Torno a casa e mando un messaggio a Nash in cui gli dico che sono arrivata sana e salva, visto che la mia macchina è nelle sue mani per colpa degli allenamenti. Vado di sopra e studio per ben due ore, sono le cinque quando il mio telefono inizia a suonare e senza preoccuparmi di chi è rispondo.
-"Pronto"- dico annoiata guardando il libro che ho davanti.
-"Bella migliore amica che si scoccia di parlare con la sua amica del cuore"- dice Holly con tono di accusa ma si sente che mi sta prendendo in giro.
-"Scusa ho appena finito di fare i compiti"- dico ancora più scocciata, non amo studiare è una noia mortale.
-"E' allora hai un buon motivo per venire in centro con me e non accetto un no, tu mi verrai a prendere e andremo a spendere i soldi in roba inutile"- dice lei riattaccando e io non ho nemmeno il tempo per ribattere, è una causa persa quindi penso sia inutile controbattere, in qualsiasi caso vince sempre lei.
Così prendo le chiavi della macchina di Nash e mi avvio in quell'edificio che ormai manco da un po', mi manca perché è la mia casa, mi hanno accolto e cresciuto, sono sempre rimaste in mia difesa che mi ha fatto diventare la persona che sono e nemmeno tutti i grazie del mondo riescono a eguagliare tutto quello che sono state capace di fare per me.
Dopo aver parcheggiato busso a quell'enorme portone e ad aprimi è la signora Cristina, è la signora delle pulizie una donna tanto dolce e solare, si fa amare da tutti grandi e piccini.
-"Charlotteee"- urla lei per poi abbracciarmi e io ricambio, mi è mancata, ha fatto un po' da mamma, quando uscivo mi raccomandava tante cose, mi dava consigli e puliva il disordine che lasciavo in giro, la adoravo. Cercava sempre di darmi consigli per non farmi sbagliare e mi sgridava quando facevo qualcosa di sbagliato, so che lo faceva per il mio bene ma certe volte esagerava.
-"Criss"- dico con un sorriso stampato in faccia.
-"Come va, bambina mia?"- dice lei con un sorriso dolce.
-"Bene, mi sto ambientando bene"- dico mentre la mia mente pensa a colui che ha preso un po' del mio cuore e lo sta distruggendo.
-"Allora voglio sapere tutto"- dice sedendosi al divano e io la seguo mentre incomincio a raccontare tutto anche i dettagli un po' sconci, in fondo le ho sempre detto tutto e il bello è che non mi giudica mai per questo io la voglio ancora più bene, cercava sempre di trovare il lato positivo nelle situazioni più drammatiche.
Dopo 5 minuti, le bambine si accorgono di me e mi saltano addosso, dopo i saluti mi accorgo di una bambina nuova, ha i capelli neri e due occhi azzurri da far paura, è bellissima.
-"Ciao come ti chiami?"- dico io avvicinandomi a lei, nei suoi occhi lo vedo...
Vedo lo stesso sguardo che avevo io la prima volta che sono entrata qui dentro. Il vuoto nei suoi occhi fa venire la pelle d'oca perché so che quel vuoto c'è l'ho anche io e non può essere rimarginato.
-"E-E-mily"- dice lei balbettando e giocando con le sue manine piccole.
-"Ciao Emily, quanti anni hai?"- dico io sorridendo e lei con la manina fa alzare tre dita, oddio quella bambina ha tre anni e non ha ne padre ne madre, che stronza è la vita. Nessun bambino deve subire la perdita di un genitore figuriamoci due. Devo allontanarmi da quella bambina non riesco a stargli vicino senza pensare ai miei genitori e a mio fratello.
Mi allontano e vado di nuovo vicino a Cristina e mi metto al suo fianco.
-"Perché Emily sta qui?"- dico indicando la bambina piccola che adesso giocava solitaria con una bambola.
-"E' venuta da due giorni, il padre ha ucciso la madre e poi si è ucciso"- dice lei con un tono triste, povera bambina, chissà cosa starà pensando o se ha visto la scena, quanto dolore avrà nel suo piccolo cuoricino.
-"Charlotte, andiamo"- dice Holly scendendo le scale e prendendo il braccio mentre mi trascina fuori, saluto tutti con un segno della mano e mi lascio trasportare nella macchina.
Passiamo l'intero pomeriggio al centro commerciale dove mi compro un sacco di cose e anche Holly si sfrena nel comprare qualsiasi cosa gli piace, con lei volano le ore e dopo aver passato un'intero pomeriggio insieme la riaccompagno all'edifico prima che scende l'abbraccio e la saluto, torno a casa con tante buste. Appena arrivata però mi rendo conto che forse ho esagerato un poco perché le buste pesano davvero tantissimo.
