Starry sky.

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Haley rimase sconcertata dall’inattesa rabbia di Josh. L’aveva visto sempre con il sorriso sulle labbra e con un tono pacato ma la vena che pulsava sul suo collo, le mani strette in due pugni e la mascella serrata le fecero capire che questo era un Josh con cui non aveva mai avuto nulla a che fare.
“Josh, non c’è motivo di fare così. Se mi ascolti ti spiego tutto” la voce di Haley uscì sommessa.
“Haley non c’è nulla da spiegare. Devi solo dirmi cosa ci faceva quel ragazzo fuori casa nostra, con te!” Josh si passò nervosamente una mano tra i capelli, scompigliando il ciuffo castano.
“Sono davvero andata a fare da baby-sitter a una bambina, Josh. Solo che è sua sorella. Capisco che Ashton non abbia una buona nomina, ma a me non ha fatto niente. Penso che il tuo comportamento sia eccessivo.” Haley alzò lo sguardo, posandolo timidamente su Josh che adesso sembrava essersi calmato.
“Haley siediti, devo spiegarti una cosa.” Josh cercò di ricomporsi, raccolse la sedia precedentemente caduta a terra e si sedette. Haley, ancora confusa e agitata, lo imitò.
“Il primo giorno in cui sei venuta qui, ti ho detto di stare alla larga da quel ragazzo, ricordi?” Josh si fermò e Haley si limitò ad annuire, così Il ragazzo riprese il discorso “Quindi te lo ricordi. E non capisco perché tu non mi dia ascolto. Devi stare lontana da quel ragazzo Haley, lui è..”
Haley vide Josh arrestarsi di colpo, come se stesse per dire qualcosa di troppo. Fu in quel momento che capì che qualcosa non andasse, che ci fosse di più oltre al ‘è un ragazzo che non fa per te’.
“Lui è cosa?” lo intimò Haley.
“Lui… Devi stargli lontano. Non so quando, come o perché tu abbia cominciato a fare da baby-sitter in casa Irwin, ma sono sicuro del fatto che non ci metterai più piede.” Il tono rigido di Josh fu una novità per Haley, ma ciò che la fece restare allibita fu l’imposizione di Josh.
Non poteva privarla di fare ciò che voleva, almeno non senza un motivo valido.
"Non puoi.” rispose semplicemente, stringendo le mani sulle sue gambe in due pugni.
“Posso, Haley. Lo faccio per il tuo bene.”
“Okay, allora facciamo così” Haley si fermò un momento, insicura se continuare o meno. Voleva a tutti i costi delle risposte, ma sapeva anche di aver paura della verità. Sapeva che ci fosse qualcosa che avrebbe potuto scoprire di Ashton che non le sarebbe piaciuto. Non riusciva a capire il motivo, ma c’era quel qualcosa che l’attirava in lui. Voleva scoprirlo: il suo passato, il suo vero carattere, lui. “Io smetterò di avere a che fare con Ashton e la sua famiglia solo se tu mi dirai il vero motivo, Josh.”
Quest’ultimo sbarrò gli occhi, notevolmente sorpreso dall’astuzia della ragazza. Non poteva rivelarle nulla, non ora. Forse mai.
“Lui..” Le parole gli morirono in gola e il suo sguardo vagava per la stanza nella speranza di guadagnare tempo, di trovare le parole giuste. “Lui è un ragazzo strano, Haley. So che tu questo lo sai bene. Lui è pericoloso. Ti faresti del male, Haley.”
Haley sospirò e sentì gli occhi velarsi di lacrime. Aveva di fronte l’unica persona a cui aveva dimostrato il suo affetto dopo due anni di apatia e adesso quella stessa persona le stava mentendo. Perché lei lo sentiva, c’era qualcosa che lui le stava omettendo. Qualcosa di importante, probabilmente.
“Per me abbiamo finito, Josh. Spero tu ti sia calmato.” Haley si alzò, con lo sguardo sulle sue Vans e le mani intrecciate. Il nodo che le si era formato alla gola le faceva male e gli occhi erano ormai sul punto di un lungo pianto. Voleva salire in camera sua al più presto, non voleva crollare sotto il suo sguardo.
“Haley, aspetta” Josh cercò di fermarla, ma Haley lo ignorò aumentando il passo e salendo rapidamente in camera sua.
Si lasciò cadere sul letto e le lacrime cominciarono a rigarle fastidiosamente il viso, bagnando anche le coperte che coprivano il letto. Sapere che Josh le stesse mentendo, nascondendole informazioni, le faceva male. Era questo ciò di cui aveva paura, affezionarsi alle persone. Perché la realtà è che le persone a cui vogliamo bene sono quelle a procurarci maggior dolore.

“Davvero, sei simpatico. Hai già bevuto a quest’ora?” Lo derise Calum, mentre continuava a giocare alla console.
“Calum, continua e ti prendo a pugni. Seriamente.” Ashton si sdraiò completamente nel letto dell’amico. “Molla quel cazzo di joystick e dammi quel cazzo di numero!”
“Quindi non stai scherzando?” chiese il moro, mettendo la partita in pausa e rivolgendo completamente l’attenzione al moro.
“Credi che se stessi scherzando sarei rimasto a chiederti il numero da un’ora!? Calum, seriamente. Adesso dammi quel numero.” Ashton alzò impazientemente gli occhi al cielo. Già il solo fatto di dover chiedere il numero di una ragazza al suo migliore amico lo irritava, ancora di più il fatto che Calum la tirasse così tanto per le lunghe.
“Non potevi chiederlo a lei?” Calum si alzò, sedendosi poi di fronte all’amico.
“Non sei mai stato così irritante in tutta la tua vita, questo lo sai Calum?” proferì velenosamente il biondo, facendo sghignazzare l’amico che però tornò subito serio.
“Ashton non posso darti il suo numero.” Calum adesso era serio, lo pensava davvero. Non sapeva come Haley l’avrebbe presa e sicuramente non voleva litigare ancora con lei. Una volta gli era già bastato, probabilmente per sempre.
“Calum, forse non hai capito. Tu devi darmelo. Devi.” Ashton calcò sull’ultima parola, tirandosi a sedere. Il suo sguardo penetrante si posò sul volto del moro, che però non fece una piega. Ormai questi metodi con lui non funzionavano, probabilmente non avevano mai funzionato, perché lui conosceva il vero Ashton. Ma adesso Ashton si stava davvero irritando. Voleva quel numero, voleva portarla fuori, voleva stare da solo con lei.
“E sei lei venisse a sapere che sono stato io a dartelo? E poi francamente Ashton, chi se non io? Sono l’unico amico che avete in comune” disse ovvio, incrociando le braccia al petto. “Non voglio litigare con Haley, Ash.”
“Non litigherai con la tua cazzo di amichetta, okay? Non lo scoprirà. Sarà una mia responsabilità, promesso. Ma adesso, potresti darmi quel numero?” Ashton provò ad ammorbidire i toni, perché era davvero sul punto cruciale.
Dopo qualche sospiro di troppo, Calum diede il numero di Haley al suo amico, sperando di non star facendo la cosa sbagliata.
“Dove la porterai?” gli chiese Calum, lasciandosi scivolare sullo schienale della comoda sedia.
“Non lo so.” Ashton rispose senza alzare lo sguardo dallo schermo dal cellulare.
“Perché vuoi portarla fuori?”
“Non lo so.”
“Perché l’hai baciata?”
“Non lo so.”
“Perché non ammetti di essere uno stupido?” ghignò Calum.
“Non lo s-” Ashton si fermò di colpo, capendo il gioco del moro. Gli rivolse uno sguardo truce, cercando di trattenere un sorriso. “Calum stai davvero rischiando grosso. Non credo che Janelle ti vorrebbe ancora con la faccia gonfia e viola.”
Calum scosse la testa e rise, facendo ridere anche Ashton. Si stupì del fatto che Ashton si lasciò andare in una risata tranquilla, liberatoria. Per un attimo pensò di avere davanti l’Ashton di due anni fa.
Forse, sarebbe potuto tornare. Forse, non tutte le speranze erano perse.

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