❥Capitolo trentatré

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Isabel si prepara per la serata con una nota d'ansia un po' troppo presente.
Non indosserà nulla di particolarmente eccessivo, anzi, ha optato per un semplicissimo leggins ed una maglia bianca con qualche strana fantasia sopra.

Il discorso che affronteranno non ha assolutamente nulla di romantico, e in più la serata potrebbe trasformarsi in un disastro da un momento all'altro, perciò mettere qualcosa di decente per una discussione non è proprio il caso.

Guida con lentezza fino a casa di Kenan.
Da quando ha scoperto della gravidanza si sente responsabile di una qualsiasi cosa, perciò si limita a fare attenzione anche per le minime cose.

Quando ci arriva parcheggia e poi scende dall'auto in silenzio.
Fissa l'abitazione dall'esterno per qualche secondo.

Fino a pochi giorni prima tra quelle mura si sono giurati amore, il più puro, e sempre tra quelle mura le ha detto di non voler fare da padre al loro bambino.

È una scelta che Isabel comprende.
Anche lei ha paura per un cambiamento così grande, ed è comprensibile anche con la carriera di Kenan di mezzo, ma nonostante tutto ha deciso di mettersi in gioco e accogliere il frutto più puro del loro amore ormai finito.

Si avvicina cautamente alla porta, facendo un sorriso timido quando il ragazzo la apre immediatamente senza darle il tempo di bussare.

Molto probabilmente la stava spiando dalla finestra, altrimenti non si spiega.

"Ciao Isa" accenna lui con un sorriso timido, abbracciandola appena e poi indicandole di entrare in casa, "come stai? Hai dormito un po' oggi pomeriggio? E a pranzo cos'hai mangiato?".

Isabel spalanca gli occhi a quelle domande e a quel modo di parlare.
Sembra d'avere davanti uno sconosciuto, e molto probabilmente da lì a pochi mesi sarà veramente così, perché della loro storia oltre al bambino e ai vari incontri per quest'ultimo non rimarrà nient'altro.

"Sto bene, rilassati" lo tranquillizza, entrando nell'abitazione e guardandolo mentre chiude la porta con lo sguardo basso, "tu piuttosto, perché mi parli così? Anche se non stiamo più insieme c'è qualcosa che ci lega".

"Quindi per te ci siamo lasciati?" chiede lui sorpreso, facendole strada fino alla sala da pranzo e sedendosi davanti a lei con la tavola già tutta sistemata per le pietanze che gusteranno, "ti ho invitata a cena proprio per capire cosa fare, ho solamente detto che non voglio questo bambino, ma ti amo comunque e lo sai".

"Kenan, per avere me devi accettare anche la gravidanza, perché non sono disposta a porre fine a questa cosa andando in una clinica qualsiasi e classificare nostro figlio come un errore" spiega lei, notando immediatamente lo sguardo carico di terrore quando ha parlato di quel bambino come una cosa che riguarda entrambi, "ed è inutile che reagisci così, vuoi o non vuoi sarà sempre il tuo. Devi solamente dirmi se vuoi esserci o meno, perché in quel caso devo cominciare a vivermi la vita da mamma single e devo inventare storielle per parlargli di suo padre".

Kenan resta in silenzio.
Si alza solamente per prendere i piatti e ne posiziona uno davanti ad Isabel, cominciando a mangiare nella speranza di trovare qualcosa da dirle.

"Sono stato in uno di quei negozi per bambini oggi" esclama all'improvviso lui, posando la forchetta nel piatto mezzo vuoto e prendendo un respiro profondo, "c'erano tanti vestitini così piccoli che fatico a crederci che un giorno un mio eventuale figlio potrebbe indossarli. Poi è arrivata una coppia, erano giovani, forse poco più grandi di noi, e tra le braccia stringevano una femminuccia che non smetteva di piangere. In un primo momento mi è piaciuta quella visione perché ho immaginato noi due nei loro panni, poi però ho avuto paura, e sono scappato dopo aver lasciato alla casa un body rosa e uno azzurro".

Isabel lo fissa sorpresa.
Quindi qualcosa in lui si stava muovendo per davvero, di certo non è senza un motivo che si presenta in un negozio per bambini.

"Avevi immaginato un maschietto o una femminuccia?" accenna lei con un sorriso, posando a sua volta la forchetta e guardandolo mentre scuote la testa. Sa d'aver alleggerito la situazione lasciandolo parlare.

"Una femminuccia" ammette lui, mettendosi con le braccia conserte mentre un'espressione rilassata si fa spazio sul suo viso, "Yasmin Ayla".

"Yasmin Ayla" ripete lei sorpresa, scuotendo la testa nel sentirgli pronunciare quel nome, "sai che mi piace?".

"Prova a pronunciarlo con il mio cognome e vedi che è anche meglio" si lascia sfuggire lui, portando Isabel a fare un verso sorpreso a quelle parole.

In realtà Kenan non riesce a fare altro.
Da quando la sera prima ha scoperto dell'arrivo di un bambino nella sua vita la sua mente ha cominciato ad immaginare diversi scenari.
E tutti lo lasciavano con un sorriso sulle labbra.

Isabel lo guarda distratto dai suoi stessi pensieri, capendo ancora una volta perché tra tutti è stato proprio lui a rapirle il cuore, e sarà anche vero che nelle ultime ore la sta distruggendo con i suoi dubbi ma un po' lo comprende.

"Kenan" lo riprende lei, afferrandogli la mano dall'altro lato del tavolo e sospirando, "mi dici cosa ti fa paura? Perché hai reagito così a questa notizia? Non ti nego che anch'io appena l'ho scoperto sono entrata nel panico, ma da te avevo altre ma soprattutto alte aspettative".

"Quando ci siamo messi insieme non ho pensato al futuro" comincia lui, mordendosi il labbro inferiore, "nel senso, non con questa frequenza. Mi è capitato qualche volta d'immaginarti a casa ad aspettarmi con un piccoletto che corre per il salotto, ma nessuna di queste fantasie mi vedeva 19enne. Ho avuto paura, non te lo nego, perché in sostanza stiamo insieme da poco ed è un grande cambiamento un figlio. Ho ancora bisogno di tempo Isa" continua, prendendo un respiro profondo, "ho bisogno di capire se è realmente questa la vita che voglio".

Isabel annuisce a quelle parole.
Diciamo che rispetto al giorno precedente è stato più delicato e più preciso.
È disposta a dargli tutto il tempo di cui ha bisogno.

"Martedì farò la prima ecografia" lo informa lei, facendo un'espressione quasi tenera, "vieni con me se vuoi, magari vederlo ti aiuterà a capire se lo vuoi realmente o meno".

"Va bene" risponde lui, guardandole istintivamente il ventre quando si alza per sistemare i leggins.
Giustamente non si vede nulla essendo troppo presto, ma sa che lì dentro cresce tutto l'amore che c'è tra loro.

Isabel accarezza velocemente la pancia senza pensarci, notando lo sguardo emozionato di Kenan, "vuoi? Ci mettiamo sul divano, ti aiuterà a rilassarti sicuramente e ti darà qualche risposta".

Kenan annuisce immediatamente, afferrandole la mano e tirandola proprio dove lei gli ha indicato, guardandola mentre si siede con gli occhi che luccicano per l'emozione, mettendosi poi al suo fianco, "posso baciarla?".

"Per te è già una femmina in pratica" accenna lei, alzando appena la maglietta e sorridendogli appena deglutisce quasi impaurito.

Si piega con delicatezza, e poi piano posa le labbra sul suo ventre.
La bacia con lentezza, chiudendo gli occhi e facendole delle carezze leggerissime.
Si addormentano in quella posizione, mentre il frutto del loro più puro amore cresce giorno dopo giorno.

Senza spegnersi mai||Kenan YıldızDove le storie prendono vita. Scoprilo ora