Ci sono diversi tipi di silenzi. I silenzi pieni di dubbi, di orgoglio, di vendetta, di tristezza. Poi ci sono quei silenzi belli, quelli che accompagnano gli abbracci, quelli che ti riempiono il cuore. Il silenzio che seguì il loro bacio invece, era un altro tipo di silenzio. Uno di quelli che precede le tempesta.
Fu Haley a porre fine a quel bacio, allontanandosi quel poco che le permettesse di guardarlo negli occhi. Erano ancora abbastanza vicini da poter sentire l’uno il respiro dell’altro.
“Perché? E se volessi aiutarti? Se volessi salvarti?” sussurrò lei, senza distogliere lo sguardo da quei occhi verdi e cupi.
“Non puoi, Haley. Non ce la faresti. Ci faremmo male entrambi. Finiremo col distruggerci.” Ashton rispose dopo quelli chevad Haley, sembrarono interminabili secondi, cogliendola di sorpresa. “Sarebbe tutto così sbagliato. Tu sei un pericolo per me e io per te. Sono il cattivo, Haley.”
“No, Ashton. Non posso credere che tu lo sia davvero, non voglio crederlo. Questa cattiveria è solo la tua corazza, io lo so. È una maschera che tieni costantemente per paura che qualcosa o qualcuno possa ferirti ancora, come è già successo. Tu non sei cattivo, tu sei ferito."
Ashton rimase sorpreso da quelle parole. Lui non gli aveva mai detto niente, eppure lei era lì a dirgli come stavano davvero le cose. Lei l’aveva capito, senza che lui parlasse mai.
“Finirebbe comunque male” disse alla fine, distogliendo lo sguardo da quelle iridi azzurre e lucide che brillavano nel buio della notte.
“Non m’importa Ashton, non riuscirai a tenermi lontana. È quello che hai fatto in questi giorni, vero?” Non gli stava davvero ponendo quella domanda, la risposta lei la conosceva già. L’aveva capito adesso che non la evitava perché la odiava, ma voleva tenerla lontana perché pensava di fare del bene a entrambi. “È inutile, Ashton. Se vuoi continuare a tentare fallo pure, ma fallirai. ” Si fermò a guardarlo, aspettando che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, ma Ashton non disse niente, si limitò a cingerle la vita con il braccio destro, impedendo ai loro corpi di prendere le distanze. Haley vide crollare la maschera in quel momento e la sofferenza che vide negli occhi di lui la spiazzò. E le fece male vedere che fosse così tanta. “Perché?” sussurrò con voce tremante, forse più a se stessa che a lui. “Perché non puoi semplicemente accettare il fatto che qualcuno sia disposto ad aiutarti, che qualcuno voglia farti tornare a vivere?”
“Perché l’unica persona che avrebbe potuto farlo, è andata via anni fa.” La voce di Ashton era diversa, più bassa e malinconica. Quasi sofferente. Rimasero entrambi sorpresi delle parole che si erano detti. Ashton chiuse gli occhi, cercando di scacciare il dolore e tornare quello di sempre, con la sua maschera. Perché stava rischiando davvero tanto esternando così le sue emozioni. Si stava dimostrando vulnerabile. Ma era troppo tardi ormai, perché Haley quel dolore l’aveva sentito tutto. E pensò che se solo avesse potuto, avrebbe preso un po’ di quel dolore e lo avrebbe fatto suo, pur di non vederlo in quel modo. Ma l’unica cosa che fece fu restare in silenzio, mentre poggiava la fronte sulla spalla del biondo.
Restarono in quel modo per una decina di minuti, mentre si lasciavano avvolgere dal silenzio e dall’oscurità della notte. Sarebbe stato inutile e banale dire qualcosa, perché non c’erano parole che avrebbero fatto facilmente sparire il dolore che avevano appena condiviso.
“È tardi, torniamo dentro” disse Ashton, prendendo per mano Haley e conducendola all’interno del locale. Attraversarono lo stretto corridoio illuminato da una debole luce blu, facendo il giro più lungo così da non dover passare in mezzo alla gente sulla pista da ballo. Arrivarono al loro tavolo, trovando Calum piuttosto allarmato. Quest’ultimo puntò lo sguardo sulle loro mani ancora unite e a quel punto Ashton le lasciò la mano prendendo le distanze e riacquisendo il suo solito comportamento distaccato.
“Tutto bene?” Chiese Calum con finta disinvoltura, cercando di apparire tranquillo. Haley annuì, rivolgendogli un mezzo sorriso. E Calum capì. Gli bastò guardare di sfuggita le iridi azzurre della ragazza per capire che tra i due fosse successo qualcosa. Anche Ashton, per quanto cercasse di nasconderlo, sembrava scosso.
“Abbiamo scuola domani. Torniamo a casa” disse Ashton, rivolgendosi a Calum.
“Si, credo sia meglio. ” Calum fece un cenno con la testa ad Haley, per farle capire di andare
“Vieni con noi?” Calum si fermò davanti l’Opel, rivolgendosi al biondo.
“No, sono venuto con la Harley.” Ashton si avvicinò all’amico, dandogli una pacca sulla spalla. “Grazie per essere venuto Cal, buonanotte.”
“Ci vediamo domani, Ashton” gli rivolse un sorriso, decidendo poi di entrare in macchina e lasciarli soli.
Haley rimase immobile, con lo sguardo rivolto verso il basso, mentre Ashton le si avvicinò fino a restare a pochi centimetri di distanza.
“Domani mattina passo a prenderti con la Harley ” affermò e Haley annuì senza però alzare lo sguardo, pur sapendo che quella non fosse una domanda e che non esigesse di una risposta.
“Haley” le alzò il viso con una mano, facendo incontrare i loro occhi. “Ti ho già detto che voglio che mi guardi quando ti parlo.”
“Scusa” sussurrò lei, cercando con tutte le forze di non guardare altrove.
“Buonanotte Haley.”
“Buonanotte, Ashton."
Ashton le lasciò il viso, allontanandosi di qualche passo. Si scambiarono un ultimo sguardo, per poi prendere strade diverse.
Haley salì in macchina, facendosi scappare un sospiro non appena si lasciò andare contro il sedile.
“Ne parliamo adessobo sei stanca?” le chiese Calum, mentre avevano entrambi lo sguardo perso nel buio del parcheggio.
“Un’altra volta Cal, non credo di sapere ancora bene cosa sia successo."
“Va bene, però stai bene? Questo devo saperlo” le chiese, voltandosi verso di lei.
“Sono stanca, Cal ” rispose a voce bassa, sospirando ancora una volta. Calum annuì, pur sapendo che dietro quella risposta si nascondessero tante cose. Mise in moto il veicolo, per poi uscire dal parcheggio e muoversi tra le strade ormai isolate del posto.
Per tutto il tempo, regnò il silenzio. E nonostante Calum avesse voluto romperlo chiedendo cosa fosse successo, si limitava ad alternare lo sguardo dalla strada a lei, che teneva lo sguardo perennemente puntato verso il finestrino.
“Haley” disse a un certo punto, quando ne ebbe abbastanza dei suoi sospiri tristi e della sua aria afflitta “Avete discusso ancora?
“No ”
“E allorabcosa è successo? Hal, parla. Siete tornati da non so dove e entrambi eravate così strani. Haley, Ashton aveva gli occhi lucidi e pieni di dolore. Così come i tuoi. Vi ho visto, okay? Sapete entrambi che non potete nascondermele queste cose, le capirei comunque.” Rallentò con la macchina quando vide la casa di Haley rientrare nella loro visuale.
“Calum, io davvero non so dirti cosa sia successo. Un attimo prima stavamo discutendo e poi non lo so. Quello che è successo lì, non so spiegarlo nemmeno a me stessa. Ma ogni cosa di quello che gli ho detto, è vera. ” La sua voce era flebile, quasi come fosse sul punto di piangere. Ma non lo fece e Calum sapeva che non lo avrebbe fatto.
“L’hai capito, eh Hal?”
“Sto iniziando a capirlo, Cal. Ma continuo a non capire parecchie cose” ammise, fissando i suoi occhi in quelli del moro
“Non sarò io a darti risposte a quelle domande, Hal. È una cosa che dovete fare voi due, insieme” disse, e le sorrise. Uno di quei sorrisi sinceri, per farle capire che lui sarebbe stato sempre lì per lei se ne avesse avuto bisogno. Haley ricambiò il sorriso e lo abbracciò.
“Buonanotte Cal.”
“Buonanotte Haley” le sussurrò, sciogliendo l’abbraccio.
