Voodoo Doll.

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Il vento le sferzava i capelli, non intrappolati nel casco questa volta, mentre sfrecciavano senza limiti per le strade buie di Hornsby.
Le parole di Ashton le rimbombavano ancora in testa, facendo nascere una serie di domande che avrebbe voluto fare a tutti i costi ad Ashton. Voleva sapere cosa aveva perso di così importante da farlo diventare così. Lei voleva le risposte a tutte quelle domande che si stava ponendo da quando aveva incontrato per la prima volta quei occhi oscuri e pieni di mistero. Si sentiva come una bambina alle prese con il suo primo puzzle complicato. E le risposte erano i tasselli che le servivano per completarlo.
Ashton quella sera un tassello glielo aveva donato, senza saperlo forse, ma lo aveva fatto. Quelle poche risposte che si erano dati erano serviti ad entrambi per sapere un po' l'uno dell'altro, forse non abbastanza, ma era un inizio.
Un senso di confusione e disagio prese il sopravvento e sentì un fastidio alla bocca dello stomaco. Era confusa da tutta la situazione, era troppo per lei, forse. Non riusciva a capirlo. La presenza del ragazzo le creava questo e lei stava riuscendo a capirlo solo ora. In presenza di Ashton, Haley non riusciva a ragionare razionalmente. La mente le si offuscava e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era alla sua presenza, ai suoi occhi, alle sue labbra, alla sua vita a lei sconosciuta e al suo passato, anch'esso luogo inesplorato per lei. Capì di essersi cacciata in qualcosa più grande di lei, quando capì che lei di quelle cose voleva venirne a conoscenza.
Troppo presa dai suoi pensieri, non si accorse di aver stretto maggiormente le braccia intorno al ragazzo, prendendo il tessuto leggero della sua maglia tra le dita. Ashton se ne accorse però, ma si limitò a corrugare la fronte e aumentare la presa sull'acceleratore. Svoltò l'angolo, entrando nella Yardley Ave. La loro strada.
La serata era giunta al termine e odiò più delle altre volte l'idea di dover tornare a casa. Si era trovato bene, quella sera. Quell'uscita che era iniziata male si era conclusa nella maniera meno prevedibile, proprio non se lo aspettava. Ma quell'uscita lo aveva rilassato, in un certo senso. Il giro in moto, le stelle, il mare, la sua voce. Gli era piaciuto sentirla parlare anche se aveva sentito quella malinconia nella sua voce, e proprio non riusciva a smettere di chiedersi il perché. Ancora erano tante le cose che non sapeva di lei e sapeva bene che dovesse fermarsi qui, che avrebbe dovuto prendere ora più che mai le distanze da lei. Eppure continuava a ripetersi che scoprire, anche se poche e piccole cose sul suo conto, gli aveva fatto piacere. E con quelle piccole informazioni, capì che si sbagliava. Che lei non era una ragazza come le altre. Che lei era diversa da tutte, anche dalla sua Kimberly. Cercò di ignorare la presa della ragazza che si faceva sempre più salda e si fermò a due traverse prima dalla casa di Bennet. Aveva avuto dei precedenti e sapeva per certo che se l'agente Bennet avesse visto la ragazza in sua compagnia avrebbe solo fatto aumentare i suoi guai e non ne aveva davvero bisogno. Quindi per il bene di entrambi, più per il suo però, spense la Harley.
"Scendi." La sua voce era tornata quella di sempre e Haley non riuscì a nascondere il fastidio per questo. Pensava che adesso le cose fossero cambiate, almeno un po'. Ma poi si diede della stupida, e pensò che forse era questo il vero Ashton. Che un Ashton gentile e spensierato non esisteva.
"Senti, mi dispiace. Non sapevo che Calum ti avesse raccontato quello che è successo con Josh. Io non so cosa sia succ-"
"Cosa? Cosa doveva dirmi Calum?" I lineamenti del suo viso divennero rigidi e Haley si morse il labbro quando capì di aver detto qualche parola di troppo.
"Io pensavo che"
"Ti ho fatto una domanda. Rispondi." Non la urlò quella frase, Ashton. Ma il suo tono di voce era abbastanza freddo e distaccato da far venire i brividi ad Haley.
"Josh non vuole che io parli con te" ammise, con lo sguardo basso. Aspettò che il ragazzo dicesse qualcosa, ma non lo fece. L'unica cosa che uscì dalle labbra del biondo, fu una risata sarcastica.
"Io non so cosa sia successo tra te e Josh, ma non m'importa" disse Haley, senza guardarlo. Si fermò un attimo, sperando che Ashton avesse qualcosa da dire, ma niente. Allora si sentì una stupida e decise di tornarsene a casa. Si voltò, dandogli le spalle, ma la voce di Ashton la fermò.
"Hai ragione, non sono affari tuoi. Non deve importarti nulla." Haley lo guardò dispiaciuta, perché tutto quello che aveva da dirle era stato quello. Di farsi gli affari suoi, come sempre. Annuì debolmente, continuando poi a camminare.
"Dai, sali." Ashton la fermò ancora e lei rimase ferma a guardarlo. Il suo volto era inespressivo, niente che potesse farle capire il suo attuale umore.
Scosse la testa, chiedendosi perché quel ragazzo fosse così misterioso, così lunatico. E sorrise, contenta che non la potesse vedere. Non lo sapeva nemmeno lei il motivo di quel sorriso, ma era lì. Ed era il sorriso più vero di quel periodo.
Pochi secondi dopo la moto si fermò ancora, però questa volta davanti alla casa di Haley.
"Prima di andare, volevo sapere il perché di questa uscita." Gli chiese Haley. Erano uno di fronte all'altro. Lui poggiato alla Harley nera, lei di fronte. Ashton fece spallucce, senza darle una vera risposta. Ma Haley se la fece bastare quella scrollata di spalle, sapendo fin dall'inizio che una risposta a quella domanda non l'avrebbe mai avuta. Anche se un po' ci sperava.
"Okay." Fece un piccolo sorriso, mentre giocava con le sue dita. "Comunque sia, mi è piaciuta. Forse solo dalla sosta al porto in poi." Sorrise ancora.
"Anche a me." La sorprese, facendole alzare lo sguardo di scatto. I loro occhi si incontrarono, ancora. Il verde nell'azzurro.
"Ciao." Lo salutò Haley, ricevendo un cenno con la testa in risposta. Si voltò e con passi lenti percorse il vialetto che la separava da quella che ormai era diventata la sua casa da ormai due mesi. Sentiva lo sguardo del ragazzo bruciarle addosso, lo sentiva sulla schiena.
Ashton salì sulla moto, ma partì solo dopo che Haley si chiuse il portone bianco alle spalle.

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