7. Sei la mia luna

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(Consiglio spassionato dell'autrice: leggete il capitolo ascoltando "someone to stay", così piangerete pure l'acqua del battesimo)

Minho si stava facendo prendere dall'ansia, percorrendo il corridoio avanti e indietro nell'attesa, mentre il suo Jisung era in sala operatoria. Fu allora che scorse in lontananza il suo migliore amico e Felix venirgli incontro col fiatone.

Il primo a prendere parola fu proprio quest'ultimo. «Cosa... Cosa diavolo è successo a Jisung?» era molto provato, le lacrime scendevano senza sosta, il labbro inferiore tremava e aveva gli occhi rossi dal pianto.

Minho fece un bel respiro, prima di iniziare a raccontare il tutto, col cuore in gola, i ricordi ancora vividi nella sua mente. «Oggi, mentre ero a casa, Jisung mi ha chiamato... La cosa mi aveva alquanto sorpreso, tuttavia- Gli tremava la voce mentre parlava e m-mi ha chiesto di venire subito a casa sua... Dopodiché non ho sentito più nulla, non ha attaccato né niente e anche se ho provato più volte a chiamare il suo nome non ha risposto... Allora sono corso dritto a casa sua in macchina. Q-Quando sono entrato dentro, sono salito fino in camera sua e l'ho trovato... a terra, in una pozza di sangue.» si fermò un attimo per asciugarsi una lacrima impigliata nelle ciglia «Aveva un taglio profondo a un braccio e una mano piena di schegge di vetro... Quando sono andato nel bagno per prendere delle bende ho visto lo specchio in mille pezzi e delle macchie di sangue, deduco che abbia colpito il vetro a mani nude... Ecco, questo è tutto quello che so.» disse Minho prima di accasciarsi sulla sediolina con i gomiti sulle ginocchia, le mani nei capelli e lo sguardo a terra.

«È-È tutta colpa mia-» disse Felix singhiozzando «S-Sono il suo migliore amico, eppure n-non mi sono a-accorto di n-nulla-» nascose la testa nell'incavo del collo di Hyunjin, il quale iniziò ad accarezzargli la voce e sussurargli parole dolci nell'orecchio per confortarlo.

Erano un po' tutti sconvolti, di quello che era appena successo. Nessuno, si aspettava uno scenario simile. Dovevano, però, cercare di darsi forza l'un l'altro e superare insieme anche un momento difficile come quello.

*3 ore dopo*

Nel frattempo si era fatta notte, là fuori. Nessuno si era scollato dalla sedia neanche per sbaglio. Felix era poggiato sul petto del corvino, mentre quest'ultimo gli faceva i grattini dietro al collo.

Hyunjin, tuttavia, non potè fare a meno di guardare come stesse il suo migliore amico. Era nella medesima posizione da ore e non accennava a muoversi di un millimetro. Lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi languidi e privi di luce. Non lo aveva mai visto, così. Se non una volta ma di tanti anni addietro, cosa che non intendeva riportare a galla ma che, secondo lui, era anche uno dei motivi per cui Minho si sentisse così male in quel momento. Non voleva vedere una persona a lui cara morire all'improvviso.

Non di nuovo.

Dopo quelle che erano state ore interminabili di attesa, finalmente, un medico gli si avvicinò. Tutti scattarono all'inpiedi, al suo arrivo. «Siete qui per Han Jisung?» disse il medico reggendo in mano una cartella clinica.

«Si, esatto. Come sta?» domandò Minho.

«È stata un'operazione alquanto delicata, rimuovere tutti quei pezzetti di vetro che si erano conficcati nella sua mano, ma alla fine ci siamo riusciti senza danneggiare le ossa e per quanto riguarda il braccio siamo riusciti a ricucirlo, ci sono volute 2 trasfusioni di sangue perché ne aveva perso veramente tanto e se foste arrivati qualche minuto più tardi... non ce l'avrebbe fatta. Alla fine, posso dire che...» alzò gli occhi dal blocchetto che aveva in mano «è stabile, adesso. Potete stare tranquilli.» disse sorridendo per poi allontanarsi subito dopo.

Felix iniziò a saltellare dalla gioia urlando mentre stringeva Hyunjin in un abbraccio. Minho, invece, si buttò sulla sedia un'altra volta con la testa appoggiata al muro.

"I'm yours" || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora