54 Sofia

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Credete nel destino? Nel destino infame intendo. Beh io in questi momenti devo crederci per forza, altrimenti tra tutti i posti, tra tutte le coincidenze possibili e immaginabili non potrei trovarmi qui, di fronte ad Etienne, di fronte a Matteo, insieme! E assurdo lo so, ed è anche incredibile, se non li stessi vedendo con i miei stessi occhi non ci crederei mai neppure io.

Jacque si è già accorto di tutto, mi stringe la mano per infondermi coraggio. Se non ci fosse stato lui al mio fianco sarei già crollata. Mi guarda e dai suoi occhi capisco cosa mi sta chiedendo. Vuole sapere se preferisco andare via, ma non voglio, non voglio più scappare, non voglio essere come quei due giù a quel tavolino.

Faccio segno di no con la testa. Jacque non molla neppure per un secondo la mia mano, e gli sono grata. Mi conduce ad un tavolino, sposta la sedia e mi fa sedere con le spalle rivolte verso il mio passato e il viso di fronte al mio presente. Lui si mette dalla parte opposta, nei suoi occhi vivono scintille, ma non di sfida, di rabbia.

Ho il cuore che mi martella in gola ma devo almeno far finta che vada tutto bene, giusto il tempo di un drink.

Jacque allunga le mani sul tavolo ed afferra le mie che tremavano strette in un pugno, immediatamente il nuovo contatto con il calore della sua pelle mi tranquillizza.

"Sofia, non siamo obbligati a restare..."

"No Jacque, devo farlo. Non voglio essere come loro, non voglio scappare e soprattutto non voglio fargli credere che mi abbiano cambiata, anche se lo hanno fatto..."

"Sono assolutamente d'accordo con te ma appena senti il bisogno di andare non esitare a dirmelo, ok?"

Gli sorrido e annuisco, con lui ho un pò meno paura.

Passano le ore, o forse sono solo minuti che sembrano infiniti. Io e Jacque ordiniamo da bere e facciamo come se niente fosse, anche se dentro di me imperversa una tempesta e sono certa, anche dentro di lui.

Il mio Cosmopolitan arriva seguito dal Mojito di Jacque. La cameriera è molto carina e sorride un pò troppo al mio compagno di tavolo. Sono gelosa? Bhe, devo ammettere che per un secondo la sensazione di possesso nei suoi confronti mi ha fatto dimenticare quei due alle mie spalle e mi piace.

Quando la cameriera si allontana non scolla gli occhi di dosso a Jacque ma la sua attenzione è rivolta altrove ed io so benissimo dove, c'è solo un particolare che mi sfugge e sono le sue mani strette a pugno. Lui non dice niente ma so che uno dei due o forse entrambi si stanno avvicinando. Il cuore è un martello pneumatico che rischia di scoppiare.

Contrariamente a quello che mi aspettavo, però, nessuno si avvicina a noi. Jacque si rilassa, ma solo per un momento, perchè proprio allora Matteo ci passa di fianco, mi guarda come se fossi morta e poi rinata e si avvicina al palco. Dio ti prego fa che non canti, non ero preparata a sentire la sua voce. Ma la mia è una stupida illusione.

"Ciao Ragazzi, scusate se interrompo le vostre conversazioni ma ho una cosa importante da dire ad una persona che è seduta a un tavolo, una persona che io ho profondamente deluso"

Sta guardando dritto nella mia direzione. So che sta parlando con me, ma non capisco per quale motivo. Quando quella notte se n'è andato è stato chiaro sul fatto che io non contassi niente per lui. Dio mio. Mi sembra di tornare ad un anno fa, quando andavo ad ogni suo concerto e lui cantava, cantava e mi guardava. Quante cose sono cambiate.

"Sofia questa è per te, per chiederti scusa..."

Cazzo. Era proprio necessario specificare il mio nome? Jacque si irrigidisce e mi chiede:

"Sofia, non è lui Matteo, vero? Perchè se è lui o il destino sta giocando contro di me o sta semplicemente giocando brutti scherzi a te..."

Non c'è bisogno che io dia gli dia una risposta, la mia faccia parla per me... e mentre gli stringo la mano comincia la canzone...

... se solo sapessi quanto ti ho cercato e quanto ti ho evitato, eri l'amore che non volevo, che mi ha sempre spaventato... ma il tuo sguardo era perso e non so come in un secondo mi sono innamorato... potrai dire che sono un bugiardo, che tutto questo me lo sono inventato... ma quella notte ho avuto paura e sono scappato... è il più grande casino che io abbia mai combinato... e ti chiedo in ginocchio perdono... per dirti che non ti ho mai dimenticato...

Le parole della canzone sono lame di ghiaccio che si infilano dritte sotto la mia pelle. Potrei dire che non mi fanno effetto, che ormai è passato, ma mentirei. Non vedo più Matteo in quel modo, non ne sono certo più innamorata, ma sentirlo cantare smuove sempre qualcosa dentro di me.

La canzone finisce, la melodia pure e lui rimane lì a fissarmi in attesa di una risposta. La gente che prima pensava agli affari suoi ora ha tutti gli occhi puntati su di me e mi guarda come se fossi un'insensibile stronza che non ha nulla da dire neppure di fronte ad una dichiarazione d'amore del genere. Ma ho imparato a mie spese che l'amore si dimostra con i fatti, non certo con le parole e per quanto lui possa essere bravo in questo senso non cancellerà quella notte, non mi ridarà indietro un pezzo importante della mia vita.

Non so come uscire da questa situazione imbarazzante, vorrei scappare via e non tornare più, ma mentre sto per dire a Jacque di andare accade qualcosa che mi lascia senza fiato.

Etienne si alza barcollando dalla sua sedia e punta dritto verso il palco. Dio mio ti prego fa che non metta su anche lui un teatrino, non potrei sopportarlo, ma mentre questi pensieri mi affollano la testa, gli sento dire...

"Mi spiace amico ma per me lei è troppo importante..."

E gli sferra un pugno dritto in faccia lasciandolo a terra con il naso sanguinante... si avvicina mi prende la mano e dal suo sguardo capisco che ha intenzione di portarmi via solo non so se è quello che voglio e soprattutto non so se Jacque questa volta glielo permetterà.

Una cicatrice sul cuore 💔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora