-hai di nuovo quell'espressione malinconica- disse Veljko osservando attentamente il castano che era seduto sul grande letto della sua cabina e senza vestiti visto che si era svegliato da poco. Anton alzò lo sguardo per osservare attentamente Veljko prima di sospirare.
-non è colpa mia se quella ballata...preferivo non ricordarmi cosa fosse-
-oh andiamo ancora per quella!- sbottò Veljko alzando gli occhi al cielo -amore sono due mesi che ti seri ricordato di quella ballata e ogni qual volta ci fermiamo in una taverna e la senti metti il broncio! Cazzo-
-sono quattro fottuti mesi che non vedo mia madre e che non so minimamente se è a conoscenza del fatto che io sia vivo oppure no quindi permettimi di pensare a lei e preoccuparmi ogni volta che sento quella ballata- sbottò ancora Anton incrociando le braccia al petto.
-come cazzo facevi prima per lunghi mesi in mare?-
-le scrivevo- inventò sul momento Anton.
-e fallo di nuovo!-
-non posso farlo Vel-
-perché no? Perché adesso sarebbe diverso?- domandò il moro non capendo minimamente il suo comportamento.
-perché...leggono le lettere che riceve mia madre, e probabilmente anche quelle che invia- disse serio Anton chiudendo un momento gli occhi -mio nonno...non ha mai accettato che mia madre, la sua unica figlia, avesse avuto un figlio fuori dal matrimonio e per di più con un pirata. Non sono mai andato a genio a mio nonno e se scrivessi a mia madre dove sono e soprattutto con chi sono lui lo verrebbe a sapere e...non posso e basta-
-cosa potrebbe mai fare tuo nonno?- domandò Veljko ingenuamente -andiamo un uomo che legge la corrispondenza della figlia non potrà mai realmente farti paura, anche se le scrivi la verità-
-tu non capisci, non posso-
-perché?-
-perché non posso- continuò Anton scuotendo la testa e sentendosi un po' male nel continuare a rispondere in quel modo. Il problema era che ancora non si sentiva pronto a rivelare a Veljko di far parte della marina e cosa più importante di essere il nipote di Jonathan Soleil. Aveva ancora bisogno di un po' di tempo per dire al suo ragazzo la verità.
-mi stai nascondendo qualcosa- arrivò da solo alla conclusione Veljko -non mi stai rispondendo perché hai dei segreti con me-
-può darsi- sussurrò Anton al quale non piaceva per niente il tono che stava utilizzando il suo ragazzo.
-cazzo io mi fido completamente di te e tu non ti fidi di me? Mi stai davvero nascondendo qualcosa? Be' Anton se non mi dici sul momento tutto quello che ti riguarda, dall'inizio alla fine, te la vedrai brutta-
-Veljko io...-
-e non mi importa del perché tu non voglia farlo, perché devi farlo con me e con la mia ciurma. Sei sulla mia nave e sono responsabile di tutto quello che fai. Non ho nessuna intenzione di rischiare perché tu hai dei segreti-
-sono cose che non posso...non posso dire al momento- sussurrò terrorizzato da quella reazione Anton.
-devi, ti obbligo a farlo e non solo con me- sbottò Veljko alzando ancora di più la voce -ti aspetto sul ponte. Vestiti- e così dicendo Veljko uscì dalla sua cabina lasciando Anton completamente da solo e con il cuore a mille. Non si sentiva sicuro a dire la verità solo a Veljko figurarsi a tutto il resto della ciurma di pirati. La reazione che aveva poi avuto anche il moro non lo aiutava minimamente a prendere quella decisione e parlare.
Anton prese un profondo respiro e si rivestì velocemente intenzionato a spiegare a Veljko che preferiva tenere per se per il momento quello che non gli aveva ancora detto, assicurandogli anche che non sarebbe stato pericoloso. Con calma si diresse all'aperto e una volta sul ponte si guardò intorno in cerca di Veljko trovandolo quasi subito perché era appoggiato all'albero maestro con lo sguardo truce fisso verso il mare.
-Vel- richiamò la sua attenzione Anton e vide l'altro girarsi verso di lui con gli occhi fuoco che sembravano sul punto di esplodere.
-sei pronto a dire a tutti quello che nascondi?-
-Vel io...tutti hanno qualcosa che nascondono ma non significa che sia qualcosa che possa mettervi nei guai...io sto solo aspettando il momento per dirti tutto ma adesso non mi sento pronto a farlo, non ancora almeno- Veljko guardò attentamente Anton per tutti il tempo stringendo la bocca in una linea sottilissima.
-mia nave e mie regole. Non posso credere di essermi davvero fidato di te che per tutto questo tempo mi hai mentito-
-ho solo omesso qualcosa ma mentire...io mi fido di te, completamente-
-ma non mi dici la verità. Devi farlo se vuoi che io ti consideri ancora su questa nave-
-Veljko nemmeno tu mi hai spiegato tutta la tua vita nei minimi dettagli e tu mi stai chiedendo di fare questo. Io non me la sento, non adesso e soprattutto non davanti a tutti-
-come vuoi...CARL- urlò il moro e Anton osservò il ragazzino raggiungerli parecchio confuso.
-si cap?-
-va da Benj e fatti spiegare tutto quello di cui hai bisogno per non essere più un mozzo, da oggi il mozzo sarà Anton- e Carl così come Anton rimase sorpreso da quelle parole ma poi corse velocemente verso Benj pronto a farsi spiegare tutto il necessario.
-Vel...-
-capitano- disse secco Veljko -mi devi chiamare capitano e non sarò per niente indulgente al minimo errore. Vuoi avere segreti allora ne paghi le conseguenze per non parlare del fatto che dovrai anche lasciare la mia cabina perché non ho nessuna intenzione di condividere il letto con una persona come te: starai nella stiva con tutti gli altri-
-va bene capitano- sussurrò Anton terrorizzato non solo dallo sguardo che aveva messo su l'altro e anche per il tono che stava utilizzando e che non aveva mai usato con lui prima di quel giorno.
-sarai in questa situazione fino a quando non deciderai di dirmi la verità, di dire la verità ai miei uomini che se la meritano- poi Veljko andò verso uno dei barili presenti sul ponte in disparte, che Anton sapeva contenesse lische di pesce e scarti in generale di cibo, e il moro lo versò sul ponte -pulisci mozzo- gli disse poi lanciandogli contro il barile.
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Mille notti in mare
Roman d'amourAnton è figlio di un pirata, un pirata che il ragazzo non sopporta perchè invece di rispettare la promessa che aveva fatto alla madre di tornare a prenderli li aveva lasciati al loro destino. Questo odio nei confronti del padre poi si è trasformato...