Capitolo 1

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-ti ho organizzato un incontro con Sir Mirwyn per questa sera- disse l'uomo quasi con noncuranza mentre la rossa per poco non si strozzò con il the che stava bevendo nel sentire quelle parole.

-come?- domandò poi Emilie osservando il padre preoccupata da quello che l'uomo le aveva appena detto. Non era la prima volta ovviamente che il padre le organizzava quegli incontri con uomini di tutte le età e che voleva che la sposassero. Lei però non aveva mai avuto intenzione di farlo e quelle uscite erano sempre una noia mortale o finivano con uno di quei tizi che provavano a portarla a letto per costringerla in un matrimonio che non voleva.

-hai un incontro con Sir Mirwyn e cortesemente non ignorarlo- disse ancora Jonathan -vedi di farti ingravidare da lui questa volta così almeno lo sposi-

-ti ho già detto che non ho nessuna intenzione di sposarmi- quasi urlò Emilie -smettila di provare a propinarmi i tuoi amici solo perché ti da fastidio il fatto che io abbia un figlio-

-ti ha proposto un altro marito?- una terza voce si intromise nella conversazione e Emilie si voltò verso l'ingresso della sala per osservare quello che era il figlio entrare nella stessa.

-si- confermò Emilie facendo segno al figlio di sedersi al suo fianco e il ragazzo lo fece iniziando anche a prendere un pezzo di torta e mangiarlo.

-tua madre deve sposarsi con un uomo rispettabile Anton- disse secco Jonathan osservando anche storto quello che era il nipote -e la tua presenza non aiuta-

-non è la mia presenza che non aiuta ma il fatto che mia madre non voglia sposarsi con un uomo a caso e tu non fai altro che provare a sistemarla con il primo ca capita- disse secco Anton incrociando le braccia al petto -non hai ancora capito che è una battaglia persa nonno?-

-non posso essere una persona rispettabile se mia figlia ha un figlio bastardo e per di più progenie di un pirata- e Anton sospirò pesantemente a quelle parole perché ormai nei suoi ventitré anni di vita le aveva sentite così tante di quelle volte che non lo toccavano minimamente.

-mio figlio non è un bastardo- ringhiò Emilie che diversamente dal figlio quelle parole le odiava perché le facevano terribilmente male, le ricordavano che l'amore della sua vita non era mai tornato a prenderla. I primi due anni aveva semplicemente pensato che il suo pirata avesse avuto qualche contrattempo, che sarebbe comunque arrivato anche perché solo dopo la partenza di lui aveva scoperto di essere incinta. Purtroppo però più passavano gli anni e più Emilie non riusciva a non pensare al fatto che fosse stata abbandonata dall'uomo che amava e che con tutte le probabilità non sarebbe mai tornato a prenderla e riportarla in mare con lui. Quelli erano pensieri che non esprimeva mai ad alta voce soprattutto perché continuava a dire al figlio che il padre sarebbe tornato da loro e non voleva farsi vedere debole dal suo bambino.

-lo è, è nato fuori dal matrimonio! È una sciagura sia per me che per te!- urlò allora Jonathan guardando storto ancora di più il nipote che sembrava essersi completamente estraniato da quella conversazione -e se non parteciperai alla cena con sir Mirwyn farai decadere ancora di più la nostra famiglia-

-e che decada- sbottò Emilie facendo quindi capire definitivamente al padre che non avrebbe mai e poi mai accettato quella cena.

-dovevo avere un figlio non una puttana che se la fa con i pirati- sbottò Jonathan -Anton tu domani parti con me-

-eh?- domandò confuso il castano lanciando uno sguardo preoccupato verso la madre che era caduta in una specie di trance dopo le ultime parole dell'uomo e si era messa ad osservare quello che era il suo the -perché dovrei? Ho già detto che io rimango alla base-

-perché te lo chiedo io che non sono tuo nonno ma il tuo generale- disse Jonathan -prepara le tue cose- e così dicendo l'uomo uscì dalla stanza lasciando da soli madre e figlio.

-tuo padre non approverebbe che fai parte della marina- disse in un sussurro Emilie bevendo poi un sorso del suo the.

-tanto non l'ho mai conosciuto mamma e il suo giudizio non può minimamente interessarmi- rispose secco Anton.

-tuo padre tornerà da noi e davvero vuoi dargli un dispiacere del genere? Figlio di un pirata che diventa membro della marina?-

-e tu sei la figlia del generale della marina che ha avuto un figlio da un pirata- rispose a tono il ragazzo -mamma non sono mio padre, non sono come lui e non ho nessuna intenzione di essere il cattivo della situazione. Non so come tu ti sia anche solo innamorata di un criminale. E io sono marchiato a vita dal fatto di essere figlio di un pirata. La gente mi guarda male e anche i miei stessi compagni della marina mi guardando storto per non parlare del fatto che odio il mare-

-non è vero- sussurrò Emilie -tu ami il mare, proprio come me e tuo padre- aggiunse poi la rossa con un mezzo sorriso -lo stai solo nascondendo-

-non puoi davvero dire una cosa del genere. Non sei me non puoi saperlo-

-ma sono tua madre- fu la semplice risposta di Emilie -ti ho visto crescere e anche se cerchi di nasconderlo il mare ti sta chiamando a se. Sei figlio di un pirata ma non è brutto come credi. Hai sempre vissuto in una realtà dove tutti, tranne io, ti hanno sempre detto che i pirati sono dei criminali. Se fossi nato in mare con tuo padre al tuo fianco non avresti mai pensato una cosa del genere-

-se mamma, ma mio padre non mi voleva con se e devi arrivare da sola alla conclusione che non voleva nemmeno te se ti ha lasciata qui. Non tornerà mai a prenderti, fattene una ragione-

Mille notti in mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora