New beginnings.

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Una Domenica piovosa e forse il giorno peggiore di quella settimana per Haley.
Per le strade soffiava un vento forte e la pioggia cadeva incessantemente. Mai, da quando si trovava lì, Haley aveva visto un tempo così cupo e freddo. Ma sembrava aver avuto un tempismo perfetto. La pioggia, le nuvole grigie e il vento freddo creavano un’atmosfera cupa e malinconica, che di solito avrebbe rilassato Haley ma che adesso rispecchiava solamente il suo umore che andava peggiorando sempre di più. 
Calum guidava il veicolo sui cui si trovavano anche lei e Janelle, diretti all’aeroporto. La settimana era passata tra uscite, risate e momenti di gioia. Nemmeno un attimo sprecato. E adesso, quando la grande entrata della struttura entrò nella loro visuale, il dolore allo stomaco di Haley aumentò. Più che dolore, era un fastidio. Quel fastidio che si prova quando si ha una specie di malinconia. Quando ti viene da piangere, ma non piangi.
La testa le martellava incessantemente a causa delle poche ore di sonno, il fastidio allo stomaco  e gli occhi lucidi in attesa di poter liberare quelle lacrime aumentavano il disagio di Haley, mentre pensava che non appena Janelle sarebbe salita su quell’aereo sarebbe tornata quella fastidiosa solitudine, le distanze avrebbero ripreso il sopravvento, la scuola sarebbe cominciata così come le ansie, le mancanze e le notti insonne.
La portiera dell’auto sbatté e Haley si accorse solo in quel momento che la macchina fosse ferma nel parcheggio e che Calum e Janelle fossero appena usciti dal veicolo, in attesa che lei li raggiungesse. Scosse la testa e cercò di mettere su un’espressione rilassata. Scese dall’auto e affiancò l’amica, rivolgendole metà sorriso.
Janelle ricambiò, poggiandole un braccio sulle spalle stringendola a sé. Nessuna delle due disse nulla, sapendo che quei gesti contassero più di una parola. 
Calum affiancò Janelle dopo averle preso la valigia ed essersi assicurato di aver chiuso bene l’Opel Adam. Afferrò la mano libera della bionda facendo incrociare le loro dita, mentre Janelle teneva ancora stretta a se Haley e insieme entrarono all’aeroporto.
La forte voce metallica risuonò per l’intero spazio occupato da gente che andava avanti e indietro con grandi carichi di valigie, per lo più persone d’affari vestiti in giacca e cravatta, lasciando il primo annuncio del volo 260 che sarebbe decollato tra trenta minuti nel gate 34, quello su cui Janelle sarebbe dovuta salire.

