50 Etienne

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È inutile, non riesco a non pensare al messaggio che mi ha appena mandato Jacque. Dire che non me l'aspettavo è poco, le sue parole mi hanno letteralmente sconvolto. Continua girarmi in testa un pensiero fisso: quel messaggio nasconde molto più che una semplice amicizia. So che è gay, me l'ha confidato Sofia in un momento in cui la gelosia nei suoi confronti mi stava soffocando ed ora, sono onesto, ha ripreso a soffocarmi. Sono assurdo, lo so perfettamente. Sono stato io a lasciarla li, fra quelle lenzuola, senza neppure una spiegazione, e per quanto io mi sia pentito per essermi comportato proprio come un vigliacco so perfettamente che se tornassi indietro rifarei esattamente le stesse cose. Non possiamo decidere come reagire a certe situazioni, si agisce d'impulso, ed è quello che ho fatto.
Potrei mandarle un messaggio per chiederle come sta, per darle anche solo una banalissima spiegazione e farle capire che non sono il pezzo di merda che ora sicuramente crede che io sia. Le potrei dire che ho bisogno di tempo per pensare, per capire alcune cose della mia vita che sono andate storte, per dirle che la mia non è una fuga ma solo una presa di distanza. Sembra ridicola anche a me come spiegazione, ma col senno di poi e dopo le parole della nonna mi è stato subito chiaro che i sentimenti che provo per Sofia prima o poi mi riporteranno indietro, mi riporteranno a Parigi. Solo non ora.

Afferro la giacca e vado a fare quattro passi. La giornata è meravigliosa e chiudersi in casa sarebbe un suicidio. Mi sono autoconvinto che mandare un sms a Sofia è la decisione giusta, forse voglio lasciare aperto uno spiraglio, forse voglio semplicemente accertarmi che il messaggio di Jacque non significhi niente.

"SCUSA SOFIA. CI SONO MOLTE COSE CHE NON SAPEVO E SCOPRIRLE PER CASO MI HA SCONVOLTO. FORSE HO SBAGLIATO AD ANDARE VIA COSÌ MA ORA ERA NECESSARIO. TORNERÒ."

Sono ormai passati cinque minuti da quando ho scritto il messaggio. Continuo a guardarlo senza avere il coraggio di inviarlo. Ho paura della sua risposta, o peggio ancora di una sua Non risposta. Mi sembra di essere tornato ad essere un quindicenne, ma non posso farci nulla. Mi tremano le mani.

Penso ripenso e penso ancora fino a che, stanco anche di me stesso, premo invio. Il messaggio è stato inoltrato con successo. Ora non si può più tornare indietro. Qualunque possa essere la sua risposta.

Non so neppure io per quanto tempo continuo a camminare. Un'ora o forse due. Ad ogni modo nessuna risposta arriva da Sofia e la paranoia sale fino agli occhi.

C'è qualcosa che non mi torna del messaggio di Jacque che combacia perfettamente con il silenzio di Sofia. Possibile che si sia già consolata? Possibile che sia già corsa fra le sue braccia? Non riesco a darmi una risposta. Mi faccio solo dei film in testa che potrebbero rivelarsi la realtà.

Assorto nei miei pensieri non mi accorgo neppure di essere finito addosso a qualcuno.

"Ehy! Guarda dove vai!"

L'ultima cosa che mi serve ora è fare a botte. Ho talmente tanta rabbia in corpo da poter distruggere chiunque.

"Scusa amico, non stavo proprio guardando la strada."

"Etienne? Che diavolo ci fai a Milano? È parecchio che non ci vediamo!"

"Oddio amico, non ti avevo neppure riconosciuto! Sono fuso!"

"Si tratta di una ragazza vecchio Volpone? "

Scoppio a ridere e la mia risata è sincera. Sono diventato proprio un libro aperto.

"Cosa te l'ha fatto pensare? "

"Bhe caro Etienne, hai la faccia di un cane bastonato. Ti conosco da anni e non t'ho mai visto così, quindi se uno più uno fa ancora due..."

"Va bene, va bene ho capito!"

"Dove stavi andando? "

"In realtà in nessun posto e ovunque"

"Oh mamma, allora la situazione è grave. Forza vieni con me, andiamo a berci qualcosa!"

"Certo, perché no!"

Sono felice di averlo incontrato, probabilmente i pensieri mi avrebbero consumato oggi.

"È bello rivederti Etienne"

"È bello rivederti Matteo! "

Una cicatrice sul cuore 💔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora