It can not be him.

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Lasveglia segnava le 7.00, ma Haley non aveva alcuna voglia dispegnerla e alzarsi dal letto. Era riuscita a chiudere occhio per dueore, ma due ore non le bastavano. Andava avanti così da mesi ormai.La cosa peggiore, pensò, era che ai suoi incubi si fossero aggiuntidue occhi. Due occhi che la intimorivano, che le facevano paura. Dueocchi che le sembrava di aver già visto, che le sembrava diconoscere, eppure non era così.
Si tirò su, cercando ditogliere dalla sua mente quelle immagini che continuavano atormentarla da tutta la notte. Spense la sveglia e rimase a fissareun punto indefinito della parete. Sentiva una strana sensazioneaddosso, come se sentisse che sarebbe successo qualcosa durantel'arco della giornata. Non sapeva esattamente cosa, ma sperava inqualcosa di positivo. Perché ne aveva bisogno, aveva bisogno di uncambiamento nella sua vita e nonostante ce n'è fossero già stati insoli due giorni, lei aveva bisogno di qualcosa di più forte. Diqualcosa che la facesse tornare a vivere, che la facesse tornare asentire qualcosa che occupasse quel vuoto che sentiva da troppotempo. Perché gli altri non lo sapevano, ma lei si stava pian pianospegnendo. E non voleva questo. Non voleva cadere in quel buioprofondo, non di nuovo. Questa volta non ci sarebbe stato nessuno atirarla fuori e nonostante Janelle fosse come un'àncora per lei, nonsarebbero bastati due messaggi o una chiamata a tirarla fuori da quelbaratro. Janelle in quel caso non avrebbe potuto fare niente con 4352chilometri che le dividevano.
Scosse la testa, cercando diprepararsi mentalmente ad affrontare un'altra giornata epromettendosi di passarla al meglio e magari con l'obiettivo di farequalche nuova conoscenza. Non poteva, e non voleva, continuare afrequentare quella scuola senza conoscere o parlare con nessuno.Così, dopo aver fatto un profondo sospiro, si alzò dal letto eprese un paio di jeans scuri e una felpa nera dall'armadio.
Quandoscese in cucina, trovò Josh preso dalla lettura del giornale.
«Buongiorno» lo salutò, accennando ad un ampio sorriso.
«Dibuon umore oggi?» Le chiese Josh ammiccando e ricambiò il sorrisoquando Haley annuì. Più giorni passavano sotto lo stesso tetto, piùHaley si rendeva conto di quanto fosse stata fortunata ad entrare afar parte della sua famiglia.
«Spero solo in una giornatamigliore delle altre» rispose Haley facendo spallucce. Era laverità, lo sperava davvero tanto e avrebbe fatto di tutto perchéfosse così.
«Lo sarà, ci scommetto» ammiccò Josh,distogliendo lo sguardo dal giornale. «Haley, riguardo al discorsodi ieri ho qualcos'altro da dirti»
Haley si bloccò, prestando lasua completa attenzione a ciò che aveva da dirle. «Dimmi pure»
«So che ieri ti ho detto che puoi stare tranquilla e che non c'ènulla di cui aver paura ma voglio comunque che tu scelga bene lepersone da frequentare d'ora in poi»
Haley rimase un po' confusa,non riuscendo a capire dove volesse andare a parare Josh. «Hai inmente qualcuno in particolare?»
«Forse» Josh indugiò un po',optando infine per la totale trasparenza. «Non è niente di cui tudebba preoccuparti particolarmente, ma ci sono ragazzi un po' piùfuori dalle regole da cui è meglio stare alla larga»
«Haiqualche nome?» gli disse ironicamente Haley, ma forse uno sfondo diserietà c'era. Più Josh andava avanti con quella conversazione, piùHaley pensava alla rissa tra i due ragazzi.
«Ashton Irwin»
«Cosa ha fatto di così brutto da dovergli stare alla larga?»Ormai la curiosità aveva preso il sopravvento, tanto volevachiedere.
«Diciamo che è passato a salutarci più volte incentrale e non ha una fama da studente modello, tutto qui» Joshsmise di guardarla e portò il suo piatto nella lavastoviglie. «Soche frequenta la tua stessa scuola, per ciò volevo mettermi inguardia ma non dar troppo peso alla cosa»
«D'accordo» Haley eraabbastanza stranita da questo preavviso, nonostante ciò cercò dinon dargli troppo peso. Alla fine quante probabilità c'erano cheincontrasse proprio questo ragazzo a scuola? Non erano mica gli unicidue studenti nell'intero istituto. Così lasciò cadere laconversazione e prese la scatola dei cereali, versandosene un po'.
«Ah Haley, quasi dimenticavo», quel tono di voce risuonava cosìpieno di scuse anticipate che Haley inizialmente si allarmò, curiosadi cosa avesse ancora da dirle. «So di averti detto che ti avreipresa io da scuola, ma ho dovuto fare un cambio di turno con un miocollega perciò non sarà possibile. Pensi che riuscirai a tornare dasola?»
Haleypensò che la giornata non stava iniziando così bene forse, ma tennequesto pensiero per sé. «Certo, niente di impossibile», bevve unpo' della sua aranciata convinta che la conversazione fosse conclusama Josh continuò a guardarla con uno sguardo dubbioso e dispiaciutoal tempo stesso.
«Davvero Josh, stai tranquillo » lo rassicurò.
«D'accordo.» Riprese così a mettere a posto le stoviglie,aspettando che Haley finisse la sua colazione. Quando finì mise aposto ogni cosa, sotto lo sguardo attento di Josh che guardava comein pochi giorni si muovesse per la casa a suo agio e ciò lo rendevaparecchio felice.
«D'accordo allora, andiamo?» I due siscambiarono uno sguardo d'intesa e Haley annuì, sentendo qualcosa dimolto simile alla serenità farsi spazio in lei.

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