"Io intanto vado a consegnare le valigie Jane." Disse Calum, rompendo il silenzio. Janelle annuì prima di lasciare un bacio sulle labbra al ragazzo e lasciarlo andare.
"Siete davvero perfetti insieme, Jane" disse Haley, una volta che il moro fu lontano da loro. Janelle le sorrise e la strinse in un abbraccio che Haley ricambiò. 
"Mi mancherai, da morire" sussurrò Janelle, senza interrompere il contatto.
"Non voglio che tu vada, sarà più difficile di prima adesso che ci siamo viste." La voce di Haley tremò e la gola le fece male per le lacrime che stava trattenendo. Al pensiero che presto non avrebbe più potuto abbracciarla, né uscire con lei provò un’odiosa sensazione di vuoto. Senza i loro scherzi, le loro uscite, le loro risate le giornate sarebbero stato più vuote. Una lacrima le rigò il viso, incapace di trattenerla. Rimasero abbracciate, senza dire una parola e con il silenzio rotto dai loro singhiozzi.
"Ti voglio bene Hal, stai attenta." Janelle si asciugò il viso, per poi prendere il volto dell’amica tra le mani e asciugarle le guance. Nonostante fosse rimasta con lei due intere settimane, non era riuscita a capire bene la situazione di Haley e Ashton. Non ne aveva fatto parola per tutta la settimana, dopo che Calum gli avesse riferito che non si sarebbero più visti, ma comunque sapeva che Haley era turbata. E aveva il dubbio che la sua migliore amica fosse turbata proprio dall’assenza del biondo. Ma Haley le aveva assicurato più volte che non fosse così e lei aveva finto di crederle. Aveva già molte cose a cui pensare e non avrebbe voluto farle capire che forse, dentro di lei stava nascendo qualcosa nei confronti di quel ragazzo. Forse curiosità o qualcosa del genere, ma era sicura che qualsiasi cosa fosse l’avrebbe portata ancora ad avere dei confronti con lui e Janelle non sapeva se preoccuparsi o meno di questo.
"Ti voglio bene anche io. Adesso andiamo, Cal ci sta aspettando." Haley fece un mezzo sorriso, come a chiederle scusa per non essere riuscita ad essere più forte. Odiava mostrarsi debole di fronte agli altri, ma non con Janelle. Solo che non avrebbe voluto crollare così davanti a lei, sapendo che lei ci sarebbe stata male. Janelle le sorrise rassicurandola, facendole capire di non preoccuparsi. Si conoscevano abbastanza bene da capirsi con uno sguardo, nonostante si fossero viste per la prima volta solo due settimane fa. Insieme si avvicinarono al moro, che non aspettandosi il loro arrivo, cercò di asciugarsi qualche lacrima che aveva lasciato andare. Janelle non disse niente, né ci scherzò su. Lo abbracciò solamente, legando forte le sue braccia al collo del ragazzo che prontamente legò le braccia intorno alla vita esile della ragazza, stringendola a sé. 
Ancora una volta, la voce metallica lasciò l’ultimo avviso riguardante il volo e capirono che il momento fosse arrivato. 
"Io aspetto qui, Cal tu vai con lei" sorrise Haley, dopo aver deciso di lasciarli soli negli ultimi minuti. Il legame tra i due si era rafforzato molto e sapeva quanto anche Calum soffrisse per la partenza di Janelle. Sorrise ad entrambi, per poi stringere in un veloce abbraccio l’amica e lasciarli soli.
"Vieni, questo lo porto io." Calum prese il borsone di Jane, per poi far intrecciare le loro mani e incamminarsi verso il piccolo corridoio che presto avrebbe dato il via alla loro distanza. 
"Sono felice di averti conosciuto e sono ancora più felice nel sapere di lasciare la mia migliore amica in buone mani." Quando si fermarono davanti alle porte grigie del lungo corridoio, Janelle intrecciò entrambe le loro mani. 
"Anche io sono felice di averti conosciuta, davvero molto. E questa settimana sono stato bene con te" Calum avvicinò il suo viso a quello della ragazza, poggiando la sua fronte su quella di lei.
"Cal, saresti disposto ad aspettarmi?" Gli soffiò sulle labbra lei, timorosa della risposta. Non era certa che Calum volesse avere una relazione con lei, soprattutto se a distanza.
"Per sempre." La risposta del ragazzo sorprese Janelle, che si morse il labbro per non lasciare andare ancora le lacrime.
"Non occorre che sia per sempre, ma solo un po’. Ci rivedremo presto." 
"Lo so, ma io ti aspetterei anche per sempre se ce ne fosse bisogno. Tu mi piaci davvero, Janelle." Una lacrima rigò il viso del moro, che non aspettò un minuto di più per far incontrare le loro labbra. Calum spostò una mano sul fianco di lei e l’altra sul viso, mentre lei avvolgeva le sue braccia intorno al collo del ragazzo così che fossero più vicini. Non fu un bacio da addio, ma un bacio pieno di passione e affetto. Un bacio sentito, vero. 
Si staccarono, entrambi ansimanti e con le lacrime agli occhi. 
"Sbrigati a tornare, piccola." Le sussurrò Calum, la sua fronte ancora poggiata su quella di lei e le loro labbra a poca distanza. 
"Lo farò. Prenditi cura di Haley e di te stesso, fino a quando non sarò tornata." Sussurrò lei in risposta, prendendo poi l’iniziativa e far incontrare per l’ultima volta le loro labbra in un bacio più lento. 
Una hostess li informò gentilmente che presto le porte sarebbero state chiuse, così Janelle annuì e dopo aver preso la sua valigia, sorrise a Calum e andò. Solo quando Janelle non fu più nella sua visuale, Calum sospirò e decise di raggiungere Haley. 

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