Haley scese dalla macchina attraversò velocemente il vialetto di casa, mentre sentiva la testa farle terribilmente male. Avrebbe fatto una doccia veloce e poi sarebbe crollata nel letto cercando di tenere i pensieri lontani, sperando che almeno quella notte i suoi incubi non si sarebbero fatti vivi. Decise di non pensarci, mentre cercava di aprire la porta di casa facendo meno rumore possibile. Entrò, sentendosi al riparo dall’aria fredda della notte e si chiuse la porta alle spalle. Si diresse verso le scale, già sollevata al solo pensiero di potersi rilassare da lì a poco, ma ancora prima che il suo piede toccasse il primo scalino sentì la voce di Josh chiamarla. Si bloccò, girandosi e trovandolo appoggiato sulla soglia della porta che introduceva al salotto.
“Pensavo stessi già dormendo” disse, non sapendo cos’altro fare. Era la prima volta che si rivolgevano la parola dalla sera del loro litigio.
“No, ti ho aspettata”
“Non c’era bisogno, avresti potut-”
“Haley” la interruppe. “Ti ho aspettata perché dobbiamo parlare” disse con un tono calmo ma terribilmente serio.
Haley annuì, sentendo l’ansia prendere il sopravvento. Provava paura in quel momento. Paura che da lì a poco, Josh le dicesse che sarebbe tornata alla casa-famiglia. Che non sarebbe rimasta lì con lui. E il solo pensiero di andarsene, le fece male. Non voleva che anche Josh l’abbandonasse, non dopo averle promesso che non l’avrebbe fatto. Si sentiva male al solo pensiero di averlo deluso così tanto da portarlo a non volerla più li con lui. Si sentiva male al solo pensiero che non lo avrebbe più rivisto. E le faceva altrettanto male il pensiero di dover abbandonare Abbie, Calum e Ashton. Tornò indietro, camminando dietro Josh senza dire una parola. Andarono in salotto e presero posto sul sofà.
Josh sospirò, poggiando i gomiti sulle ginocchia con lo sguardo rivolto a lei. Haley, invece, si portò le ginocchia al petto mentre faceva di tutto pur di evitare di incontrare gli occhi azzurri di Josh.
“Haley, tranquilla. Non voglio litigare con te” le rivolse un piccolo sorriso, che però non servì a tranquillizzare Haley.
“Josh, facciamo una cosa veloce e senza tanti giri di parole” disse improvvisamente, lasciando Josh piuttosto perplesso. “Capirò. Non ce l’avrò con te. Non sei il primo a farlo, tanto.”
“Haley, fermati un secondo e respira” le disse ridendo “DI cosa stai parlando?”
“Non vuoi per caso dirmi che tornerò nella casa-famiglia? Non è questo che volevi dirmi?”
“Haley, assolutamente no” Josh si fece improvvisamente serio, sedendosi più vicino a lei. “Haley non devi mai pensare a una cosa del genere. Tu starai qui, con me. Non ho pensato nemmeno per un secondo di riportarti in quel posto” disse e l’abbracciò.
Haley ricambiò l’abbraccio, mentre si dava mentalmente della stupida. Doveva smetterla di dubitare delle persone, doveva cominciare a capire che non tutti l’avrebbero ferita. Che qualcuno di cui potesse fidarsi c’era.
“Sei una stupida, Hal” le disse Josh sorridendo, mentre la teneva stretta a sé.
“Scusa. In questo ultimi giorni le cose non andavano bene, quindi ho pensate che..” lasciò la frase a metà, ma Josh capì e seppur sapeva che forse non era ancora pronta ad affrontare questo discorso, decise di parlargliene.
“Haley, tempo fa ho fatto una promessa ad un uomo. Ero più giovane e alle prima armi e lui mi era stato molto d’aiuto, era una persona molto importante per me. Uno dei pochi su cui ho sempre potuto fare affidamento, Hal” disse Josh, fermandosi un attimo per sciogliere l’abbraccio. Haley si lasciò andare contro il divano, guardando Josh confusa.
“Non credo di seguirti, Josh” ammise.
“Quest’uomo aveva una gran bella famiglia, Hal. Una moglie e due figli, un maschio e una femmina. Mi parlava continuamente di loro e quando ne parlava i suoi occhi si illuminavano. Era così orgoglioso di loro. Erano i miei primi anni di servizio, mentre lui aveva già parecchi anni di carriera alle spalle, era uno dei migliori. Era stato trasferito qui ad Hornsby per un caso importante e viaggiava ogni giorno perché la sua famiglia stava a Sydney. ” continuò e un sorriso malinconico spuntò sul suo viso mentre Haley scuoteva la testa, credendo impossibile ciò che stesse pensando.
