Bad memories and new threats.

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Quella voce non le era mancata per niente.
Haley si irrigidì, il suo respiro divenne pesante e la tensione in quel tavolo era così tesa che chiunque se ne sarebbe accorto. Non voleva girarsi, non le andava proprio a genio di incontrare quei due occhi verdi sapendo che ci avrebbe trovato solo rabbia e odio. 
Le due amiche si scambiarono uno sguardo. Le iridi grigie di Abbie fisse in quelle azzurre di Haley. Rimasero così, a fissarsi. 
Abbie cercava di capire cosa avrebbe potuto fare per aiutare l’amica, il tono di voce di Ashton era piuttosto chiaro e si poteva benissimo capire che fosse arrabbiato con Haley. Non era a conoscenza del motivo, ma era pronta ad aiutare Haley in qualunque caso. Solo che non sapea cosa fare.
"Tranquilla" le mimò Haley cercando di tranquillizzarla e Abbie annuì. 
"Bennet, sei sorda?" Il biondo sbatté violentemente le mani sul tavolo azzurro, facendo sobbalzare entrambe le ragazze. 
Haley chiuse gli occhi e fece un lungo sospiro. Aveva paura di quel ragazzo, ma era stanca di farsi trattare così quando non aveva nessuna colpa. Ne aveva davvero abbastanza. Si girò di scatto, cercando di reggere lo sguardo di fuoco che il biondo gli stava lanciando.
"Cosa vuoi?"
"Devi smetterla. Stai giocando con il fuoco, Bennet. Io ti ho avvertita. Stai per caso cercando di farmi arrabbiare? Perché ci stai riuscendo." Il tono di voce del ragazzo non era alto, aveva pronunciato quelle parole taglienti in un sussurro, avvicinando sempre di più il suo viso a quello della ragazza, che cercava di dimostrarsi forte.
"Io non sto facendo niente. Credo che tu abbia qualche problema." La ragazza si alzò di scatto ritrovandosi di fronte a lui. Strinse le mani in due pugni,cercando di controllare la rabbia. Sapeva che questo suo comportamento avrebbe portato delle conseguenze, ma adesso non le importava. Non voleva continuare a farsi sottomettere così.
"Te lo ripeto: stai attenta, Bennet." Il ragazzo la strinse tra il suo corpo e il tavolo, senza distogliere nemmeno per un attimo lo sguardo dagli occhi di lei. Rimase a fissarla ancora, per poi lanciare uno sguardo di fuoco anche a Abbie e uscire dalla sala della mensa. 
Tutti la stavano guardando, anche Calum. Chiuse gli occhi, cercando ancora una volta di controllare quell’ondata di emozioni che la colpiva ogni qualvolta avesse un incontro con quel ragazzo.
Si ricompose e come se nulla fosse, dopo essersi passata le dita tra i capelli spostandoli verso dietro, tornò a sedersi.
Nella sala era tornato a regnare il vocio di tutti i presenti, mentre nel tavolo delle due ragazze regnava assoluto silenzio.
Haley sapeva che l’amica la stava guardando, in attesa di spiegazioni, ma non alzò lo sguardo. Prese nuovamente la forchetta di plastica cominciando a scartare con malavoglia la verdura dentro al piatto.
"Haley" Eccola. Haley sapeva che quella semplice parola era una richiesta a delle spiegazioni.
"Sì?"
"In che guai ti sei cacciata?" A quel punto Haley alzò lo sguardo. Abbie era seria, mai stata così seria prima di allora.I lineamenti tesi e le labbra serrate.
"Di cosa parli?"
"Haley, tutti sanno che Irwin non è il tipo con cui stringere amicizia e di certo il dialogo che avete appena avuto non è quello che si ha tra normali amici."
"Abbie, lo so bene." Haley si arrese, lasciando cadere la forchetta sul vassoio.
"E allora? Puoi spiegarmi?" Il tono di Abbie era basso, ma abbastanza udibile da far sentire il suo tono di voce che pretendeva risposte.
"Io devo andare. È tardi." Haley si alzò velocemente dal tavolo, prendendo distrattamente la borsa.
"Haley, aspetta!" Abbie si alzò, cercando di tenere il passo dell’amica, ma senza risultati.
"Ci vediamo pomeriggio Abbie!" Haley la salutò con un veloce gesto della mano, per poi velocizzare il passo e uscire di corsa dalla sala.

Le ore passarono in fretta e Haley si stava recando all'appuntamento con Abbie e l'ansia stava prendendo il sopravvento. Non sapeva come comportarsi, l’unica cosa che sapeva per certo era che si sentiva in colpa per come era scappa via dall'amica qualche ora prima. Era delusa da se stessa. Odiava avere problemi, ma odiava ancora di più scappare da essi. Si era promessa che li avrebbe sempre affrontati, mentre ora si ritrova ad osservare l’amica a qualche metro di distanza e cercare le parole giuste da dire.
Era arrivata persino a pensare di tornarsene a casa e di disdire l’appuntamento, ma proprio quando stava per rivalutare l’ipotesi, l’amica cominciò a sbracciarsi cercando di attirare la sua attenzione.

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