Capitolo 40

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-mi terrai il broncio per tutto il tempo?- domandò Emilie al figlio mentre stavano camminando fianco a fianco per il sentiero della foresta seguendo Veljko e Benj che si erano messi davanti al gruppo ristretto di pirati per fare strada. Erano arrivati quella mattina stessa sull'isola del tesoro indicata dalla loro mappa ma il tesoro per loro sfortuna non si trovava vicino alla cosata ma nell'interno e per arrivarci dovevano attraversare quella foresta che inizialmente era sembrata molto più piccola.

-be non mi dici che siamo sulla nave dove hai conosciuto papà e lo scopro solo perché io e Vel ci siamo accorti degli strani comportamenti di Benj e Frad- sbottò Anton.

-che senso aveva dirtelo?-

-non lo so ma mi avrebbe fatto piacere sapere qualcosa di lui...- aggiunse il castano sospirando -Benj e Frad non vogliono parlare-

-amore mio io...voglio parlare prima con tuo padre, capire cosa lo ha costretto a...- Emilie chiuse un momento gli occhi -voglio parlare con lui e basta prima di dirti chi è-

-quindi lo conosco- ragionò Anton -l'ho conosciuto senza sapere che fosse mio padre-

-e lui non sapeva che tu fossi suo figlio- sussurrò Emilie -tesoro hai conosciuto tanti pirati su quell'isola dove mi hai raccontato di essere stato...è normale che tu abbia conosciuto anche tuo padre li- disse semplicemente la donna.

-come vi siete conosciuti? Non me lo hai mai detto- sussurrò Anton che almeno quello voleva saperlo.

-tu mi hai sempre detto che non volevi sapere niente su tuo padre-

-si ma prima di...prima di capire di essere come lui in realtà- ed Emilie a quelle parole sorrise stringendo per un attimo la mano del figlio.

-volevo scappare da tuo nonno...volevo andare il più lontano possibile da lui e ho visto delle casse belle grandi che dovevano essere caricate su una nave, non sapevo nemmeno fossero di una nave di pirati- Emilie ridacchiò -ho corrotto il mozzo dell'epoca della Gintaras per far si che non dicesse di avermi visto mentre mi nascondevo in quella cassa e sono salita così sulla nave-

-e non ti hanno scoperta-

-oh mi hanno scoperta eccome- ridacchiò Emilie -poco dopo che eravamo già salpati e me ne hanno dette di tutti i colori...è stato in quel momento che mi sono accorta di essere su una nave di pirati. Quando poi hanno scoperto di chi fossi figlia...oh il putiferio tesoro mio-

-aspetta un attimo quindi Benj e Frad sanno...-

-chi è tuo nonno, si- confermò la rossa -ma so che manterranno il segreto visto che credo che l'unico che l'abbia saputo dalle tue labbra sia Vel- e Anton annuì -so perfettamente a cosa andresti incontro se si spargesse troppo la voce, ci sono passata prima io-

-e come sei passata da essere una minaccia a...a essere la fidanzata di un pirata?-

-semplicemente io ho imparato a conoscere i pirati e loro a capire che non ero mio padre. Ho imparato come essere una di loro in quei mesi passati in mare e io e tuo padre ci siamo semplicemente innamorati con il tempo...almeno io ero completamente innamorata di lui-

-mi hai sempre detto che papà ti amava...perché adesso dici così?- sussurrò Anton osservando preoccupato la madre.

-perché anche se volevo mostrarmi forte davanti a te...credi che non mi sia mai chiesta come mai l'uomo che amavo non si fosse ancora palesato davanti la mia finestra come mi aveva promesso?- domandò in un altro sussurro Emilie -Frad e Benj mi hanno rassicurata sul fatto che mi ama ancora ma fino a quando non capirò cos'è successo in tutti questi anni io non sarò sicura di nulla- concluse li il discorse Emilie anche perché Veljko e Benj si erano fermati.

-tutto bene?- domandò Anton raggiungendo i due e notando che dove erano arrivati c'era semplicemente una piccola fessura all'interno della roccia e nient'altro.

-forse è li dento- disse Benj -è l'unica soluzione ma potrebbe anche non esserci una vera e propria via d'uscita per portare via il tesoro- aggiunse poi l'uomo.

-entriamo e basta no?- borbottò Veljko passando la mappa che aveva tenuto in mano fino a quel momento a Benj e cercando di passare per prima dalla fessura. Ci mise un po' ma riuscì ad entrare senza incastrarsi -la caverna continua- aggiunse poi ad alta voce per farsi sentire dagli altri.

-vado anch'io- disse prontamente Anton seguendo il suo ragazzo oltre la fessura e facendosi passare anche una torcia dalla madre per poter illuminare l'ambiente -alla faccia che continuava- sbottò Anton che una volta illuminato il tutto vide chiaramente, così come vide anche Veljko, che la caverna non continuava affatto ma si bloccava in un'unica stanza circolare dove l'unica cosa presente all'interno era un bauletto.

-ehi guarda che con l'eco pensavo fosse davvero molto più grande- sbottò Veljko raggiungendo il bauletto e aprendolo facendo molta attenzione -eh che cazzo- aggiunse poi quando prese l'unico oggetto presente all'interno dello stesso e che era una mappa, l'ennesima mappa.

-a quanto pare ci vogliono far andare da una parte all'altra- sbuffò a sua volta Anton avvicinando la torcia per poter osservare meglio la mappa a sua volta.

-usciamo di qui e avvisiamo gli altri del nostro fottuto fallimento- sussurrò Veljko andando nuovamente verso la fessura dalla quale erano entrati e uscendo per primo seguito subito dopo da Anton.

-allora?- domandò Emilie osservando principalmente le facce deluse dei due ragazzi.

-l'ennesima mappa- disse Veljko -torniamo dal Capitano. Abbiamo bisogno tutti di riposarci sull'isola per un po' di mesi prima di riprendere un viaggio in mare, soprattutto se la persona che ha nascosto questo tesoro vuole continuare questa caccia lasciando mappe su mappe- e a quelle parole il cuore di Emilie perse un battito perché significava che di li a qualche mese avrebbe rivisto Thymen e non era certa di essere del tutto pronta alla cosa.

Mille notti in mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora