Capitolo 50

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"Perdonami" disse quel ragazzo dagli occhi oceano, l'ultima persona che credevo potesse entrare da quella porta.

"No Ash, tu c'entri in tutta questa storia vero?" dissi io urlando furiosa contro di lui e asciugandomi gli occhi per il pianto di prima.

"In parte, seguivo solo gli ordini" disse lui con un filo di tristezza.

"Mi fai schifo" dissi io guardandolo con disprezzo.

In quel momento bussarono alla porta e Ash andò ad aprire, entrò un signore alto e molto muscoloso, con un paio di tatuaggi e aveva due occhi castani che mi penetrarono fin dentro l'anima.

"Angel Angel Angel" disse l'uomo avvicinandosi vicino a me.

"Non ti avvicinare verme" dissi io provando a muovermi.

"Ash esci dopo di me completerai il tuo lavoro, ora Angel capirà cosa significa il rispetto" disse l'uomo e senza dire niente Ash uscii di fretta dalla stanza.

L'uomo continuava ad avvicinarsi.

"Ti ho detto di non avvicinarti mi fai schifo" urali con tutto il mio fiato.

"Non mancarmi di rispetto capito" disse lui furioso dandomi un calcio nello stomaco, cercai di non fare una faccia di dolore, mai e poi mai davanti a loro io potevo risultare fragile e indifesa.

"Ti conviene non opporti se no mi costringi ad avere ciò che voglio con la forza" disse l'uomo buttandosi su di me e prendendomi i capelli con forza per poi iniziare a baciare il mio collo, un senso di schifo iniziò a crescere in me, cercai di dimenarmi ma mi arrivarono due pugni nello stomaco e due schiaffi sulla faccia.

L'uomo iniziava a toccarmi ovunque e io sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi non era cosi che volevo fare, no, non volevo che perdessi così la mia dignità, dovevo fare qualcosa, dovevo uscire di lì subito.

Iniziai a guardarmi in giro per la stanza senza pensare a quest'uomo che continuava a toccare il mio corpo e sotto a un tavolino un po' più distante da noi c'era un coltellino, dovevo assolutamente prenderlo ma dovevo farmi sciogliere le mani.

Idea.

"Mhh" iniziai a dire

"Ecco visto lasciati andare" disse l'uomo continuando le sue torture

"Potrei lasciarmi andare di più se mi slegassi, oppure hai paura che potrei fuggire?" dissi guardandolo con aria innocente ma anche con uno sguardo di sfida.

"Non provare ad imbrogliarmi, non ci riesci" disse continuando le sue torture.

"Bastardo" dissi io in un sussurro, questa fottuta bocca non si sta mai zitta credo che l'abbia sentito perché iniziò a picchiarmi così mi rannicchiai in me per assortire il dolore anche se faceva male lo stesso.

"Puttana!" urlava dandomi calci

"Sei una lurida puttana" continuava con calci e pugni.

"Devi portarmi rispetto" disse continuando a picchiarmi poi si fermò e mi guardò.

"Ora si fa sul serio" disse mettendosi a cavalcioni su di me.

Ora era diventato più violento e io cercai in tutti i modi di liberarmi le mani, cercai di pensare ad altro e non a quel momento, cercai di pensare alle persone più importanti della mia vita.

Lo sentii entrare dentro di me violentemente e lì scoppiai a piangere, non doveva andare cosi, non poteva, non doveva finire così, doveva essere una cosa speciale questa e invece..

Continuò fin quando non venne e io continuavo a piangere e a tremare, non poteva essere vero è stato solo un fottuto incubo e ora mi risveglierò.

Inciso nel mio cuore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora