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"un po' dai"
ripetè la mia frase per prendermi in giro ironicamente e io iniziai ad arrossire.
"che carina quando arrossisci"
"potresti evitare di mettermi ancora di più in imbarazzo?"
"ah sisisi, scusa capo"
"chi ti ha detto di entrare qua?"
"boh volevo andare a vedere la mia stanza, ma qualcosa mi ha portato qua"
"si dai, spara meno cazzate"

fece spallucce e riuscì anche a farmi scappare una risatina, un po' nervosa sinceramente per l'imbarazzo.

"non c'è niente di male ad ammettere che sono bello"
"abbassa l'ego"
"perché non devo ammettere la verità anche io?"
"francesco vai via? se lo sa mio fratello ti ammazza"
"addirittura?"
"eh sì"

mi guardò intensamente e io ricambiai, però non riuscì a mantenere il contatto visivo e quindi guardai in un altro punto pur di evitare di imbarazzarmi ancora di più.

"non mi vuoi dare neanche il numero?"
mi chiese attirando la mia attenzione.
"non credo proprio"
"va bene, allora vado via senza insistere"
si alzò e andò di nuovo giù.

io, invece, scioccata presi il mio telefono e mi accorsi che ancora ero in chiamata con la mia amica, alessia.
"AMO HAI SENTITO?"
"MIO DIO, SI CHLOE"
"MADÒ AMO CHE VERGOGNA"
"amo per me gli interessi"
"la cosa non è ricambiata però"
"daii, in ogni caso non ti fidare, non è tanto onesto"
"non ti fare film mentali va"
poi parlammo un altro po' e staccammo per le 2, quando io stavo per crollare.

ma disturbarono il mio sonno le risate di mio fratello e dei suoi amici, al piano di sotto, che attirarono la mia attenzione.
infatti scesi le scale per arrivare sotto e mi sedetti là, ma mi sentivo sempre più in soggezione perché francesco continuava a guardarmi senza distogliere lo sguardo.

quindi, quando gli altri andarono di là a cercare da mangiare, io andai di fianco a lui.

"che vuoi?"
mi chiese scontroso.
"calmati eh, ed evita anche di guardarmi"
"non posso?"
"no"
"sei faccia proibita?"
"se"
dissi ovviamente scherzando, ricevendo da lui una faccia schifata che mi fece ridere.

"che hai da ridere?"
"non posso?"
"gne gne"
iniziò a percularmi, ricordandomi proprio perché ero là accanto a lui.
"ah a proposito, smettila di fare il bambino solo perché non ti voglio"
"ma vuoi farmi innervosire ancora di più?"
"eh sì"
"e comunque non sto facendo niente di male.. solo perché ti fisso dici che faccio il bambino?"
"esattamente, perché hai capito che mi imbarazzo"
"va bene capo, prenderò nota"
"vabbè vaffanculo va"

mi alzai e andai via, più nervosa di prima;
cioè provavo a fare un discorso serio e lui la prendeva sul ridere, ma che cazzo di problemi ha?

"non può funzionare"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora