Ogni giorno usiamo milioni e milioni di parole, ma non sempre sappiamo il vero significato di alcune di esse. Molto spesso prendiamo alla leggera le parole che usiamo, utilizzandole in maniera inopportuna. E a volte per imparare il significato di certe parole non basta leggerlo su un dizionario, ma bisogna viverlo con la propria pelle. Parole come tristezza, solitudine, paura, le utilizziamo tutti i giorni e in maniera costante, a volte affiancandole anche ad argomenti banali, ma quanti di noi sanno davvero cosa significhino? Quanti di noi le hanno vissute in prima persona?
Potrebbe sembrare banale, ma è così. Non ci fermiamo quasi mai a chiederci il reale peso che porta ciascuna parola.Haley, invece, della tristezza, della solitudine e della paura, ne conosceva ogni sfumatura perché aveva avuto a che fare con ognuna di esse. Lo aveva provato sulla propria pelle. Quella ragazza con aria assente, dagli occhi azzurri, stanchi e spenti da troppo tempo ormai, che stava in piedi davanti all'assistente sociale mentre veniva informata della nuova famiglia con cui presto sarebbe andata a vivere. Ma in realtà Haley non stava realmente ascoltando e non perché fosse maleducata o perché non le importasse, ma semplicemente perché pensava che sarebbe stato tutto inutile, che di false speranze non ne voleva più sapere. Sapeva che questa famiglia si sarebbe comportata come tutte le altre, ovvero l'avrebbe restituita all'istituto, rispedita indietro come se fosse un oggetto difettoso.
Pensava questo perché era così che era andata nei due anni passati. Due anni duranti i quali era stata portata da una casa all'altra perché nessuno voleva prendersi cura di quella ragazza che di viva aveva solo le sembianze. E fu proprio in quei due anni che Haley capì a pieno il significato di parole e situazioni a cui anni prima non avrebbe neanche mai pensato.
«Haley non mi stai ascoltando », la signora Benson sbuffò spazientita.
«Mi scusi, non era mia intenzione ignorarla, solo..» La voce della ragazza si fermò, perché non sapeva cos'altro aggiungere. La voce era spenta e priva di emozioni, proprio come desiderava. Aveva smesso di far trasparire le sue emozioni il giorno stesso in cui si svolsero i funerali della sua famiglia. Era troppo da sopportare e aveva sentito di non potercela fare da sola, non voleva affrontare i suoi sentimenti perché sentiva che l'avrebbero devastata e l'unica via di uscita che vide fu quella.
«Haley, capisco che in questi anni tu abbia perso la fiducia a causa delle cose che ti sono successe, ma questa volta credo di aver trovato davvero una soluzione per te!» La donna la guardava con occhi così pieni di speranza che Haley non se la sentì di interromperla, tenne i suoi pensieri per sé e la lasciò continuare.
«L'uomo che sta arrivando sembra essere davvero una persona gentile e sono sicura che sarà una svolta per te» Haley annuì, soppesando quelle parole. Soluzione. Davvero pensava che ci sarebbe potuta essere una soluzione per una ragazza distrutta, spenta e vuota? Nessun nuovo posto, nessuna nuova città e nessuna nuova casa avrebbero fatto tornare la sua famiglia, la sua vecchia vita e la vecchia Haley. Niente e nessuno avrebbe potuto.
«Va bene signora Benson» disse infine.
«Ora puoi andare di sopra a preparare i tuoi bagagli, verrò a chiamarti quando sarà arrivato.»
Haley salì in camera sua e in poco tempo raccattò tutte le sue cose in una piccola valigia e in un bagaglio a mano, dal momento che non aveva molti effetti personali. Dopo aver adagiato entrambi sul letto si avvicinò allo specchio fisso sulla parete destra della stanza, vicino la scrivania, e cominciò a scrutare la sua immagine riflessa nello specchio, notando da sola gli innumerevoli cambiamenti avvenuti in quei due anni. Ma i cambiamenti che più la colpivano non erano quelli dovuti alla sua crescita. I suoi occhi azzurri erano vuoti e stanchi, gli stessi occhi che due anni prima, prima di quel giorno, erano sempre felici e trasmettevano gioia. Le sue labbra ora costantemente serrate, una volta si aprivano sempre in un sorriso smagliante e contagioso che arrivava da un orecchio all'altro. Si lasciò scappare un sospiro e decise di piantarla con quei pensieri, che di certo non avrebbero cambiato la situazione.
Afferrò il suo cellulare e si gettò sul letto, constatando che ci fossero dieci messaggi ancora non letti da parte di Janelle.
Dopo la morte della sua famiglia, Haley non aveva più nessuno. Era sola, completamente. Fino a quando non conobbe Janelle. Le due ragazze si conoscevano ormai da quasi un anno, ma non si erano mai viste. Era nata tra loro un'amicizia a distanza che giorno per giorno crebbe sempre di più, fino a diventare qualcosa che nessun tipo di ostacolo avrebbe mai intralciato. Per certi versi si poteva dire che vivessero in simbiosi, anche se distanti. Inoltre si capivano al volo e una completava l'altra. Si confidavano i loro pensieri, discutevano dei loro problemi e cercavano di aiutarsi come meglio potevano. Non c'era giorno in cui Haley non ringraziava chiunque fosse stato, destino o meno, a farle conoscere. Molto spesso le capitava di soffermarsi a pensare che se non avesse avuto Janelle, sarebbe già caduta in un buio profondo dal quale non sarebbe mai più uscita. Ma lei c'era ed era l'unica persona al mondo con la quale riuscisse a parlare di tutto e l'unica capace di far riemergere alcuni tratti della vecchia Haley.
L'arrivo di un messaggio interruppe il flusso dei suoi pensieri, attirando la sua attenzione. Lesse tutti i messaggi, uno ad uno, e in ognuno di essi le chiedeva notizie riguardo la nuova famiglia con cui sarebbe andata a stare. Ma la verità era che neanche lei sapeva molto a riguardo data la sua scarsa attenzione alle parole della signora Benson e così scrisse a Janelle, promettendole che le avrebbe scritto non appena si sarebbe sistemata. Poco dopo aver inviato il messaggio, Haley sentì bussare alla porta così si alzò e in fretta andò ad aprire, trovandosi davanti l'assistente sociale.
«Haley, è arrivato. Hai preso tutto?» La ragazza annuì e senza dire una sola parola prese i suoi bagagli. Un sospiro uscì dalle sue labbra mentre si chiudeva la porta della camera alle spalle. Si aspettava che una volta scese le scale si sarebbe trovata davanti un signore di mezz'età accompagnato dalla moglie e magari qualche bambino. Ma non c'era niente di tutto questo ad aspettarla, bensì un ragazzo che ad occhio e croce poteva avere ventotto anni o su di lì.
«Haley, lui è Josh Bennet».
La ragazza lo osservò perplessa, incurante di quanto la confusione trasparisse dal suo volto. Ma lei proprio non riusciva a capire perché un ragazzo di quell'età avrebbe dovuto prendere in affido una ragazza, tanto meno una come lei.
«Sembri delusa» disse il ragazzo, rivolgendole un gentile sorriso.
«No no» si affrettò a rispondere. «Solo che non mi aspettavo questo» disse Haley con un filo di voce, facendo un vago gesto con la mano.
«Ti aspettavi qualcuno più maturo?»
«Qualcosa del genere» rispose, sforzandosi di non apparire ostile. Non aveva niente contro di lui, era solo terribilmente stranita.
«Anche se apparentemente non sembra posso assicurarti che lo sono abbastanza da prendermi cura di entrambi, se questo può farti stare più tranquilla» disse il ragazzo, con tono scherzoso e amichevole che aiutò Haley a guardarlo leggermente in modo diverso.
«Io direi di andare» la incalzò il giovane. «Potremo chiacchierare un po' in auto e conoscerci meglio» disse Josh, mentre prendeva i bagagli di Haley. Nel mentre Haley ne approfittò per salutare la sua assistente mentre si chiedeva se e tra quanto avrebbe rivisto quel posto.«Sei contenta di essere uscita da quell'istituto?»
Dopo venti minuti di assoluto silenzio, Josh decise di rompere il ghiaccio con quella fatidica domanda. Haley però non sembrava volere lo stesso, infatti si limitò ad un'alzata di spalle. Anche se in fin dei conti quello che pensava era più di un'alzata di spalle, ma non le sembrava il caso di dire che secondo lei sarebbe anche potuta rimanere lì, perché entro una settimana l'avrebbe rispedita indietro.
«Vedo che sei di poche parole» disse ancora Josh con tono quasi dispiaciuto e Haley capì che si trovasse a disagio, nonostante ciò rimase comunque in silenzio. Pensava che esporre i suoi pensieri a qualcun altro sarebbe stato come gridare nel vuoto.
«D'accordo Haley, posso capire che tu sia rimasta confusa quando mi hai visto e non so che idea tu ti sia fatta di me. Posso esserti sembrato troppo giovane ma devi credermi, ho deciso consapevolmente di prendermi cura di te.» Riprese Josh. «Non ho una moglie, né dei figli, in casa saremo solo noi due. Voglio solo prendermi cura di te e spero riusciremo a vivere insieme sereni e aiutandoci reciprocamente.» Haley si voltò a guardarlo mentre lui, con lo sguardo attento alla strada, le diceva quelle parole. Il suo tono di voce suonava così sincero e in una parte remota della sua mente, Haley sperava che lo fosse davvero.
«Non importa quanto tempo tu abbia bisogno per fidarti di me, da oggi ci sarò io con te, per qualsiasi cosa» aggiunse il ragazzo e questa fu la frase che colpì maggiormente Haley e le venne spontaneo il desiderio di chiedergli perché avesse fatto questa scelta, ma quando fu in procinto di farlo la sua attenzione venne catturata da un gruppo di ragazzi che passava per il marciapiede. Tre di loro camminavano spensierati mentre uno, quello che catturò particolarmente l'attenzione di Haley, si trovava ad almeno un metro di distanza rispetto ai tre ragazzi e non rideva, aveva uno sguardo duro e le labbra serrate. Pensò che quella fosse tutto fuorché un'espressione spensierata. Haley continuò ad osservarlo e quando con la macchina passarono a pochi metri dal marciapiede sul quale camminava quel gruppetto, lo vide guardare insistentemente verso la sua direzione. Forse i loro sguardi si incrociarono per un secondo o forse fu solo un'impressione di Haley, ma sentì dei brividi scorrerle lungo la spina dorsale e istintivamente girò il volto dalla parte opposta, fingendo di non averlo mai visto, di non aver mai visto la freddezza che traspariva da quel viso.
«Eccoci, siamo arrivati» disse Josh, sovrastando con la voce i suoi pensieri.
Haley scese dalla macchina e dopo aver preso una delle borse, si fermò a guardare l'edificio che le stava davanti. Una villetta a due piani, la facciata bianca e il tetto grigio spiovente. Non molto differente dalle altre abitazioni che l'affiancavano.
Ancora ferma sul posto, Haley si lasciò andare ad una serie di sospiri involontari, pensando a quanto questo nuovo inizio sarebbe durato.
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Nobody.
FanfictionDopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persone, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore. Ti abitui alla so...