Capisci che una persona ha realmente iniziato a far parte della tua vita quando durante la giornata non pensarla è impossibile, quando anche una piccola cosa ti porta a lei, quando immagini la tua vita senza quella persona e ti sembra impossibile mentre la verità è che è possibile ma non la vuoi. E in quel momento realizzi che non è semplicemente entrata a far parte della tua vita, ma ti è entrata dentro. Ha iniziato a occupare una parte importante nella tua vita, nella tua testa e nel tuo cuore.
Haley realizzò che Ashton facesse ormai parte della sua vita da un po'. Era piombato all'improvviso e con insistenza si era fatto spazio nella sua vita fino ad entrarci senza darle scelta. Ma ora non le importava come avesse conosciuto Ashton o come lui fosse entrato nella sua vita. Aveva conosciuto un po' del vero Ashton ed era quello che l'aveva colpita. Ashton con le sue maschere e con le sue diverse sfumature. Pensò a quante cose fossero successe in quei mesi e che loro lo ammettessero o meno, il loro rapporto era palesemente cambiato. Haley si fermò davanti al portone della casa di Ashton, troppo poco coraggiosa per bussare e fiondarsi tra le braccia del biondo non appena la porta fosse stata aperta. Perché sì, era quello che voleva: sentirsi protetta tra le sue braccia, ancora. E ammetterlo forse era strano, ma non le pesava. Le cose stavano così e adesso non le importava. Perché lei ormai se ne rendeva conto che, qualsiasi cosa fosse quello che c'era tra lei e Ashton, fosse una cosa insana. Una cosa che avrebbe potuto danneggiare entrambi ma allo stesso tempo far loro del bene. Ma che si stessero facendo del male o che un giorno se lo sarebbero fatti, poco le importava. Quella con Ashton era una di quelle cose che magari sai anche come finisce, eppure le inizi lo stesso. Fece un profondo respiro e pochissimo tempo prima che la sua mano toccasse il legno della grande porta, quest'ultima si aprì rivelando un Calum confuso.
"Hal, tutto bene?" le rivolse un mezzo sorriso.
"E' partito" disse Haley annuendo, riferendosi ad Andrew e Calum annuì senza aggiungere nulla. "Ashton è dentro?"
"In camera sua" rispose il ragazzo, indicando le scale dietro di sé. "Credi sia una buona idea salire ora?"
"E' arrabbiato?"
"Diciamo che non è di buon umore" le fece un mezzo sorriso, incerto. Haley annuì e senza dargli il tempo di dire altro lo sorpassò e salì di corsa le scale.
"Hal" urlò Calum dall'uscio e la ragazza si girò a guardarlo. "Se ti chiederà di andartene, tu non farlo." E senza darle il tempo di rispondere si chiuse la porta alle spalle, lasciandola lì.La porta della sua camera era chiusa e dalla stanza non si sentiva nient'altro che il silenzio. Bussò piano e anche se non ricevette aprì comunque la porta e entrò. Il biondo era disteso sul letto, sveglio. Aveva le braccia dietro la testa e lo sguardo rivolto al soffitto. Haley restò ferma ad osservarlo per qualche secondo, soffermandosi più del dovuto sui lineamenti del suo viso.
"Ashton" disse piano e il biondo si girò di scatto, sorpreso di trovarla lì.
"Cosa ci fai qui?" Il suo tono era gelido, niente di nuovo, ma Haley non si fece scoraggiare e fece qualche passo avanti.
"Sono qui per te." Si sentì una stupida per aver risposto in quel modo e ancora di più quando in risposta ricevette solo una risata.
"Puoi tornare dal tuo ragazzo, io sto bene" rispose secco, smettendo di ridere.
"Non è il mio ragazzo" sospirò Haley. "Ashton, ascoltami."
"No Bennet, non ho nessuna cazzo di voglia di ascoltare altre cazzate, d'accordo?" sbottò Ashton, alzandosi dal letto "Ne hai già dette troppe ieri."
