Anton si svegliò con un mal di testa così tanto atroce che l'unica cosa che riuscì a pensare nell'immediato fu quella di non bere mai più una roba così tanto forte per il resto della sua vita se quelle erano le conseguenze alle quali andava incontro. Anton aprì con molta calma gli occhi cercando di ricordarsi in che modo fosse tornato nella sua nave la sera prima perché era più che certo di aver fatto sesso quasi per tutta la notte con il bel ragazzo moro che gli era andato a parlare. Non ne aveva minimamente ricordo e soprattutto l'unica cosa vaga che si ricordava in quel momento era il fatto di essere letteralmente crollato sul letto della cabina del capitano del moro. Il castano quindi si guardò intorno e non ci mise molto a capire che in realtà lui non era mai realmente uscito da quella cabina e la cosa gli sembrava anche parecchio strana: il capitano non era mai rientrato? Continuò a guardarsi intorno notando come tutte le carte nautiche fossero ancora a terra, segno che nessuno le aveva rimesse a posto, e anche i suoi vestiti erano sparsi per la cabina. Anton sospirò mettendosi seduto sul letto e passandosi una mano in faccia: era certo che il nonno sarebbe stato più che incazzato con lui visto che dalla luce che entrava dalle finestre in vetri blu della cabina era già più che certo che fosse giorno inoltrato. Doveva assolutamente uscire da quella nave quindi il ragazzo si alzò con calma dal letto, soprattutto per via del leggero dolore che avvertiva al fondoschiena, e iniziò a rivestirsi velocemente. Una volta pronto con molta circospezione aprì la porta della cabina, cercando di fare il meno rumore possibile, e poi uscì fino ad arrivare al ponte dove rimase con gli occhi sgranati. Gli ci era voluto davvero poco per capire che si trovavano in quel momento in alto mare. La nave era partita con lui a bordo.
Anton si mise a cercare con lo sguardo il moro, del quale ancora non conosceva il nome, per chiedergli ovviamente spiegazioni di tutto quello che era successo e principalmente perché la stramaledetta nave sulla quale si trovavano era partita con lui ancora sopra. Oh suo nonno si sarebbe arrabbiato eccome. Certo aveva cercato un pretesto per allontanarsi dall'uomo e dalla maledetta nave della marina ma almeno avrebbe voluto essere avvisato della cosa. E fu guardandosi intorno che si accorse che quelli presenti sul ponte erano dei maledetti pirati.
-oh ma guardate un po' chi si è svegliato- e Anton si voltò verso quella voce, perché sapeva perfettamente che stesse parlando con lui, giusto in tempo per vedere un pirata dai capelli neri e una bandana in testa avvicinarsi -dormito bene?-
-perché siamo in mare?- domandò invece Anton incrociando le braccia al petto.
-perché il capitano ci ha chiesto di salpare il più velocemente possibile ragazzo- rispose ancora il pirata -ora posso avere la risposta alla mia domanda?-
-sei un pirata quindi no- rispose secco Anton per niente intenzionato a dare fin troppa confidenza a un pirata. Vide l'altro alzare le sopracciglia confuso da quella affermazione, o meglio sorpreso.
-quindi non vuoi parlare con un pirata in questo momento ma farti scopare da un pirata ieri sera ti andava bene?- domandò allora il moro e Anton stava per ribattere che no, non gli andava per niente bene e che se lo avesse saputo non avrebbe proprio seguito l'altro moro ma non parlò solo perché avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle e fece per colpire il pirata alla sue spalle ma venne prontamente bloccato da due braccia forti che furono molto più veloci di lui. -oh cap- disse Benj osservando per un momento sorpreso il castano che sembrava essersi accorto eccome dell'arrivo di Veljko anche se quest'ultimo aveva cercato di fare meno rumore possibile -a quanto pare il bocconcino ha qualcosa contro i pirati- e Veljko a quelle parole non poté far altro che scoppiare a ridere.
-ehi- protestò Anton voltandosi e accorgendosi finalmente che la persona che lo stava tenendo fermo era proprio il moro della sera prima.
-pensavo mi saresti morto nel letto dalla stanchezza- disse Veljko osservando con molta attenzione gli occhi verdi del castano.
-mollami- ringhiò Anton e l'altro scosse la testa -ora-
-come mi hai avvertito? Sai non tutti avvertono la mia presenza quando cerco di non farmi sentire-
-ti ho avvertito e basta ma tu hai i riflessi troppo veloci- sbottò Anton che voleva davvero solo che il moro lo liberasse da quella stretta. -sono serissimo comunque. Perché diavolo mi hai lasciato dormire tutto questo tempo-
-eri stanco- disse semplicemente Veljko -e avevi bevuto troppo ieri quindi dopo che ho provato a svegliarti due volte ho deciso di lasciarti dormire-
-ma la nave è salpata e io sono rimasto bloccato qui! Per non parlare del fatto che il tuo capitano...-
-il capitano della nave ti ha fottuto ieri sera- disse Benj incrociando le braccia al petto e vide il castano sgranare i suoi occhi verdi mentre osservava sconvolto Veljko -ed è stato anche lui a dare l'ordine di salpare ieri notte. Non siamo partiti questa mattina bocconcino- concluse Benj tranquillissimo.
-mi hai mentito- sbottò invece Anton verso quello che aveva scoperto essere il capitano di quella nave di pirati anche se doveva iniziare ad avere qualche dubbio da quando l'altro aveva usato quella cabina letteralmente con noncuranza, come se davvero non gli importasse delle ripercussioni.
-non ho mai giurato di dire la verità- ridacchiò Veljko stringendo meglio a se il castano solo con un braccio, il destro, perché con la mano sinistra scese fino a toccare e stringere il sedere del castano che gemette leggermente solo perché il suo corpo ricordava ancora perfettamente quello che era successo poche ore prime. -che ne dici di tornare nella mia cabina?-
-scordatelo- disse secco Anton guardandolo con sfida. Ma Veljko non si fece intimorire da quelle parole e in un gesto veloce si caricò sulle spalle il castano.
-Benj io mi assento per un po'- disse Veljko prima di dirigersi nuovamente verso la sua cabina.
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Mille notti in mare
RomanceAnton è figlio di un pirata, un pirata che il ragazzo non sopporta perchè invece di rispettare la promessa che aveva fatto alla madre di tornare a prenderli li aveva lasciati al loro destino. Questo odio nei confronti del padre poi si è trasformato...