“Josh, tu-”
“Sì Hal, io conoscevo tuo padre.”
Haley sentì un dolore al petto, come se qualcuno l’avesse appena colpita con una lama. Gli occhi le si riempirono di lacrime, pensando che tutto questo fosse assurdo.
“Avrei dovuto dirtelo prima Hal, lo so. Ma non sapevo come” ammise Josh, triste nel vederla così. Pensò di fermarsi, di riprendere il discorso un’altra volta, ma Haley lo precedette.
“Ti prego, Josh. Continua.” La sua voce uscì tremante, mentre le lacrime minacciavano di uscire da un momento all’altro. Ma non le importava, adesso voleva solo sentire parlare di suo padre.
“Nell’ultimo periodo, ci avevano assegnato un caso particolare. C’era una persona molto pericolosa che girava per le strade di Hornsby e io e tuo padre iniziammo a lavorare insieme. La faccenda si fece sempre più complicata, non era una cosa da niente. E negli ultimi giorni prima che..”
“Morissero” continuò Haley, con un tono di voce neutro.
“Sì. Tuo padre era cambiato. Aveva un’aria tesa, era sempre preoccupato. Ma quando gli chiedevo se andasse tutto bene, faceva un sorriso e annuiva. Sempre così. Era forte tuo padre, Hal. Proprio come te” disse Josh, fermandosi per asciugarle una lacrima che le era appena caduta. “Un giorno mi fece una domanda strana. Ricordo che eravamo in macchina, diretti alla centrale, e lui mi chiese se potesse chiedermi un favore. Io ovviamente gli dissi di sì. Avrei fatto qualsiasi cosa per lui, mi aveva aiutato molto.”
“Cosa ti aveva chiesto?” sussurrò Haley, senza preoccuparsi ormai di trattenere le lacrime.
“Mi chiese che se mai gli fosse successo qualcosa, se avrei potuto aiutare tua madre, te e tuo fratello.”
“Quindi-”
“Sto mantenendo la mia promessa, Hal. Ti sto tenendo al sicuro. È per questo che non voglio che tu frequenti Irwin, Haley.”
“Dopo quanti giorni sei venuto a conoscenza dell’incidente, Josh?” chiese Haley, ricordandosi di dover chiedergli spiegazioni anche su Ashton e sul perché lo ritenesse così pericoloso.
“Quattro giorni dopo, Hal. Mi avevano detto che non si era salvato nessuno. È per questo che sono venuto a prenderti solo due mesi fa.” Haley annuì, con lo sguardo perso nel vuoto. Fissava un punto indefinito della stanza, ma i suoi pensieri erano rivolti a suo padre, a sua madre, a Phill, alla notte dell’incidente.
“Vieni qui, Hal” disse Josh, stringendola in un altro abbraccio. “Sono contento di aver mantenuto la mia promessa, Hal. Non me ne pentirò mai.” Le sussurrò, mentre la cullava dolcemente. Haley tirò su con il naso, mentre cercava di far cessare le sue lacrime. Si asciugò il viso, restando però vicina a Josh. “E Ashton? Cos’ha fatto di così pericoloso?” Aveva desiderato tanto delle risposteve adesso le avrebbe avute. Anche se dovette ammettere a se stessa di avere paura di scoprire qualcosa che l’allontanasse da Ashton proprio dopo avergli rivelato di volerlo salvare.
“Vuoi davvero sapere, Hal?”
“Si, Josh. Dimmelo” rispose, con lo sguardo puntato sulle sue mani.
Josh sospirò e non appena aprì bocca per darle delle risposte, il suo telefono cominciò a suonare. “Hal devo rispondere, tu va a dormire. Ne parleremo un’altra volta.”[Spazio autrice]
Ho cercato di fare il prima possibile e spero che vi piaccia. Non è un capitolo molto lungo, ma è un capitolo importante. Si basa per lo più su dialoghi, spero non vi abbia annoiato. Bene, vorrei velocemente ringraziare tutti voi che leggete e votate la storia, grazie mille. E poi volevo ringraziare la persona che mi ha particolarmente aiutato con il capitolo, grazie. :)
Giada
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Nobody.
FanfictionDopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persone, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore. Ti abitui alla so...