Capitolo 16

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-dove siamo di preciso?- domandò Anton osservando attentamente il porto al quale la nave si stava avvicinando. Erano passate due settimane da quanto Veljko aveva ucciso Reid e ancora nessuno per loro fortuna aveva iniziato a dargli la caccia ma Anton sapeva, e sentiva anche, che dovevano tenere ancora la guardia alta. Il castano ci aveva messo tre giorni per riprendersi del tutto e dopo quelli era tornato alla velocità della luce a rendersi utile sulla nave perché aveva bisogno di farlo per non pensare al fatto di aver lasciato la madre senza sue notizie per un mese e mezzo. Era certo in realtà che il nonno avesse o evitato di scrivere della sua assenza, soprattutto se il suo piano originale era sempre stato lasciarlo alla mercè di Reid, e informare la figlia di quello che era successo solo una volta ritornato da quel viaggio per mare del quale Anton non conosceva l'effettiva durata oppure le aveva già detto di averlo perso di vista.

La tentazione di mandare una lettera alla madre in realtà l'aveva avuta eccome ma sapeva che la posta, soprattutto quella indirizzata ad Emilie Soleil era sempre stata letta da qualcuno prima di arrivare alla diretta interessata e scriverle per Anton sarebbe stato come rivelare la sua esatta posizione al nonno.

-in un piccolo porto commerciale- rispose Benj che era al suo fianco -ho imparato solo i nomi delle grandi città, il resto dei porti sono tutti uguali per me- aggiunse poi alzando le spalle e Anton annuì salendo poi le scale in legno che portavano al timone della nave dove Veljko con il cappello ben calato sulla testa era concentrato a fare le sue manovre.

-cosa c'è?- gli chiese il moro avendolo notato con la coda dell'occhio ma comunque mantenendo la sua concentrazione su quello che stava facendo.

-devo rimanere sulla nave?- chiese Anton sperando in un no da parte di quello che non sapeva se considerare del tutto il suo ragazzo. Certo Veljko gli aveva esposto i suoi sentimenti quando lo aveva salvato da Reid ma Anton ancora non era certo che il pirata fosse del tutto serio nei suoi confronti nonostante volesse con tutto il suo cuore e il suo corpo gridare ai quattro venti che era il ragazzo di Veljko.

-Carl e altri rimarranno sulla nave, tu puoi scendere se vuoi- fu la risposta di Veljko -ma sappi comunque che dovrai rimanere al mio fianco in modo che nessuno possa toccarti con un dito-

-geloso?- si sorprese a fare quella domanda Anton ma era davvero l'unica cosa che gli era venuta in mente sentendo quelle parole.

-non sai quanto e poi i miei uomini hanno bisogno di un po' di svago ed è risaputo che nelle taverne molti ci provano quindi voglio evitare che la gente ti metta gli occhi addosso-

-come hai fatto tu un mese e mezzo fa?- domandò quasi ridendo Anton e vide di sfuggita gli occhi rossi di Veljko scrutarlo per bene prima di ritornare a concentrarsi sulle manovre che stava facendo.

-ma adesso è diverso e sei mio- disse secco Veljko -gettate l'ancora e fissate la nave- urlò poi il ragazzo lasciando il timone ad un altro pirata che li aveva raggiunti per avvicinarsi ad Anton e mettergli entrambe le mani sulla vita -non voglio mentirti- sussurrò poi per farsi sentire solo da Anton -ma non siamo qui solo per piacere, devo avere delle informazioni da una persona...diciamo che incontreremo l'altra faccia della medaglia dei pirati, quelli che rispecchiano la tua iniziale descrizione. Tra di noi non ci attacchiamo quasi mai, soprattutto nelle taverne, per evitare scontri inutili che portano solo a troppi morti tra i civili e ogni tanto ci usiamo a vicenda per delle informazioni, ma non voglio che ti possano prendere di mira-

-è per le mappe di Reid?-

-si- confermò Veljko.

-ti sarò incollato allora- sussurrò Anton che approfittando del fatto che si fossero avvicinati mentre parlavano lasciò un bacio sulle labbra del suo capitano -e...posso anche bere quanto voglio?- si azzardò a chiedere e vide l'altro ridere di gusto alle sue parole.

-bevi, offro io- confermò poi Veljko -tanto ti porterò di peso sulla nave una volta finito considerando che devo rimanere lucido per parlare con quei pirati-

-ci sono anche uomini della marina in questa città?- non riuscì a non chiedere Anton perché non voleva assolutamente essere riconosciuto e svelare a quei pirati che faceva parte della marina, non si sentiva ancora pronto a dire quella scomoda verità agli altri anche se era certo che fino alla fine lo avrebbe fatto.

-nah- scosse la testa Veljko -si tengono alla larga da luoghi con troppi pirati e questo porto...diciamo che le poche volte che hanno provato a metterci piede non è finita bene-

-meglio visto che hai ucciso Reid- sospirò di sollievo Anton -non voglio che possano farti del male per quello-

-Anton nessuno sa che sono stato io. Potrebbe essere stato chiunque considerando che nessuno ci ha visti. Se non sanno non possono agire, per di più non qui-

-ma lo hai detto tu stesso che la marina vi cerca per uccidervi anche se non avete fatto nulla e...-

-calmati, sappiamo come difenderci- lo bloccò Veljko -ora pensiamo solamente ad avere le informazioni che ci servono mentre tu ti scoli tutto il rum della locanda e stai spalmato sul mio corpo okay?-

-non sarò spalmato sul tuo corpo perché ciò sarebbe un cartello bello grosso con scritto "ehi sono io il punto debole di Veljko al momento uccidetemi se volete vendetta"- sbottò senza nemmeno accorgersene Anton e lo fece solo una volta aver visto lo sguardo rosso dell'altro sconvolto -io...lascia perdere mi è uscito di getto e...-

-no, hai fottutamente ragione- scosse la testa Veljko -per quanto vorrei tenerti spalmato addosso in questo momento è meglio che tu faccia finta di essere semplicemente uno dei miei uomini- concluse il moro mentre qualcuno urlava che avevano stabilizzato la nave e potevano scendere.

Mille notti in mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora