❥Capitolo quattordici

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Se per il derby tutti hanno solitamente grandi aspettative è stato proprio l'ultimo a non soddisfare come avrebbe dovuto, portando a casa un tremendo pareggio e un +1 in classifica.

Isabel ha seguito la partita da casa sua, mentre la febbre l'ha portata a congelare per tutti i 90 minuti più recupero.

E continua a farlo quando si alza da quel letto con la coperta sulle spalle e si avvia in cucina per prepararsi magari una camomilla, nella speranza di riscaldarsi un po' con quel liquido bollente.

Kenan le ha promesso che sarebbe passato a farle visita, soprattutto viste le sue condizioni, perciò si ritrova ad aspettarlo proprio per quel motivo.
E non è nemmeno sorpresa quando lo vede entrare in quelle quattro mura.

Forse dargli le chiavi è stata la scelta più giusta.

"Ehi piccola" esclama lui, notando il sorrisetto che le spunta nel sentire quel soprannome e raggiungendola, abbracciandola da dietro e osservando il bollitore, "come stai? Come ti senti?".

"Non benissimo" ammette lei, adagiandosi contro il suo petto e sbuffando appena, "sento sempre freddo e credo d'aver preso l'influenza".

Kenan passa confuso la mano sulla fronte e poi alza gli occhi al cielo, "sei ancora bollente, hai preso qualcosa? Non ti passa la febbre Bel".

"Mh no, odio prendere le medicine" risponde lei, versando l'acqua calda nella tazza e mischiandoci la camomilla solubile, "preferisco far passare le cose con il corso della natura".

"Non è molto coerente questa frase calcolando che per l'ansia mandavi giù anche la scatola del medicinale" la prende in giro lui, lasciandole un pizzicotto sul fianco, "mangia un po' di biscotti, io prendo la confezione della tachipirina".

L'espressione di Isabel a quella parola è decisamente esemplare.
Con quei medicinali non ci va molto d'accordo, perciò ammalarsi le mette ansia più per quello che deve ingerire che per la malattia stessa.

Afferra il pacco di biscotti e la tazza con la camomilla mentre con lentezza si avvia al tavolo.
Si siede lì ancora avvolta nella sua coperta e sorride appena quando Kenan si mette al suo fianco.

È proprio il ragazzo perfetto.
Mai una parola fuori posto, mai un gesto sbagliato.

Isabel aveva bisogno di una persona così al suo fianco.

Lascia cadere il biscotto nella camomilla e lo guarda impregnarsi fino ad andare giù, raccogliendolo poi con il cucchiaino e mangiandolo anche se è ormai diventato poltiglia.

La gola le brucia appena percorre quel tratto, portandola a fare un verso di disgusto che fa ridere appena Kenan mentre questo le prepara la tachipirina in un bicchiere d'acqua.

Prende ad osservarla mentre mangia un altro poco per poi mandare giù la camomilla, passandole poi la medicina, "coraggio Bel, non ci vuole molto. Fai un respiro profondo".

Isabel lo guarda incerta.
Poi afferra il bicchiere e lascia scivolare la tachipirina sulla sua lingua.
Nemmeno gli shottini beve così velocemente.

"Fa schifo" esclama prontamente lei, sospirando quando Kenan ride un'altra volta e poi la prende in braccio, cominciando a camminare fino alla camera da letto, "dormi da me oggi?".

"Ovvio, non posso lasciarti da sola in queste condizioni" risponde lui, aprendo la porta con il piede e mettendola delicatamente sul materasso, voltandosi verso il termometro, "misura la febbre e poi la ricontrolliamo tra qualche ora. Io mi cambio nel frattempo".

Isabel annuisce leggermente, e poi si perde ad osservare Kenan che si sfila la felpa, mettendo in mostra la schiena.
Deve ancora capire perché dorme senza maglietta ad aprile, ma sono domande che spesso non meritano risposte.

Insomma, lui è Kenan.
Ha un modo tutto suo di vivere.

Si sfila anche i pantaloni della tuta e indossa i pantaloncini della juventus (beh, un classico), per poi stendersi sul letto accanto alla ragazza che continua a tremare in quella coperta, "cosa c'è?".

"Posso lasciarti qualcosa di mio per stare sempre con te durante le partite?" propone lei, sfilandosi l'elastico dal polso quando lo vede annuire, "non è nulla, ma questo almeno puoi tenerlo".

"Lo terrò anche quando non ci sono le partite" la tranquillizza lui, indossandolo al polso destro e guardandolo, "mi sta bene non credi?".

Isabel ride appena, e poi toglie il termometro quando lo sente suonare.
Lo schermino segna 38.9, cosa che porta entrambi a sbuffare appena.

Ottimo insomma.
Kenan si sporge a stringerla in un abbraccio per riscaldarla ancora, e così si addormentano.

Stretti tra le loro braccia, con la mente svuotata da qualsiasi dubbio.

**

"Kenan è tardi, devi allenarti" urla Isabel, correndo per la casa con il bicchiere di succo all'arancia tra le mani.

Il ragazzo si sveglia di soprassalto a quel tono di voce, mentre capisce che la febbre ha ufficialmente abbandonato il corpo di Isabel, "la prossima volta potresti svegliarmi senza farmi venire un infarto?" si lamenta, sedendosi sul letto e guardandola mentre entra con un sorriso, "che hai combinato?".

"Io niente, tu sei in ritardo" dice lei soddisfatta, sorseggiando il succo e godendosi l'espressione confusa sul volto del più piccolo, "perché mi guardi così?".

"Perché oggi mi alleno nel pomeriggio" spiega lui, scuotendo la testa e aprendo le braccia, "coraggio vieni qui, posso dedicarti ancora un po' di tempo".

Isabel sorride e lascia il bicchiere sulla scrivania, fiondandosi sul letto e abbracciando Kenan senza pensarci su due volte, "mh oggi mi piaci più del solito".

"È una dichiarazione o sei ubriaca appena sveglia?" accenna lui sorpreso da tanta schiettezza, lasciandole un bacio sulla fronte e sorridendo appena la sente sospirare a quel gesto.

"È un modo per dirti che mi piace il tuo comportamento, e calcolando che all'inizio abbiamo solo litigato mi fa anche strano" ammette lei, voltandosi a guardarlo.

Sente una voglia irrefrenabile di baciarlo, ma deve contenersi.
Deve soprattutto perché non vuole correre con Kenan, vuole godersi ogni cosa e viverselo con calma.

Senza spegnersi mai||Kenan YıldızDove le storie prendono vita. Scoprilo ora