va di fare due passi?" mi chiede "No, ho solo voglia di andare a casa" "Benissimo, vorrà dire che faremo due passi fin li". Questo ragazzo è incorreggibile. "Non ti arrendi mai tu, vero?" "Non se c'è di mezzo qualcosa che mi interessa" "Mmmm... " "So cosa stai pensando; ma per quanto tu sia carina non sei proprio il mio tipo, quindi non farti strane idee" "Dovrei sentirmi offesa, ma l'ultima cosa che voglio in questo momento è un uomo intorno, quindi a dire il vero mi sento sollevata" scoppia di nuovo a ridere, ma non riesce proprio a trattenersi? "Wow, apprezzo la tua sincerità".Mentre mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi non posso fare a meno di pensare che in fondo questo ragazzo mi piace; mi piace il suo modo di porsi, il suo modo leggero di scherzare, e lo ammetto, mi piace che abbia scelto me come oggetto delle sue attenzioni, anche se non riesco a spiegarmi perché.

"Forse per cominciare, potresti dirmi come ti chiami, parli già di "grande amore" fra di noi ed ancora non so il tuo nome" "Pardon, hai ragione, io sono Jacque, ed è un piacere conoscerti" "Il piacere è tutto mio, Jacque; ok, lo ammetto l'ho detto solo per cortesia" sorrido tra i denti e lui stringe più forte la mia mano...

Non mi accorgo neppure di essere arrivata davanti casa, chiacchierare con Jacque è più piacevole di quanto potessi immaginare; non ci sono stati silenzi imbarazzanti e nonostante la poca strada percorsa insieme ha cercato di conoscermi il più possibile senza passare il confine del troppo personale. E' stato bello, ma non ho mai creduto nell'amicizia tra uomo e donna; devo trovare il modo di dirgli che questa conversazione non avrà un seguito. Durante la resa dei conti c'è sempre qualcuno che soffre. Il mio cuore è un pezzo di ghiaccio, non sarò certo io a farmi coinvolgere ma non voglio neppure che un domani possa soffrire lui.

"C'è un ragazzo che ti sta fissando... " mi dice d'improvviso; non capisco di cosa, o meglio di chi, stia parlando. "Sul vialetto di casa tua, c'è un ragazzo che non riesce a toglierti gli occhi di dosso, è inquietante". I miei occhi seguono il percorso, non mi ero accorta di lui. Etienne. Jacque sta parlando di Etienne. Le mie gambe sembrano paralizzarsi e diventano di gelatina. Altro che ghiaccio, il mio cuore si scioglie. Jacque non si accorge che mi sono fermata e mi sbatte contro. "Ehy, Sofia, sei ancora tutta intera? Scusa, non mi ero accorto che ti stavi fermando." "No, tranquillo, non è colpa tua." Vedo Etienne avvicinarsi, mio Dio, è così bello. La maglietta bianca che indossa sembra quasi trasparente attraversata dai raggi del sole, o forse sono io ad avere troppa immaginazione, ma che sia realtà o finzione quello che vedo mi piace. Maledettamente non vorrei, e maledettamente mi piace. I muscoli delle braccia sembrano guizzare fuori ad ogni movimento e gli addominali si disegnano sulla maglietta ad ogni passo. Palpitazioni a mille. E' sempre più vicino. "Tutto bene, Sofia?" mi chiede Etienne, sguardo puntato su Jacque. "Si, si tutto bene mi sono solo distratta un attimo". "Etienne lui è Jacque, Jacque lui è Etienne". Si danno la mano ma dai loro occhi escono scintille. "Jacque, io vado grazie per avermi accompagnato; Ciao Etienne". Non resterò fra questi due un minuto di più. "Ehy dolcezza non dimentichi qualcosa?" "Jacque che altro c'è?". "Il tuo numero di telefono Sofia, una promessa è una promessa".. non capisco a che promessa si stia riferendo ma ho troppa voglia di andar via e dimentico anche le mie buone intenzioni di non dar seguito a questa folle amicizia. Prendo un pennarello, gli giro la mano sul palmo e scrivo. "Eccoti accontentato, a domani!" Mi giro e me ne vado con gli occhi di Etienne puntati addosso e il sorriso beffardo di Jacque che non mi lascia andare...

Una cicatrice sul cuore 💔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora