45 Jacque

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Sono sveglio ormai da qualche ora, anzi forse sarebbe meglio dire che non ho proprio chiuso occhio. Il perché? Semplice. Sofia.
L'ho lasciata tra le braccia di Etienne già da un po' e non ho ancora avuto sue notizie. Starà bene? Starà male? Non so assolutamente nulla e questo suo silenzio mi sta facendo preoccupare. Le ho mandato diecimila messaggi e l'avrò chiamata seimila volte ma nessuna risposta. Mi bastava un maledettissimo sms con scritto è tutto ok, nient'altro. Non volevo disturbarla mentre era con Etienne. O.Forse.Si.
Odio i pensieri che sto avendo in questi giorni, vorrei potergliene parlare, ma ho paura di spaventarla o peggio ancora di allontanarla e non voglio, lei è l'unica vera amica che ho e non voglio perderla. È che è tutto così complicato. Mi ero convinto ormai da un po' di essere omosessuale, e con tutto il dolore che ho dovuto sopportare non posso certo dire che sia stato semplice, ma ci sono riuscito. Mi sono accettato per quello che ero ed ho ricominciato a sorridere. Poi arriva lei, coi suoi occhi grandi e sinceri, con la sua fragilità e la sua forza, con quel suo conflitto interiore e sconvolge tutte le mie certezze. Perché è proprio così che mi sento. Sconvolto dalle mie certezze. Perché dico questo? Come chiamereste voi questa sensazione di angoscia al pensiero che in questo momento sia con un altro e non con voi? Gelosia giusto? Ecco, questo è quello che provo. Una.Fottuta.Gelosia.

Finalmente sento il bip del telefono. È lei ne sono certo.

"Tutto ok. Ti chiamo dopo"

Questo è tutto ciò che mi dice. Ed io sono incazzato. Sono incazzato e dovrei essere felice. Felice che sia tutto a posto. Sono un pessimo amico, un ancor peggiore confidente. Vorrei non aver saputo tutto quello che so. Vorrei che non mi avesse raccontato tutta la sua storia, forse ora starei meglio. Invece so per filo e per segno quello che gli è successo e so di essere il solo a saperlo, se non contiamo Mia. Quella forza che riusciva a far uscire anche dalle sue lacrime mentre parlava e quella fragilità descritta dai suoi sorrisi hanno fatto scattare qualcosa in me. E da quel giorno non riesco a pensare ad altro se non a proteggerla, sento di essere il solo a poterlo fare. Povero illuso.

Sbatto il telefono ai piedi del letto.

Non voglio più pensare a lei, non in quel senso almeno, non voglio più pensare alla sua bocca, non voglio più pensare alla sua pelle, non voglio più pensare al suo profumo perché tutto questo mi conduce in un solo luogo che lei non vuole esplorare. Non con me. E d'improvviso realizzo che in quel posto ci sta già andando proprio ora con un altro. Ci sta andando con Etienne.

È una fottutissima fitta al cuore.

Mi rigiro nel letto ma per quanto possa provare ad addormentarmi o a rivolgere i miei pensieri altrove niente mi farà passare questa sensazione di impotenza che mi inchioda.

Decido di fare un giro, colazione, shopping qualsiasi cosa purché sia fuori da questa stanza che odora di lei.

Passeggio per gli Champs Elisee. . L'aria è gelida ma i temporali di questa notte hanno lasciato il posto ad uno splendido sole. È paradossale. Io mi sento esattamente nella maniera opposta. I temporali si sono trasferiti nella mia testa e nel mio cuore, ma prendere una boccata d'aria mi servirà spero a schiarirmi le idee. Forse fare due passi mi ridarà la ragione e questi sentimenti assurdi torneranno da dove sono venuti. Forse.

" Mi darebbe una ciambella, per favore? "

"Classica o farcita?"

"Classica, grazie"

Una ciambella è sempre un'ottima idea e mentre la prepara presto già il suo sapore.

"Sono 3.50 euro"

Consegno i soldi al ragazzo che mentre vado via mi sorride. Accidenti ero talmente sprofondato nel mio mondo da non rendermi nemmeno conto che fosse maledettamente carino. Devo ricordarmi il punto esatto in cui si trova il suo gazebo, potrebbe essere interessante tornare. E mentre quest'idea mi balena nella testa, spontaneamente nasce un sorriso e sento gli angoli della mia bocca aprirsi.

Questa passeggiata è stato un vero toccasana. Mi sento meglio e rivedere Sofia non mi fa più così paura. Non mi fa più così male l'idea che lei sia con Etienne. Almeno fino a che non arrivo di fronte a casa e la trovo seduta sugli scalini gelati con le mani sulla testa e le lacrime agli occhi.

"Sofia che ci fai qui a quest'ora? Non dovresti essere con Etienne?"

E mentre glielo chiedo le lacrime a stento trattenute ricominciano a scendere copiose sul suo viso. Ed io so di essere fottuto.

Le corro incontro e la prendo tra le braccia proprio come ho fatto ieri.

Odio Etienne. Odio Matteo. Odio chiunque nella vita l'abbia fatta piangere perché non rimetterà mai insieme i pezzi di se stessa in questo modo, continuerà ad essere sempre una ragazza spezzata.

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