34-non è la stessa cosa

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Terza persona pov:

Il vampiro è appoggiato a quel freddo muro mentre le urla di Camille che chiede il suo aiuto riecheggiano nella sua testa. Le lacrime irrigano il viso quando la sente urlare il suo nome e non può aiutarla. Inizia a colpire il muro per ottenere un pezzo di pietra. Ascoltarla lo mantiene motivato poiché lo fa arrabbiare e questo lo fa a colpire più forte. Ha escogitato un modo per sfuggire. Inserisce una pallottola nella serratura e la colpisce forte con la pietra così tanto che lo scoppio della pallottola lo fa scoppiare. Esce dalla cella e va con la velocità da vampiro alla ricerca di suo fratello.

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Camille pov:

Sono sotto shock. Tocca il mio corpo come se fosse una specie di oggetto. Mi bacia il collo, lasciandomi addosso la sua saliva disgustosa. Non posso muovermi o non posso urlare perché semplicemente ho smesso di sentire. Non voglio smettere di lottare ma sono stanca. Se vuole ferirmi in questo modo, allora che lo faccia in fretta. Sto vivendo l'inferno. Voglio vomitare e scappare. Mi sento sporca per essere toccata da lui. Perché gli piace quello che mi fa. Il mio cervello vuole spegnersi ma il terrore lo tiene sveglio. L'aria nei miei polmoni si esaurisce. Sale fino a raggiungere la mia bocca e non voglio dargli la soddisfazione di vedermi piangere. Per vedere che mi sta sconfiggendo. Ho letto che questo è ciò che rende uno stupratore felice. La sensazione di avere il controllo e di vedere come la propria vittima soffre. Guardare come la domina fino a quel punto.

<<Wes, devi->> si interrompe si gira a guardarmi. <<no, che diavolo le stai facendo?>> inclino la testa e vedo Atlas.

<<non è un tuo problema>> lo allontana da me tirandolo per la maglietta e io chiudo gli occhi sollevata. Atlas si avvicina a me.

<<ti porterò fuori di qui. Te lo prometto>> non faccio alcuna espressione, desidero solo uscire da questo posto. Voglio farmi una doccia e cancellare dalla mia mente le cose che mi ha fatto. Cose che mi hanno distrutta dentro.

<<non credo>> sussulto quando vedo Wes iniettare qualcosa ad Atlas con una siringa nel collo. Lui cade a terra privo di sensi e io chiudo gli occhi, uccidendo la speranza che avevo di uscire di qui. Cerco di ricompormi per non piangere e urlare visto che non riuscirò a fermarlo. Visto che mi distruggerà e non credo che ne uscirò.

<<non sei abbastanza uomo per andare a letto con una donna secondo la sua volontà>> trascina il corpo, portandolo verso la porta.

<<se sapessi quante studente vengono da me per cose che vanno oltre l'aiuto accademico>> sospiro e lo guardo andarsene. Mi guardo intorno cercando qualcosa che mi aiuti a uscire da questo posto. Mi alzo un po' e cerco negli strumenti medici qualche oggetto affilato che possa aiutarmi a tagliare la corda. È un po' spessa ma posso provarci.

Voglio provare ad uscire di qui, voglio poter usare la mia magia e ucciderlo lentamente finché non si fosse pentito di essere nato. Confido che nel giro di poche ore le effetto svanirà e sarò libera. Che potrò manipolarlo in modo che non mi violenti. Devo mettere tutta la mia concentrazione la mia intelligenza per uscire di qui. Devo uscire. Voglio morire a questo punto. Voglio solo morire.

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Terza persona pov:

Dopo aver guidato per lunghi minuti, devono arrivo a casa sua. Spera di tornare e trovarla con Stefan. Che non stesse più soffrendo e che sia salva.

<<Camille!>> la chiama ed Elena si alza dal divano.

<<Damon>> corre verso di lui e si gira per guardarla. <<stai bene?>> si abbracciano e lui la stringe forte.

𝐅𝐀𝐓𝐄-stefan salvatore⁴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora