Acqua

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~ Episodio 2 ~

Acqua










Acqua.

Non appena JungKook mise piede fuori dall'edificio, iniziò a piovere. Guardando fuori dalle finestre delle aule, si era accorto che il cielo era sempre stato ricoperto di nuvoloni grigi, ma non ci aveva prestato attenzione. Aveva ben altro a cui pensare. Ora, però, ritrovandosi a correre senza ombrello, stremato e con i capelli e i vestiti completamente fradici, si maledisse per non aver notato l'imminente pioggia. Già le gambe gli dolevano, e quel fuori programma non faceva che peggiorare la situazione. Sebbene l'acqua fredda sulla sua pelle bollente gli producesse un certo sollievo, più tardi avrebbe sicuramente avuto un'altra discussione con sua madre, quando la febbre sarebbe aumentata.

Giunse alla Metropolitana più lentamente di quanto si aspettasse e, per fortuna – o grazie a un talento acquisito nel tempo – il treno arrivò pochi istanti dopo. JungKook si spostò verso delle carrozze più vuote, i vestiti bagnati lo rendevano ancora meno incline a sopportare la folla. Nonostante fossero passati giorni dall'ultima volta che aveva visto JinYoung, era stato facile accontentarlo: in pochi minuti, esattamente nove, era riuscito sia a soddisfare la libidine del Beta, sia a lavarsi i denti, scappando prima che gli Alfa lo trovassero e fermassero.

«Posso fare una doccia prima di andare al dodicesimo piano?» JungKook aveva corso per arrivare in ufficio. Aveva bisogno di quel tempo per sostituire l'assorbente, cambiarsi dagli abiti fradici e, se fosse possibile, farsi una doccia. Aveva eseguito la prima parte del suo piano in completo silenzio, cercando di non attirare l'attenzione – soprattutto quella di TaeHyung, che non voleva coinvolgere proprio mentre si occupava di gesti imbarazzanti.

La seconda parte era stata più complicata. Gli ci vollero un paio di minuti per trattenere le lacrime: il dolore fisico, unito ai suoi pensieri umilianti, lo faceva sentire miserabile. Solo dopo aver riacquistato un'espressione più naturale, bussò alla porta dell'ufficio del suo capo con la richiesta sopra citata.

«Buongiorno anche a te, JungKook-ah», rispose TaeHyung, il sarcasmo nel tono della sua voce non sarebbe sfuggita neanche ad una persona priva del senso dell'ironia. «Come mai sei ridotto in questo stato?» Spostò uno dei documenti che aveva finito di leggere, e che avrebbe dovuto consegnare a suo padre – o meglio al segretario nonché suo fratellastro – entro mezz'ora. TaeHyung cercò di nascondere il suo vero stato d'animo, puntando la lingua contro l'interno della guancia. Avrebbe voluto essere più cordiale, accogliere l'omega con un sorriso e chiedergli come stesse, visto che era bagnato come un pulcino e si era preoccupato. Ma quell'entrata impersonale, e priva di un qualsiasi saluto e gentilezza nei suoi confronti, lo aveva infastidito, tanto da farlo deviare dal suo originale proposito.

«Non ti ha accompagnato JiMin?», disse, guardandolo di sottecchi.

JungKook notò lo sguardo fugace di TaeHyung e il rosso che ne permeava gli occhi. Era nei guai. «Perché avrebbe dovuto?», rispose con lo stesso tono aspro.

Era una ritirata? Forse stava ammettendo che non aveva nessun motivo di stare con JiMin? Forse, ma a TaeHyung non bastava, «Eppure odori di lavanda».

JungKook sapeva che se avesse risposto dicendo che JiMin non era l'unico Beta e che la sua deduzione era stupida, la situazione sarebbe peggiorata. TaeHyung conosceva JinYoung e sarebbe stato facile per lui arrivare alla giusta conclusione. Anche se aveva detto "odori", il tono faceva pensare più a "puzzi", quindi preferì soprassedere e ripetere la sua domanda. «Allora ho il tempo di lavarmi o no?»

TaeHyung, dopo averlo guardato dritto negli occhi – voleva proprio osservare quella faccia da schiaffi mentre cercava di prenderlo in giro – scosse la testa, frenando le tante domande che avrebbe voluto fargli ma sapeva di non avere il diritto di porre. «Non posso certo portarti da mio padre mentre profumi come una sgualdrina. Vai pure e sbrigati».

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