❥Capitolo tredici

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Il passo più importante per Isabel è quello di presentare Kenan ai suoi genitori anche se non stanno realmente insieme.
L'idea di dover staccare la mente le sembra la cosa più giusta, come giusto è portare il più piccolo a casa dei suoi.

La strada che li separa da Perugia la percorre lei con l'ansia ad attanagliarle il respiro, mentre stringe la mano del ragazzo al suo fianco che prova a darle sicurezza.

Quando raggiungono l'abitazione Isabel non è più così calma come invece dava l'apparenza d'essere in auto.
Anzi, è talmente agitata che prende quasi a tremare per la paura.

"Ci sono io" la tranquillizza Kenan, avvicinandosi e lasciandole un bacio sulla guancia, "coraggio Bel, possiamo farcela insieme".

Lei annuisce appena a quelle parole ed esce dalla macchina, afferrando immediatamente la mano di Kenan un'altra volta e suonando il campanello mentre si ritrova a fare dei respiri profondi.

Suo padre, Marcello, apre immediatamente la porta inconsciamente senza sapere chi troverà dall'altro lato, ma quando vede sua figlia i suoi occhi quasi diventano lucidi.

"Isabel" esclama sorpreso il suo grande, voltandosi poi a guardare Kenan e facendo un sorriso, "sapevo che saresti tornata per presentarci qualcuno. Vieni, entra, parlaci di lui".

Sul viso di Isabel compare la confusione.
L'ultima volta che l'ha visto si sono urlati in faccia tutto l'odio che provavano l'uno per l'altra, e in quel momento riceve l'invito ad entrare nella sua vecchia casa come se nulla fosse successo.

Si aggira in quei corridoi che sono ormai sconosciuti e raggiunge il salotto, dove sua madre Rose guarda una telenovela assurda con attori turchi (punto in più per Kenan in partenza).

La donna si gira quando avverte una terza e una quarta presenza oltre suo marito, e il telecomando le scivola dalle mani appena si rende conto di chi ha davvero davanti.

"Per l'amor del cielo Isabel" accenna sorpresa, alzandosi e avvicinandosi fino a farle una carezza, "tesoro mio, come stai? È passato troppo tempo da quell'episodio tremendo. E questo giovanotto chi è? Il tuo fidanzato? Oh amore devi raccontarmi tutto".

Aveva completamente dimenticato il lato logorroico di sua madre, e in un certo senso sarebbe stato meglio lasciarlo proprio nel dimenticatoio.

Kenan spalanca gli occhi sorpreso dalla parlantina della donna, e nel frattempo rafforza la presa sulla mano di Isabel che per lo shock resta in silenzio a fissare i suoi genitori.

Bella situazione di merda pensa Isabel.
Sua madre continua a fare domande su domande, e si aggiunge anche suo padre a quel discorso che potrebbe quasi far saltare i nervi della ragazza.

"Frenate" interrompe lei, voltandosi a guardare Kenan e sospirando, "non stiamo insieme. Ci stiamo semplicemente frequentando".

"E con Nicolò quando è finita?" interviene sua madre, notando il ragazzo accanto a sua figlia che si raddrizza nel sentire quel nome, "alla fine sei andata via di casa per stare con lui".

"Si, con Nicolò è finita e no, non sono andata via di casa ma siete stati voi a cacciarmi perché secondo voi non sarebbe stata la relazione della mia vita" ricorda lei, mimando le virgolette per le ultime quattro parole, "ah e avete anche parlato di grandissima differenza d'età, quando era solamente di 3 anni. Tra di voi ce ne sono 10".

I suoi genitori si zittiscono immediatamente.
Molto probabilmente non erano preparati a quell'incontro, né tantomeno a dover sentire la verità sputata in faccia in quella maniera.

"Raccontaci del ragazzo che ti affianca" cambia discorso suo padre, accomodandosi sulla poltrona e indicando a sua figlia e a Kenan di fare lo stesso, "sembra volerti bene per davvero".

"...si vede che non segui più il calcio" accenna sorpresa Isabel, voltandosi a guardare il più piccolo che le sorride immediatamente, "lui è Kenan, gioca nella stessa squadra di Nicolò. È un anno più piccolo di me perciò potete risparmiarvi la ramanzina. Non stiamo insieme però ci stiamo conoscendo, c'è una bella intesa tra noi".

Le guance di Kenan si tingono di rosso all'improvviso nel sentire quelle parole, e poi decide di dire la sua, "come avete sottolineato prima voglio molto bene a vostra figlia, per davvero, non le farei mai del male".

Isabel si posa con lentezza con la testa sulla spalla del ragazzo e sorride quando si volta a lasciarle un bacio leggero, notando l'espressione di leggerezza che si presenta sul viso dei suoi genitori quando la vedono così rilassata.

"Pranzate qui con noi?" esclama immediatamente sua madre, "sarebbe un piacere passare più tempo con Kenan, per davvero".

"D'accordo, ma dobbiamo partire subito dopo. Ha una partita domani e ha già saltato troppi giorni d'allenamento. Molto probabilmente non lo farà giocare" si preoccupa Isabel, guardando i suoi genitori che si avviano in cucina per preparare il pranzo.

Il suo cuore diventa improvvisamente più leggero dopo quella conversazione, e anche l'ansia sembra svanire pian piano.

Forse aveva bisogno della sua famiglia.
E del ragazzo giusto al suo fianco.

**

Durante il ritorno è Kenan quello che si offre di guidare.

Si mette al volante dell'auto di Isabel e comincia a percorrere quei chilometri che sembrano improvvisamente infiniti.
Lei dorme beatamente sul sedile del passeggero, e non può fare altro che guardarla di tanto in tanto per ammirare la bellezza del suo viso quando nel suo cuore c'è solamente della calma.

Riesce a scorgere il sorriso leggero che le sporca la pelle, il nasino arricciato e gli occhi che sono chiusi timidamente nella speranza di un po' di meritato riposo.

Kenan è quasi ammaliato da quella vista, perché se Isabel incasinata gli piace e non poco, è proprio quella rilassata che gli ha rapito il cuore.

Conoscere i suoi genitori è stato un passo importante, ma per davvero.
A lui non importa se non stanno insieme, ma l'idea di contare a tal punto da farle combattere le sue paure gli ha fatto capire quanto lo vuole nel suo futuro.

"Kenan" biascica lei appena sveglia, accovacciandosi meglio sul sedile e voltandosi a guardare il giocatore, "sei il ragazzo migliore del mondo".

"Isabel" risponde invece lui, afferrandole la mano e portandosela alle labbra, lasciandoci un bacio, "grazie di esistere, te lo dico per davvero".

"Senza spegnersi mai? Ricordi, tu sei la mia stella".

"Senza spegnersi mai, Bel, perché tu sei il mio sole" risponde lui, afferrandole il mignolo e incrociandolo con il suo quasi come i bambini.

Isabel si raddrizza immediatamente, "quindi mi stai dicendo che güneş significa..."

"Sole, güneş significa sole. E tu sei bella e unica nel tuo genere" spiega velocemente lui.

Senza spegnersi mai.
3 parole.
1 promessa.

Senza spegnersi mai||Kenan YıldızDove le storie prendono vita. Scoprilo ora