-"Ti sei data da fere eh?"- dice Nash vedendo la mia difficoltà con tutte le buste e io sbuffo questo coglione non mi aiuta manco morto ma poi noto una persona alle sue spalle, riconosco quella sagoma è lui, Aaron.
-"Ehm, la tua neo-fidanzata mi ha costretto"- dico in tono molto antipatico da bambina capricciosa e mio fratello alla parola fidanzata inizia a innervosire tantissimo lo vedo dalla sua faccia.
-"Non è la mia fidanzata, la chiamerei più ehm..scopamica"- dice lui ridendo e sfidandomi a controbattere.
-"Hei, stai parlando della mia migliore amica stronzo"- dico posando le buste e tirandogli uno schiaffo sulla testa e lui per il dolore si massaggia il punto appena colpito. Non l'ho nemmeno considerato il suo amico e ne lui ha cercato di interagire con me, meglio cosi.
Prendo le buste e salgo in camera e inizio a sistemare i panni, ma mentre sto sistemando un vestitino molto corto e trasparente qualcuno mi cinge i fianchi e il suo profumo si inala in me, è One Million, fumo e menta.
Aaron con il suo profumo che lo riconosco ad occhi chiusi anche tra mille persone.
-"Non dirimi che questo non vestito te lo metterai?"- dice lui un po' infastidito e colgo la situazione per provocarlo un po'.
Eh si, da perfetta stronza io amo provocare e sapere cosa pensa, cosi ne approfitto.
-"Ovvio lo devo indossare ad un appuntamento"- dico girandomi per guardare la sua faccia e devo mordermi il labbro per non scoppiare a ridere, la sua faccia è un mix tra rabbia, gelosia e infastidito. Ma tu hai voluto la guerra baciando Marnie e questa è l'inizio della mia vendetta.
-"Ah si? E con chi?"- dice lui con un tono arrogante.
-"Ehm..ho una lista di pretendenti e quindi dovrò scegliere il vincitore che mi vedrà con questo. Quindi ora vai via e fammi pensare chi vincerà"- dico spingendolo e sorridendo alla sua faccia ancora più arrabbiata.
-"Va bene, ma tanto colui che vincerà se la vedrà con me, perché se non vinco io non vince nessuno"- dice per poi sorridermi malizioso ed esce dalla cabina armadio .
-"Stronzo"- dico a bassa voce.
-"Ti ho sentito stronza"- dice lui scoppiando a ridere e sbatte la porta della mia camera.
Dopo aver sistemato, scendo di sotto e Nash e Aaron stanno ancora giocando, cosi mi metto seduta a guardare e li osservo divertirsi o meglio si incazzano a turno.
Volano imprecazioni e insulti e io non smetto di ridere vedendo la scena, sono due bambini e mi fa male la pancia talmente dalle risate che mi sono fatta.
-"Ragazzi"- dice mia madre mentre nell'enorme salone -"è ora di cena, Aaron tu vuoi rimanere qua?"- chiede mia madre.
-"Si, grazie mille Anna"- dice Aaron molto educatamente e vederlo in questo momento è estremamente sexy.
Ok, Charlotte smettila con sti cazzo di film mentali sembri una maniaca.
Ceniamo e parliamo del più e del meno, poi dopo mangiato guardiamo un film e alle undici Aaron se ne va mentre io mi ritiro nella mia camera e mi metto il pigiama ma non riesco a dormire, ho le immagini della piccola Emily che iniziano a tornarmi in mente i momenti in cui mio padre...oddio sto tremando, devo smetterla di pensarci. Ma no, non riesco a smettere di pensare a come le sue mani toccavano il mio corpo anche se io non volevo, a come il dolore aumentava ogni volta ma a lui non importava, non riesco a calmarmi così mi alzo e busso alla porta di Nash piano, tremo ancora e ho iniziato a piangere, sono debole quando si tratta di quel genere di situazione e se penso al mio incubo.
-"Avanti" - dice Nash e quando apro la porta la sua espressione diventa subito preoccupata.
-"Charlotte cosa è successo?"- dice Nash in preda al panico.
-"Nash io-io ho avuto un brutto ricordo"- dico abbracciandolo e crollo sul suo petto che mi stringe forte a se e mi sussurra cose dolci mente mi accarezza la testa.
Quando mi calmo mi metto sul letto e mentre lo guardando negli occhi gli racconto della mia giornata.
-"Oggi sono andata alla casa famiglia e c'era una nuova bambina di solo tre anni il motivo? Bhe il padre ha ucciso la madre e poi si è ucciso e io mi sono sentita male, solo al pensiero di quella bambina da sola. Se lei avesse visto la scena? Come si sentirà Nash? Come?"- scoppio di nuovo a piangere e Nash mi abbraccia di nuovo, tiro sul col naso e ricomincio a parlare.
-"Poi sono andata a fare shopping e non ci ho pensato e poi sono stata con voi e nemmeno in quel momento ci ho pensato, ma, quando sono stata in camera mia da sola, Nash ho avuto paura, mi ritornavano in mente le scene in cui mio padre mi palpava e mi sussurrava cose dolci al mio orecchio" - dico singhiozzando e Nash non dice nulla continua solo ad abbracciarmi.
-"Nash ora voglio raccontarti della mia famiglia,voglio che tu sappia tutto di me, voglio liberarmi di questo peso. TU SEI MIO FRATELLO E VOGLIO CHE SAI TUTTO DI ME"- dico staccandomi dall'abbraccio e guardandolo e nel suo sguardo c'era tutto l'amore fraterno che cercavo e tutta la sicurezza per farmi raccontare tutto, ci sediamo uno di fronte a l'altro e per un momento pensai al mio dolce fratellino proprio li con me mentre gli racconto la mia giornata. Poi però ritorno al presente e guardo Nash che aspetta il mio racconto e allora eccomi qua a rivivere il mio incubo.
-"Allora, avevo un fratello, si chiamava James, mia madre Loren e mio padre Tommy, eravamo una famiglia abbastanza ehm..ricca se posso dire cosi, avevamo una bella villetta molto più piccola di questa ed era tutto perfetto. All'età di 6 anni mio fratello iniziò a giocare a calcio e quando mia madre lo accompagnava mentre io restavo sola a casa con lui.
Era lì che succedeva quello che nessuna bambina dovrebbe subire, quando stavo con lui io avevo paura, era in quel momento che io avrei voluto scomparire, lui mi toccava e mi diceva cose dolci.
Poi quando arrivava mia madre lui mi minacciava dicendo che se avessi detto qualcosa avrebbe fatto del male a mio fratello perciò in quegli anni non dissi nulla e lui continuò con il suo toccare e parlare quando eravamo soli.
E quando io avevo 8 anni successe tutto, era il giorno del mio compleanno e mia madre e James andarono a prendere il mio regalo, però anche in quel giorno lui mi toccava ma in quel giorno mi picchiò anche a sangue.
Dopo un paio d'ore ricevemmo la notizia che mia madre e James avevano fatto un incidente ed erano morti, poi, il giorno dopo mio padre mi pestò di nuovo a sangue e un vicino si scocciò delle mia urla e venne a controllare.
Sorprese mio padre che mi picchiava perché voleva violentarmi e chiamò la polizia e cosi fu arrestato per abuso sui minori e da quel giorno io non ho più sue notizie e forse è meglio cosi"-dico asciugandomi le lacrime che non smettevano di scendere
-"Mi dispiace sorellina, ti giuro che nulla più ti farà del male. Ora ci sarò io per qualunque cosa, tu conta sempre su di me" - dice lui abbracciandomi e io ricambio e mi tranquillizzo subito.
-"Nash"- dico sorridendo a quelle parole.
-"Dimmi"- dice lui ricambiando il sorriso.
-"Ti voglio bene e per sta notte posso dormire con te ho paura di stare sola"- dico con gli occhi da cucciolo.
-"Anche io te ne voglio e poi si puoi restare però non prendere il vizio"- dice lui ridendo e io faccio lo stesso.
-"No non ti preoccupare"- dico stendendomi sul letto e lui si stende di fianco e mi abbraccia mentre io mi addormento tra le sue braccia, mi sento protetta.~NASH~
Una volta che sono sicuro che Charlotte dorme e non c'è il rischio che si sveglia chiamo il mio migliore amico.
1,2,3 squilli non risponde.
-"Pronto bro che succede?"- mi dice Aaron con la voce piena di sonno, cazzo l'ho svegliato ma ho bisogno di parlare.
-"Riguarda Charlotte"- dico e so che basta dire il suo nome per far scattare l'attenzione in lui.
-"Sta bene? Cosa gli è successo?"- dice subito sveglio e pronto a sapere.
E allora esco dalla stanza e gli racconto tutto quello che è successo poco fa.
Parliamo e una volta finito torno da lei che ancora dorme, mi stendo al suo fianco e mi addormento anche io.
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Inciso nel mio cuore.
RomanceCharlotte é una ragazza ingestibile che nascode molti segreti e con il passare del tempo si é trasformata in una veria e propria stronza. Aaron è il solito play boy, sembrano gli opposti ma invece sono più simili di quanto pensino, anche lui riserv...