Emilie si guardò per l'ennesima volta allo specchio chiedendosi come mai non si fosse ancora lasciata andare sul letto. Quando quasi un anno prima ormai aveva lasciato andare il figlio in mare con il padre non aveva immaginato sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto. Aveva perso il suo Anton e non ne aveva nemmeno avuto la consapevolezza. All'inizio aveva urlato contro il padre, dicendogli che non era vero che suo figlio fosse morto in uno scontro contro i pirati, non voleva davvero crederci, ma poi era stata costretta ad accettare la realtà. Suo padre però non si era degnato di lasciarle il tempo di assimilare il lutto da quando l'aveva informata e le aveva subito imposto quelle feste odiose che davvero non riusciva più a sopportare. Perché suo padre non arrivava da solo alla conclusione che non aveva minimamente voglia di sposarsi? Soprattutto dopo aver appena perso il figlio?
-my lady il signore la richiede nella sala da ballo- disse una cameriera entrando nella sua camera ed Emilie non poté far altro che sospirare pesantemente e fare come il padre voleva lisciandosi anche il vestito nero che stava indossando. Non voleva assolutamente vestire altro colore oltre al nero in quel momento perché rappresentava il suo lutto ancora in corso. La rossa scese con molta calma le scale arrivando fino alla sala da ballo già molto piena di gente e dopo aver fatto un cenno del capo in direzione del padre per avvisarlo della sua presenza e poi si diresse verso il tavolo delle bevande per nascondersi vicino ad esse. E rimase li nascosta ringhiando contro chiunque volesse anche solo provare a chiederle di ballare per minuti interminabili.
-mia signora mi concedereste questo ballo?- gli chiese l'ennesimo ragazzo, forse anche un ragazzo fin troppo giovane, e la donna sbuffò.
-no- disse secca mentre il moro alzava lo sguardo e rimase un momento scossa nel notare degli occhi rossi, rossi come il fuoco.
-vi prego di concedermi questo ballo mia signora-
-no, sei troppo giovane per me. Cercati qualcun altro. Non voglio marito-
-non voglio ballare con lei per corteggiarla- disse prontamente Veljko che era certo di aver trovato la madre del suo ragazzo perché quelli erano i maledettissimi e bellissimi occhi di Anton -ma per parlare...sa...il ballo si può anche usare per parlare di qualcosa che non si vuole far arrivare ad orecchie indiscrete- e così dicendo Veljko piegò la testa in direzione di Jonathan Soleil che per sua fortuna sembrava non averlo ancora notato. E per l'ennesima volta si trovò a ringraziare mentalmente Anton per avergli spiegato come parlare in quella maledetta società che non conosceva poi tanto bene. Emilie osservò sorpresa il ragazzo perché aveva visto eccome che aveva indicato proprio in direzione del padre.
-solo uno- concesse alla fine la rossa e venne letteralmente trascinata sulla pista da ballo da pare del moro e iniziarono a ballare non appena partì la musica e subito si accorse che il ragazzo era molto ma molto novizio in termine di balli -cosa dovevi dirmi? Perché sono curiosa e tu hai poco tempo-
-sono qui per proporle di scappare da questo palazzo- iniziò a bassissima voce Veljko -andare via da pesto posto e vivere una vita diversa da quella che ha adesso-
-e come?- domandò confusissima Emilie -e poi chi sei? Non mi sembri un nobile sai?-
-sono un pirata- si trovò a dire Veljko e vide subito lo sguardo verde della rossa cambiare completamente a quella rivelazione.
-ti manda qualcuno?- disse velocemente Emilie con il cuore a mille e vide il ragazzo sorriderle.
-si- confermò Veljko -e per quanto riguarda l'andare via...dovrà fare in modo, se accetta di venire via con me, di non far capire a Jonathan ne con chi sia e ne dove siate. Non possiamo rischiare nulla-
-quando?-
-lo sa vero che poco prima non voleva nemmeno ballare con me?- quasi ridacchiò Veljko ma vedendo lo sguardo serio della donna e anche lo sguardo di parecchia altra gente addosso si diede un minimo di contegno -questa sera, dopo il ballo. Non posso restare qui perché vostro padre conosce il mio volto. Le chiedo di raggiungermi all'ingresso del mercato se decide di venire con me-
-va bene, mi inventerò qualcosa e aspettatemi- disse Emilie con un sorriso che a stento stava riuscendo a trattenere. Per lei infatti pirati che volevano farla scappare di li significava solo che Thymen era tornato a prenderla, un bel po' di anni in ritardo ma lo stava facendo.
-va benissimo Emilie- sorrise Veljko facendo un leggero inchino alla madre del suo ragazzo visto che nel mentre era anche finita la musica e lasciando parecchio sorpresa la rossa che forse non si era aspettata conoscesse il suo nome. -ci vediamo più tardi, deve sapere però che entro l'alba la nave salperà- concluse Veljko che notando che Jonathan aveva preso a guardarlo confuso decise di andare via, il più lontano possibile dallo sguardo del generale della marina infondo il suo lo aveva fatto ed era anche più che certo di essere riuscito a convincere Emilie con poche semplici parole.
Veljko non aveva minimamente intenzione di rimanere più del dovuto in quel palazzo, non avendo attirato purtroppo l'attenzione di Jonathan e cercò di rimanere inizialmente il più nascosto possibile e dopo, dopo essersi accertato che l'uomo non gli stesse prestando più attenzione, andò via dal palazzo raggiungere per primo e subito anche l'ingresso del mercato. Almeno si sarebbe fatto trovare già li.
Emilie invece continuò ad ignorare chiunque le chiedesse di ballare solo e soltanto per pensare attentamente a come organizzarsi per scappare da quel posto e non metterci mai più piede. Poi le venne finalmente in mente un'ottima idea che la fece sorridere: cosa avrebbe fatto desistere suo padre dal cercarla se non inscenare la sua morte?
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Mille notti in mare
RomanceAnton è figlio di un pirata, un pirata che il ragazzo non sopporta perchè invece di rispettare la promessa che aveva fatto alla madre di tornare a prenderli li aveva lasciati al loro destino. Questo odio nei confronti del padre poi si è trasformato...