53 Matteo

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E' stato bello rincontrare Etienne dopo tanto, certe cose non cambiano con il tempo e così sembra non essere proprio passato sulla nostra amicizia.

Non ho mai raccontato a nessuno quello che è successo davvero con Sofia quella notte, mi vergognavo troppo. Parlare con lui è sempre stato diverso, mi ha sempre ascoltato e mai giudicato, fin da bambino è sempre stato il solo a conquistarsi la mia più totale fiducia.

Sentir uscire dalla mia stessa bocca le parole che ho appena pronunciato mi fa sentire più piccolo di quanto io non mi sia già sentito in quest'ultimo mese. Parlarne mi ha aiutato a realizzare davvero. Certe volte penso che dovrei cercarla per mari e monti e chiederle scusa, solo ed esclusivamente scusa per quello che le ho fatto, ma poi ricordo la sua espressione quando mi ha visto andare via e capisco che non c'è giustificazione che tenga. Non mi perdonerà mai e probabilmente non lo merito neppure il suo perdono.

Ho scritto per lei una canzone, ero andato da lei per fargliela sentire quella sera, ma i suoi genitori mi hanno sbattuto la porta in faccia dicendomi che ormai era andata via. Non so se sappiano qualcosa di quello che è successo, non credo, ma so per certo che se solo sospettassero qualcosa darebbero a me la colpa per la decisione di sua figlia di andare via. E non potrei certo biasimarli.

Canto ogni sera quella canzone alla finestra di camera mia, guardando verso le stelle, stupidamente spero che in qualche modo le parole possano arrivare a lei. Stupido idiota che sono.

Etienne è rimasto in silenzio. Non so se sia la birra o la stanchezza, non so neppure se siano i pensieri ad affliggerci un pò, sta di fatto che nessuno ha più spiaccicato parola.

Il suo viso è indecifrabile. Non posso dire se mi stia giudicando oppure no, sicuro però non mi farà l'applauso per quello che ho fatto.

"Ci perdoneranno mai?"

Lo guardo e non rispondo. Cosa potrei dire?

"Siamo delle persone orribili Matteo."

Sentirlo parlare è un pugno nello stomaco. La verità non è mai facile da digerire.

"E la cosa ancor peggiore è che ci siamo comportati in questo modo con la persona di cui siamo innamorati. Si può essere più imbecilli di così?"

"E' proprio cosi..."

Torniamo alle nostre birre e per un pò la conversazione sembra indirizzarsi su vecchi aneddoti e vecchie risate. L'atmosfera si alleggerisce un pò, ma non per molto...

"Non riesco a smettere di pensarci Matteo, non riesco a smettere di pensare che andando via ho fatto il più grande errore della mia vita."

"E' quello che penso anche io amico... torniamo a cercare di riprendercele?"

Per la prima volta da quando abbiamo iniziato a parlarne torniamo a sorriderci davvero e battiamo il cinque con l'augurio che la donna della nostra vita ci perdoni.

Poi accade qualcosa che va al di la di ogni umana comprensione...

"Come si chiama questa famigerata ragazza?" mi chiede Etienne sorridendo.

Ma questo sorriso si ricuce sul viso cosi come è nato, la sua espressione cambia. Sembra morire. Sembra sprofondare.

"Sofia.."

E'l'unica cosa che dice.

"Come diavolo fai a sapere che si chiama Sofia?" gli chiedo.

Lui volta leggermente il suo volto verso di me e poi torna a guardare un punto indefinito proprio dritto davanti a se.

Mi giro e rimango di sasso. C'è Sofia sulla soglia della porta con un ragazzo che non ho mai visto e che la sta tenendo per mano, ma ora la cosa che mi fa più paura è l'espressione di Etienne. Ho un bruttissimo presentimento.

"Ti prego Etienne, dimmi che non stiamo parlando da due ore della stessa donna".

Mi guarda ma non risponde e il suo silenzio è un assenso straziante e quando Sofia e il misterioso ragazzo ci vedono, capisco che non mi posso sbagliare. Io ed Etienne amiamo la stessa donna e dalla stessa donna siamo scappati.


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