-Extra. La mia famiglia

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«Soomin, vieni subito qui!»

«Ha-Ha, non mi prendi! Non mi prendi!»

«Ahh... ti faccio vedere io piccola peste!»

Con uno slancio in avanti, presi la bambina in braccio, lei che continuava a ridere e scalciare come una pazza. «Ecco, visto? Ti ho preso!» le scompigliai i lunghi capelli biondi.

Soomin mise il broncio, evitando il mio sguardo. «Papà, ma non è giusto! Tu sei più alto...»

Risi, dandole un bacetto sulla guancia. «Sei ancora piccola, tesoro. Vedrai che un giorno sarai grande e forte anche tu!»

Gli occhi della bambina si illuminarono di colpo. «Davvero davvero?»

Annuii, non potendo fare a meno di sorridere. «Davvero davvero. Ora, però, prima che l'altro papà ci sgridi, vai a metterti il pigiama e subito a nanna, okay?» la feci scendere delicatamente a terra, accarezzandole il capo.

Soomin sbuffò. «E va bene, papà.» sorrise, in qualche modo mi ricordò quello di mio marito. «Ti voglio tanto bene, papà!»

«Anche io te ne voglio!» dissi ad alta voce vedendola correre in bagno a cambiarsi.

A quel punto, mi passai una mano sul viso, stanco, dirigendomi in camera e stravaccandomi praticamente subito sul materasso, la faccia premuta contro il cuscino.

«Sei stanco, amore?» chiese Minho, un libro sulle costellazioni tra le mani.

Alzai appena di poco la testa per guardarlo in viso. «Tu che dici?» risi.

Minho chiuse il libro, riponendolo sul comodino accanto al letto, per poi avvicinarsi a me dandomi un bacio sulla fronte. «Nostra figlia è impegnativa, eh?»

Annuii, ritrovandomi d'accordo con lui. «E pensare che ha solo 10 anni... Quando diventerà adolescente, mi farà crescere i capelli bianchi prima del dovuto.»

«Non pensiamoci ora, godiamoci il tempo che abbiamo finché è ancora così piccola.» mormorò Minho e non potei che essere d'accordo con lui.

Dopo il matrimonio, io e Minho avevamo deciso di mettere su famiglia e allora siamo andati a fare delle ricerche su internet di qualche orfanotrofio nelle vicinanze. Per fortuna, ne avevamo trovato uno, siamo andati lì per parlare con la dirigente dell'istituto e ci aveva parlato di questa bambina di 3 anni, dolce, gentile, graziosa, che aveva da poco perso i genitori in un incidente stradale.

Allora, io e Minho facemmo richiesta di adozione per la piccola e, dopo aver firmato un miliardo di fogli differenti, l'abbiamo portata a casa, diventando così un membro effettivo della famiglia Lee-Han. Amavamo alla follia nostra figlia e non potevamo chiedere di meglio.

Il nostro lavoro nel mondo della musica, poi, stava dando i suoi frutti, avevamo tantissimi fan che ci supportavano, pur sapendo che praticamente tutti i membri fossero gay, dandoci tanto amore nonostante tutto, e avevamo una splendida famiglia, io, Minho, Soomin e i nostri amatissimi gatti.

«Sicuro di avere sonno, Sungie?»

Emisi uno sbadiglio. «Si, direi proprio di sì.»

Minho premette le labbra contro il mio orecchio. «Ne sei proprio sicuro?» sussurrò, facendo scivolare la mano sotto la mia felpa.

Un gemito sommesso mi scappò di bocca, un ghigno soddisfatto comparve sulle labbra di mio marito.

«Anche se è un po' tardi... Facciamo l'amore, Sungie?» sibilò dolcemente Minho, accarezzandomi l'addome.

Ansimai lievemente. «V-Va bene... Sono tuo, Minho.»

Ci spogliammo a vicenda, pieni di eccitazione che ci scorreva nelle vene. Cercavo di trattenere i gemiti quanto più possibile, non volendo che nostra figlia si svegliasse nel cuore della notte sentendo rumori molesti nella stanza accanto. Era troppo piccola per essere traumatizzata con cose di quel tipo... Volevo preservare la sua innocenza almeno fino alla maggior età.

"I'm yours" || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora