Anton si trovò ad essere buttato nuovamente sul letto dal quale si era alzato solo qualche minuto prima e in quel modo si trovò anche ad osservare dal basso quello che era il bellissimo pirata che lo aveva nuovamente trascinato li.
-allora...vuoi spiegarmi perché sei così restio?- domandò Veljko incrociando le braccia al petto.
-e vuoi dirmi perché hai deciso di rapirmi?- sbottò Anton che sperava davvero tanto che il pirata non l'avesse fatto solo e soltanto perché sapeva di chi era nipote.
-andiamo non ti ho veramente rapito- ridacchiò Veljko -tu mi hai seguito volontariamente sulla mia nave ed eri ancora qui quando siamo partiti-
-ma l'hai fatta partire tu mentre ero impegnato a fare altro e sono salito qui sopra perché mi hai mentito pirata del cavolo-
-senti ho solo detto che volevo scopare e anche tu- Veljko alzò gli occhi al cielo -che poi tu mi serva anche per altro è vero ma non ti dirò a cosa. Ora sei sulla mia nave-
-vuoi ricattare qualcuno?- domandò Anton con il cuore a mille e vide l'altro sgranare gli occhi.
-non direi ricattare ma fare semplicemente uno scambio. Hanno uno dei miei, il mio mozzo, e non posso lasciarlo nelle loro mani. Tu mi servi solo perché di aspetto sei quello che cercano- e Anton si trovò stranamente ad avere il cuore più calmo dell'inizio: non sapevano che era della marina e nemmeno di chi fosse il nipote. Stranamente gli interessava anche poco del fatto che l'altro lo volesse scambiare con uno dei suoi uomini, o forse era perché non era di certo suo nonno la persona da cui sarebbe stato e quindi era certo di riuscire a scappare. -come ci sei arrivato comunque?-
-come?- Anton lo osservò attentamente -siete pirati...avete sempre un doppio fine in quello che fate-
-sai è da prima che sento sempre lo stesso astio nei nostri confronti. Che ti hanno fatto i pirati per arrivare ad odiarli così tanto?- si trovò a chiedere Veljko al castano che aveva difronte.
-non sono delle cose che ti riguardano-
-ma certo che mi riguardano se sono un pirata e fino a ieri eri così tanto preso da me che non volevi aspettare e adesso sembri voler scappare il più lontano possibile-
-forse perché i pirati sono tutti uguali- ringhiò Anton -mostri che non fanno altro che uccidere e derubare la gente onesta. Solcate i mari per saccheggiare e distruggere qualunque nave mercantile voi troviate. Siete dei mostri-
-stai facendo di tutta l'erba un fascio, di tutti i mari un oceano- scosse la testa Veljko -è vero che molti di noi sono così ma non tutti, abbiamo delle regole e un codice. La mia ciurma e tutte le altre che sono sotto il comando stretto del Capitano non sono come le hai appena descritte. Noi rubiamo solo dalle navi che portano a loro volta merce rubata e la diamo ai cittadini che più ne hanno bisogno. Solchiamo i mari per trovare tesori di vecchi pirati morti e dividerceli tra noi equamente per poi dare il resto che non ci serve alla nostra gente- Veljko si avvicinò ancora di più al castano in modo da avere il suo volto a pochi centimetri da quello di Anton -sai di chi dovresti avere veramente paura? Di chi dovresti veramente odiare? Della marina che ci da la caccia come se avessimo commesso il peggiore dei crimini, che si arricchisce grazie ai saccheggi che definiscono legittimi perché tolgono oro a famiglie solo sospettare di dare una mano ai pirati. Solcano i mari e ci uccidono a vista senza curarsi a quale gruppo apparteniamo. Credimi il Capitano ha da raccontarti davvero molto su quello che gli hanno fatto-
-non sei tu il capitano?- sussurrò parecchio confuso Anton e anche con il cuore che andava a mille perché sotto sotto lo sapeva, lo aveva sempre saputo che tutta la ricchezza della sua famiglia non poteva essere davvero lecita e guadagnata solo perché generale della marina.
-di questa nave, ma abbiamo un uomo che è a capo della nostra gente che chiamiamo il Capitano e che era stato capitano di questa nave prima di me- spiegò apparentemente tranquillo Veljko osservando però le reazioni sul volto dell'altro per capire, o almeno provare a capire, quello che stava pensando.
-nessuno parla di pirati paladini della giustizia- sussurrò Anton distogliendo lo sguardo dagli occhi rossi del moro anche se doveva ammettere che la madre gli aveva sempre ripetuto che l'uomo che amava, suo padre, non era così cattivo come era solito dipingerlo: che anche lui appartenesse a quella gente?
-perché non lo siamo propriamente. Aiutiamo le persone è vero ma se dobbiamo uccidiamo anche. Non siamo solo dei mostri assetati di sangue e ricchezze come ci dipingete voi- Veljko si allontanò dal volto del castano -ora vuoi dirmi la vera ragione per la quale ci odi? Certo quello che hai detto prima potrebbe benissimo essere il motivo principale e non nego che sono sicuro abbia la sua parte ma so leggere gli sguardi delle persone e so che c'è dell'altro dietro che stai nascondendo-
-non ho mai conosciuto mio padre e mia madre si è trovata da sola a crescermi- sbottò Anton conscio che almeno quel particolare lo doveva spiegare e poi...poi c'erano altre probabilità che il moro che aveva difronte conoscesse suo padre.
-perché mi stai dicendo questo adesso? Non ha senso-
-mio padre è un pirata- aggiunse alzando gli occhi al cielo -ti basta come spiegazione-
-oh- non riuscì a dire altro Veljko.
-già...ora capisci il mio odio o ti devo fare anche un disegnino?-
-frena la tua voglia di litigare e dimmi il tuo nome-
-cosa?-
-vuoi che la mia ciurma prenda spunto da Benj e ti chiami bocconcino tutto il tempo?-
-Anton, mi chiamo Anton- sussurrò il castano che non aveva minimamente voglia di farsi chiamare bocconcino perché non lo era.
-bene Anton visto che sono incazzato con te perché ci hai insultati, e hai insultato la mia ciurma deciderò se scoparti nuovamente questa sera. Adesso sistema la roba che hai fatto cadere dalla scrivania ieri-
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Mille notti in mare
RomanceAnton è figlio di un pirata, un pirata che il ragazzo non sopporta perchè invece di rispettare la promessa che aveva fatto alla madre di tornare a prenderli li aveva lasciati al loro destino. Questo odio nei confronti del padre poi si è trasformato...