-Frad!- sbottò Benj entrando in cambusa, cambusa nella quale Frad passava letteralmente la sua intera vita in mare, anche dormire. Ed era proprio dormire quello che stava facendo l'uomo prima che Benj entrasse urlando nella cambusa.
-cazzo Benj! Cosa vuoi? Si sono fatti scoprire?-
-quanti anni ha Anton?- chiese velocemente Benj con il cuore a mille.
-perché questa domanda? E comunque non so con certezza, credo possa essere della stessa età di Vel...si può sapere perché mi hai svegliato?-
-ecco...ho appena visto la madre di Anton- disse serio Benj -e mi sono preso un colpo tutto qui- continuò il moro cercando di calmare i battiti del suo cuore -volevo solo avere una mezza conferma ecco-
-cosa può avere di strano la madre di Anton da farti avere una reazione del genere? Benj che è successo?- continuò Frad ormai completamente sveglio e confuso dalle reazioni che stava avendo il moro.
-ha i capelli rossi-
-okay?-
-e gli occhi verdi-
-e questo cosa c'entra? Sai quanta gente ha quei colori? Perché ti sei spaventato? Hai pensato ad Emilie?-
-si- disse serio Benj -sembrava lei, lo giuro-
-ti sei fatto solo condizionare Benj, è notte fonda e non c'è una luce ottima. Domani mattina vedrai che ti accorgerai di esserti solo sognato che la madre di Anton sia Emilie. Torna a dormire e svegliami solo se siamo veramente in pericolo o se avete bisogno di cibo- e così dicendo Frad tornò a dormire tranquillo mentre Benj sospirava. Forse si era davvero fatto condizionare fin troppo dai colori della donna e si era preso un colpo per niente. Si decise a prendere un profondo respiro prima di tornare sul ponte e osservare attentamente la situazione.
-abbiamo una seconda cabina oltre a quella del capitano, è più piccola ma potrebbe andare bene- disse Veljko guardando verso la rossa che annuì.
-mi va bene dormire anche per terra non dovete preoccuparvi per me- sorrise Emilie che si sentiva stranamente rinata solo perché si trovava su una nave che era in movimento, anche se da poco. Finalmente poteva tornare a navigare come aveva sempre voluto fare.
-oh che fine avevi fatto?- domandò Veljko osservando verso Benj che li aveva nuovamente raggiunti.
-ho avvisato che la missione era riuscita- si inventò sul momento il moro che però si permise di guardare nuovamente verso la rossa e ancora una volta si disse che assomigliava davvero tremendamente ad Emilie.
-e dovevi farlo in quel modo?- domandò ancora Veljko -hai bevuto-
-con voi due e Carl in missione? Certo che no- sbottò Benj incrociando le braccia al petto -ha qualche compito per me cap?-
-te la senti di dare il cambio fra un po' al nostro timoniere?- domandò allora Anton -non mi sembra tanto sveglio- e anche Benj si voltò ad osservare in direzione del ragazzino e sbuffò.
-quello li non lo dovete mettere di notte altrimenti ci fa schiantare tutti- sbottò per poi andare veramente verso il timone e prendere il suo posto.
-mamma ti accompagno in camera- disse Anton lanciando poi un lungo sguardo verso Veljko che annuì semplicemente facendogli capire che lo avrebbe aspettato in camera. Emilie non disse una parola ma seguì il figlio verso quella che era la zona della nave riservata alle cabine e ancora una volta Emilie sentì come di conoscere quella nave ma scacciò via il pensiero anche perché ne aveva vista solo una in tutta la sua vita e forse potevano essere tutte molto simili tra loro -mi hanno detto che non veniva usata da anni quindi forse potrai trovarci delle cianfrusaglie dentro. Non darci troppo peso- continuò Anton aprendo la porta della camera con una chiave che gli era stata consegnata da Veljko poco prima per poi permettere alla madre di passare per prima.
Emilie si guardò intorno corrucciando la fronte e iniziando a camminare per la piccola camera che le era stata assegnata sentendola quasi familiare e per togliersi qualunque dubbio che le stava venendo si diresse verso la piccola libreria li presente e prese un libro nel mezzo del terzo ripiano aprendolo nel mezzo. Rimase immobile la rossa nell'osservare la lettera con una margherita ormai secca li presente e scostando la stessa riconobbe perfettamente la sua calligrafia. No, non era solo una sensazione: quella era la Gintaras.
-mamma tutto bene?-
-si tesoro- sussurrò Emilie richiudendo con calma il libro e mettendolo al suo posto -volevo solo capire se c'era qualche lettura carina per il viaggio, tutto qui- Emilie non sapeva da quanto non venisse toccata quella camera ma era certa che se nessuno ci fosse entrato dopo di lei dovevano anche esserci ancora i suoi vestiti nell'armadio e sotto sotto sperava anche di si.
-ti terrò impegnata con la storia di come sono arrivato ad essere parte di una ciurma di pirati se vuoi-
-certo che voglio conoscere tutta la storia...hai sempre odiato tuto padre così tanto che credevo che questo giorno non sarebbe mai arrivato-
-le persone cambiano mamma e poi...ho potuto vedere con i miei occhi che non tutti i pirati sono uguali-
-tesoro mio- sussurrò Emilie -su questa nave...siete tutti molto giovani?- si azzardò a chiedere anche perché quella era stata la nave del suo Thymen e visto che il capitano era cambiato sapeva dovesse essere cambiato tutto l'equipaggio anche se sperava proprio di no.
-la maggior parte si. È una ciurma che ha scelto tutta Veljko, molto competente se è questo quello che ti preoccupa. Sei in buone mani mamma, davvero- e Emilie annuì capendo che forse non era davvero rimasto nessuno della vecchia ciurma che poteva riconoscerla e di conseguenza dirle quello che era successo a Thymen per non tornare da lei.
-sono certa che saremo in buone mani, che sarò in buone mani perché ci sei tu con me tesoro mio. Ora ho davvero bisogno di dormire altrimenti domani non mi alzerò da quel letto- e dopo aver lasciato un bacio sulla guancia del figlio ed essersi chiusa la porta della sua camera alle spalle Emilie si permise di buttarsi su quello che era stato il suo letto per un bel po' di tempo e piangere tutte le lacrime che aveva trattenuto davanti ad Anton.
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Mille notti in mare
RomanceAnton è figlio di un pirata, un pirata che il ragazzo non sopporta perchè invece di rispettare la promessa che aveva fatto alla madre di tornare a prenderli li aveva lasciati al loro destino. Questo odio nei confronti del padre poi si è trasformato...