"Tutto quello che ti ho detto è vero, Ashton." Haley si avvicinò incerta, fermandosi davanti a lui. "Io volevo davvero venire a prenderti in ospedale Ashton, perché a me di te importa. Non so perché o quando sia esattamente iniziato tutto questo, ma è così. Mi importa di te. Quello che è successo è stato solo un imprevisto, non avrei mai potuto immaginare niente del genere. Ma questa mattina dovevo parlare con Andrew, dovevo farlo. Questo non significa che ho messo lui prima di te. L'ho fatto per me, era una cosa che dovevo fare. Ma ora sono qui Ashton, e ti prego, non mandarmi via." Haley allungò una mano per accarezzargli il viso, ma Ashton la scansò girandosi. Haley restò ferma, aspettando che Ashton dicesse qualcosa e anche se avesse deciso di ignorarla, lei sarebbe rimasta lo stesso lì con lui. Improvvisamente però Ashton la prese per mano, trascinandola con lui fino a letto. Si sedettero, ancora nell'assoluto silenzio, le loro dita incrociate. Ad Haley non dispiaceva quel silenzio, non da una parte. Bisogna imparare a decifrarli i silenzi, perché è lì che si nascondono le parole più difficili da pronunciare, quelle più belle e quelle che fanno più male. E ora sapeva bene che quel silenzio regnasse solo perché Ashton avesse difficoltà a pronunciare quelle parole. Haley lo guardò e strinse la presa sulla sua mano, senza dire nulla, e poggiò la testa sulla sua spalla.
"Cosa mi hai fatto?" le chiese improvvisamente, spezzando il silenzio. La sua voce era calma, quasi dolce. Non c'era nessuna traccia di rabbia o rancore in quelle parole. "E' dannatamente difficile restare qui seduto ed essere arrabbiato con te, invece di baciarti."
Haley alzò la testa di scatto, sorpresa da quelle parole. Non se lo sarebbe mai aspettata. Alzò il viso e incontrò il suo sguardo. Nella penombra della stanza gli occhi di Ashton brillavano come gioielli scuri mentre scrutavano il viso di Haley.
"Non farlo " sussurrò lei.
"Tranquilla, non ti bacerò Haley. Sarà così maledettamente difficile non farlo però." Con la mano libera le accarezzò il volto, lentamente. Haley spinse il viso contro la sua mano e chiuse gli occhi.
"Non intendevo quello" sussurrò e poi riaprì gli occhi. "Non voglio che tu sia arrabbiato con me." Vide lo sguardo di Ashton addolcirsi leggermente, mentre continuava ad accarezzarle il viso seguendo ogni suo lineamento del volto. Haley accennò un piccolo sorriso e Ashton chinò il capo e le loro bocche si trovarono a pochi centimetri di distanza. Girò appena la testa e fece sfiorare i loro nasi. Haley chiuse gli occhi e Ashton le sfiorò le labbra con le sue, una volta e poi un'altra ancora. Un tocco leggero, niente a che vedere con i loro soliti baci. La spinse dolcemente fino a farla distendere sul letto e si piegò in avanti, la parte superiore del suo corpo restò sospesa sopra di lei.
"Non hai la minima idea di quale effetto hai su di me" le sussurrò.
"Dimmelo."
"Prima devo capirlo io, piccola Hal" le sussurrò spostando il peso del corpo sul braccio sinistro e posando l'altra mano sulla sua guancia. "Mi fai così paura" sussurrò appena, con una voce quasi sofferente.
"Perché?" Gli chiese e quell'espressione innocente colpì Ashton. Si sentì uno stupido per tutte le volte che le aveva dato la colpa per tante cose, ma non poteva fare altrimenti. Doveva pur dare la colpa a qualcuno oltre che a sé stesso, perché ammettere che qualcun altro si stesse facendo spazio nel suo cuore era così difficile. Una volta detto sarebbe diventato realtà e a lui la realtà non piace. La realtà fa schifo, per quanto gli riguarda.
"Perché sei così diversa" le disse senza guardarla negli occhi. "E mi fai stare così bene, quando mi stai vicino."
"Non capisco dove sia il problema allora " disse realmente confusa, ma felice. Quelle parole erano così belle e il fatto che Ashton non se ne rendesse conto le faceva venir voglia di sorridere, ma si trattenne perché sentiva anche la sofferenza che si celava sotto esse. "Semplicemente, non mandarmi via. E cerchiamo di stare bene, almeno quando siamo insieme."
"Io non ti farò del bene, Haley. Io non faccio bene a nessuno. " Ashton la guardò fisso negli occhi e Haley lesse il dolore che si nascondeva in essi. Niente più maschere, niente più bugie, niente muri. Aveva davanti il vero Ashton. Sentì una stretta al cuore. Alzò una mano e la portò sul suo viso, poi tra i suoi capelli. Ashton sospirò e poggiò la testa sul petto di Haley, lasciandosi andare sotto al suo tocco.
Non disse nulla, lo strinse solamente a sé. Perché era uno di quei momenti in cui nessuna frase sarebbe andata bene, così preferì dimostrargli che se solo avesse voluto, si sarebbe potuto aggrappare a lei ogni volta che ne avesse avuto il bisogno. Proprio come in quel momento.
"Perché sei ancora qui?" le chiese improvvisamente, mentre giocava distrattamente con la maglia di Haley.
"Perché voglio restare Ashton, non ho nessun motivo per cui debba andarmene."
"Haley, io sono il motivo. Tutti se ne vanno via" disse duramente, cogliendola di sorpresa. Haley rimase in silenzio, cercando le parole giuste per rispondere a quell'affermazione. Ma Ashton riprese a parlare "Due anni fa, mio padre ci ha lasciati. E' scappato. Non so dove sia o con chi, neanche cosa faccia. So che quando era qui non era un bene per noi. Lottie era davvero piccola, quindi non ricorderà niente di quegli anni. Ma io ricordo tutto. Era entrato a far parte di brutti giri, si ubriacava spesso e non avevamo soldi. Eravamo pieni di debiti. Ero solo un ragazzino, ma vedere mia madre infelice e sempre spaventata mi faceva male. Ho iniziato a provare rancore nei confronti di mio padre. Poi un giorno è sparito, senza dire nulla. Da quel momento la mia vita ha iniziato a subire dei cambiamenti e anche io. Mia madre ha iniziato a bere, era caduta in depressione. Faceva lavori di cui non voglio parlare, tutto questo solo per mandare avanti la nostra famiglia. O meglio, quello che ne restava. Io mi sono sentito responsabile di tutto, non so perché. Pensavo che forse mio padre era andato via perché la sua vita non gli piaceva, perché non aveva un figlio perfetto, la vita perfetta. Mi incolpavo di ciò. Così mi sono sentito in dovere di aiutare mia madre. Sono entrato nel giro, sia della droga e di tutto il resto." Si fermò un attimo e si mise seduto, guardando il viso di Haley. Voleva capire che effetto avessero su di lei queste cose, si aspettava che si alzasse dal letto e andasse via, ma Haley non lo fece. Resto lì e lo prese per mano, incitandolo a continuare. "I rapporti con mia madre si sono rovinati, non c'è giorno che non litighiamo incolpandoci a vicenda della merda in cui ora ci troviamo. Non riesco a guardarla, perché se ora sta così male penso che è solo colpa mia e che non sono riuscito ad aiutarla."
"Ashton" lo richiamò Haley. "La colpa non è tua. Non hai fatto niente. Sei solo un ragazzo, non puoi addossarti queste colpe."
"Se non fosse stato per Calum, io non so se sarei qui" aggiunse Ashton, abbassando lo sguardo.
"Anche Kimberly ti ha aiutato molto, vero?"
"Kimberly" Ashton sussurrò quel nome e sorrise malinconicamente. "Lei è stata la mia salvezza."
Haley sorrise debolmente. Sentì un po' di fastidio crescere ma cercò di ignorarlo. Ashton aveva amato Kimberly, lei lo sapeva. Glielo aveva appena letto negli occhi. Ma non era questo che la infastidiva. Il problema era che lei si sentiva sempre così inutile, anche adesso che Ashton le stava raccontando queste cose. Mentre Kimberly l'aveva aiutato in un periodo difficile della sua vita e l'aveva salvato. Era quello che Haley avrebbe voluto fare, ma a quanto pare non ne era capace.
"L'amavi, vero?" gli chiese, pur sapendo la risposta.
"Molto. E' stata la mia àncora in un periodo in cui anche solo svegliarmi al mattino era un problema per me. Era sempre così solare, divertente, non ti annoiavi mai con lei. Era sempre disponibile ad aiutare gli altri, anche se aveva i suoi di problemi. E ne aveva davvero tanti, ma li nascondeva bene. Li metteva da parte, metteva su una maschera e si impegnava per far sì che gli altri risolvessero i loro problemi e iniziassero a vivere una vita felice, mentre lei poteva solo sognarla." Ashton chiuse gli occhi, sentendoli riempirsi di lacrime. Non doveva piangere, non davanti ad Haley né nessun altro. Haley si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro, posando la testa sulla sua schiena "Lei ti amava?" gli chiese.
"Forse. Non ne abbiamo mai parlato esplicitamente. Non ne ho mai avuto il coraggio e quando avevo deciso di dirglielo, mi è stata portata via. In realtà avevo cominciato a perderla già da un po' di tempo prima" disse Ashton, serrando la mascella. Quei ricordi lo stavano divorando, ma voleva condividerli con Haley. Lo voleva davvero.
"Cosa le è successo?"
"Lei aveva davvero tanti problemi, ma non ne parlava con nessuno. Li teneva tutti per sé, diceva di essere abbastanza forte per poterli gestire da sola. E sembrava così, ma poi hanno vinto loro. I problemi aumentavano e i suoi sorrisi non bastavano per sconfiggerli. Ha iniziato a spegnersi, lentamente. La differenza io la notavo, la notavano tutti. Sorrideva sempre di meno, parlava poco e il tempo che passava con noi diminuiva sempre di più. Io e Calum cercammo in tutti i modi di aiutarla, proprio come lei aveva fatto con noi e proprio quando sembrava ci fossimo riusciti a riportare indietro la nostra Kimberly, scoprì di avere un tumore. E' successo tutto in pochi mesi, Haley. E' andata via e mi ha lasciato solo. Aveva promesso che sarebbe rimasta con me, ma non l'ha fatto" concluse Ashton e il silenzio calò nella stanza. Haley era devastata da quel racconto, ma si fece forza. Doveva farlo per entrambi. Adesso era il turno di Ashton, quello di essere debole. E voleva fargli capire che se era quello che voleva, poteva farlo con lei. Non c'era bisogno di nessuna maschera, non doveva mostrarsi forte ai suoi occhi. Soprattutto non in quel momento. Doveva essere semplicemente Ashton.
"Ashton" lo chiamo Haley e lui alzò il viso, puntando lo sguardo in quello di leim "Permettimi di restare, perché ho intenzione di farlo." Ashton rimase inerme a guardarla qualche secondo, per poi avvicinare il viso al suo e fermandosi a pochi centimetri dal suo viso.
"Resta" sussurrò, per poi poggiare le sue labbra sulle sue.[Spazio autrice]
Spero vi piaccia.
Volevo dirvi che manca poco alla fine della storia, spero che tutto quello che ho scritto e scriverò in seguito sia di vostro gradimento. Scusatemi per il ritardo.
Giada
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Nobody.
FanfictionDopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persone, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore. Ti abitui alla so...