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«Otto mesi correggo...»
«È comunque troppo» protesto colpito nel profondo.
«Non avevo molta voglia di uscire, una volta arrivata qui» confida stringendosi le braccia, di nuovo.
«D'accordo, ho sentito abbastanza. Non ti lascerò vagare per New York senza che abbia fatto la turista almeno per un giorno» decreto. Scendo rapidamente le scale e torno nell'area cucina, recupero il telefono e chiamo Steve.
«Steve, fammi recapitare un abbigliamento casual, non troppo appariscente, ma alla moda, per una ragazza, taglie small» impartisco ordini osservando Jenna che, incredula, si sostiene alla penisola. Devo ammettere però che le taglie over che lasciano intravedere i suoi lineamenti, concedendo e nascondendo al tempo stesso la rendono davvero sexy.
«Avrei degli impegni, sai?»
«Ti ricordo che sei in convalescenza» ribatto.
«Dovrei stabilirlo io, se e quando posso prendermi dei giorni di riposo, Lyon, e si dà il caso che sia in debito con Tommy e che abbia bisogno di straordinari, visto che ho speso i miei risparmi per il torneo» la guardo con disapprovazione.
«E non ti fa onore» puntualizzo, invitandola a sedersi per terminare la colazione.
«Lo so...»
«Spiacente di informarti che un giorno di ferie non nuocerebbe molto ai tuoi guadagni»
«Oh scusa se non sono miliardaria e non sono a capo di una multinazionale» ribatte ironica.
«Potresti arrivarci... se ti impegnassi» le dico e sono serio. Per come è caparbia, tenace e determinata potrebbe fare qualsiasi cosa e diventare chiunque voglia.
«D'accordo, non voglio parlare del mio lavoro» sospiro «Faccio una telefonata e avviso che non sarò di turno nel pomeriggio»
«Bene e informa anche Mark... vorrei evitare scenate di gelosia a lavoro» la sfotto e mi guadagno un'occhiata affilata che mi fa ricomporre.

Jenna

«Non sbirciare» mi intima mentre sono costretta da una cravatta sugli occhi a non guardare. Sì, una cravatta e badate, non si tratta di nessun giochetto di seduzione o depravazione, Lyon, si è slacciato la cravatta, prima che uscissimo dal portone del suo attico e portarmi chissà dove, per circondarmi la testa. Non ho avuto scelta, ovviamente o, forse, ho voluto semplicemente prestarmi al gioco, ma il punto è che devo essermi spinta un po' troppo in là, assecondandolo. Se la vista mi è proibita, mi abbandono ad altri sensi tra cui l'udito. Faccio fatica a procedere, disorientata da quanto ascolto. Mi sembrano eliche quelle che stanno scatenando un lieve vento mano a mano che Lyon mi guida sempre più verso quel rumore. Senza farmi troppi problemi, abbasso la cravatta, non curandomi di incontrare la sua disapprovazione.

«Vedo che ti piacciono le sorprese» commenta con un sopracciglio inarcato e prima che risponda a tono, ricordandogli che non mi fiderò di lui solo perché abbiamo dormito insieme – per la seconda volta – non posso non soffermarmi sui contorni evanescenti e divini che i raggi del sole donano ai suoi capelli ondulati, imbevendo i suoi occhi di un colore ambrato, che ha sostituito l'azzurro cristallino. Mi prendo comodamente qualche altro attimo per rubare un'istantanea del suo petto accennato al di sotto di una camicia sbottonata non governata da una rigida chiusura delle asole, né da una cravatta che oggi ha rinunciato a conferirgli l'aspetto rispettabile di un uomo d'affari. Ancora mi soffermo sulla corporatura che dubito sia diventata improvvisamente così slanciata, definita, robusta e... perfetta. Inizio a dubitare che sia io che io ho iniziato a vederlo con altri occhi, con una nuova luce.

«Spiegami cos'è» proferisco le prime parole che mi balenano per la mente. Lui mi guarda confuso, spostando lo sguardo dall'elicottero che troneggia su un terrazzo che deduco sia sul tetto dell'attico di Lyon, al di sopra della sua palestra, a me.

«Non hai mai visto un elicottero ad Oklahoma?» chiede scettico e ironico. Di tutta risposta gli rifilo un pugno sull'avambraccio e lui finge di provare dolore.

«Cos'hai intenzione di fare?» chiedo più specifica.

«Mi sembra chiaro... voglio farti conoscere New York» dice prendendomi per mano con una naturalezza che non mi fa opporre.

LOVE ON THE GAME - Non senza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora