disastro

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Suonano al campanello
< Ciao Sara, io vado,  Monica è arrivata >
Corro giù e appena apro il portone vedo Monica tutta sorridente
< Allora, si può sapere perché dobbiamo arrivare a scuola così presto?  Abbiamo 45 minuti, cosa dobbiamo fare?  Devi dirmi qualcosa?  Magari riguardo ieri? > mi chiede Monica mentre prendo lo scooter
< Si,  può darsi > dico e scoppiamo a ridere < E comunque non è successo nulla di quello che pensi!  > dico facendole la linguaccia
Ci avviamo e in meno di cinque minuti siamo a scuola
Ci sediamo su una panchina e le racconto tutto
< Sono davvero felice sai? Non mi capitava da tanto tempo di sentirmi così > dico sognante
< mi fa piacere che tu ti senta così.  Gaetano è un brav'uomo, saprà farti felice, me lo sento. Peccato che dobbiate tenerlo nascosto. >
Nel frattempo passa la Preside, ci saluta e tira dritto
< Monica,  e se ha sentito qualcosa? >
< Ma no, come faceva? Anche se fosse,  ci sono tanti Gaetano al mondo >
< Ma aveva un'aria strana, sembrava ci stesse guardando male, no? >

< Speriamo che è come dici tu > dico preoccupata
Inizia ad arrivare tutta la scolaresca,  tutti fanno con comodo ovviamente, quando poi si deve uscire tutti spingono come assatanati, beh lo faccio anche io,  a volte.
< Monica, Claudia buongiorno > dice Gaetano che passa proprio davanti a noi, mi fa l'occhiolino
< 'giorno prof > dice Monica cercando di essere seria
< Buongiorno Gaeta.. ehm prof > dico sorridente
< Mazzini seguimi in sala prof, dobbiamo visionare il programma per il Pon. Inizia oggi >
< Si, vengo. Oggi? Ma come? Non doveva iniziare mercoledì?  >
< Si, oggi c'è la presentazione, dai vieni > mi dice frettoloso < Monica vuoi venire?  > chiede lui
< No no Prof, aspetto un'amica > dice facendomi l'occhiolino
Seguo Gaetano dentro,  salutiamo il bidello e andiamo in classe
< Ma non dovevamo andare in sala prof?  > chiedo dubbiosa
< Si, ma lì c'è troppa gente > dice avvicinandosi a me, e baciandomi teneramente,  mancano circa 10 minuti alla Campanella,  possiamo stare tranquilli a chiacchierare un po' riguardo il PON

Finalmente la giornata è finita,  tutti vanno via e io e Gaetano andiamo in sala prof.
Controlliamo la presentazione che facemmo  la settimana scorsa. Esco, vado al distributore a prendere due caffè,  e nel frattempo chiamo Sara per avvertirla
< Sorellina cara, ma come mai sempre questi fuori programma?  Mi nascondi qualcosa?  >
< Ma Sara!  Come ti viene?! E comunque no, mercoledì inizia il corso, ci saranno dodici lezioni, due volte la settimana, e oggi c'è la presentazione.  Perché non vieni anche tu? È aperta a tutti >
< Non so, non è una cosa che mi interessa molto > dice ridendo
< Come vuoi, ora vado, sperando che al bar qui vicino ci siano panini >
< Buon appetito, non sai che ti perdi! Fegatini di pollo al pomodoro >
< Ohhh che peccato > dico sarcastica
Porto il caffè a Gaetano
< Allora,  my darling,  la presentazione è alle 15:30 quindi abbiamo quasi due ore a nostra disposizione... ci siamo solo io e te, le segretarie e i bidelli sono andati via > mi dice con il suo sguardo malizioso
< e cosa vorresti fare? > chiedo io curiosa
< Ma come?  Lo hai già dimenticato? Devo farmi perdonare > dice sorridendo
< Ah si, ed avrei anche qualcosina in mente... hai avuto sempre tu le redini del gioco, ora sono esperta, se così possiamo dire, e quindi ora comando io >
< E cioè?  Vuoi dominare?  > dice ridendo, sá benissimo che non amo queste cose
< MA SEI SCEMO?  NON SONO LA SEGUACE DI CHRISTIAN GREY,  NON FAREMO UN SEQUEL DI 50 SFUMATURE DI GRIGIO!  > dico nervosa
< HAHAHAH lo so che non ami queste cose, l'ho detto apposta > dice ridendo
< Stronzo!  > dico buttandogli il mio astuccio contro
Viene vicino a me. Mi bacia. Sento il suo calore in tutto il corpo. I miei sensi si risvegliano.  La sua bocca sá di caffè,  di dolce... di lui. È molto delicato, come sempre.  La sua lingua. La mia. Si avvolgono. È una danza lenta. Sensuale. Quasi una tortura.
Mi stacco dalle sue labbra. Mi guarda con l'aria di un cane bastonato
< Eh eh caro,  Non ci siamo. Se devi farti perdonare devi farlo bene e dato che sono io a doverti perdonare devi riuscire a conquistarmi. Devi fare tutto,  tutto solo per me.  Fammi rinascere. Ora. Qui. >
Lo afferro per una mano e lo porto con me in fondo all'aula prof, c'è un separè dietro al quale c'è un tavolo una sedia e un attaccapanni. Mi siedo sul tavolo, lui è davanti a me.  Non c'è  bisogno di parlare.  Mi ha già capito. Le sue labbra sul mio collo. Lascia una striscia di saliva. Ho i brividi. Prende la mia pelle tra le sue labbra, succhia. Gemo. Anche lui. I nostri respiri sono violenti.  Mi toglie  la maglietta. Via anche il reggiseno.  Non provo imbarazzo.  Forse lui si. Lo leggo nei suoi occhi profondi. Faccio un cenno col capo come a dire " tranquillo, vai " .
Capisce.  Continua a baciarmi il collo,  scende sempre più giù,  ansimo. Il respiro si sta facendo sempre più corto. Mi tortura con i suoi baci lenti e passionali. Il mio seno è suo succube.  Si sofferma sul seno. Non stacca gli occhi da me. Mi guarda. I suoi occhi sembrano sorridere. Gli sorrido. Gli tocco i capelli. Morbidi.  Profumati. Le sue labbra sfiorano il mio ventre,  sussulto. Ho i brividi. Ho caldo. Mi prende per le gambe e mi fa alzare sulla sedia vicino al tavolo. Lentamente. Sempre lentamente  slaccia i jeans. Li abbassa. Tremo. Mi toglie le scarpe.  I calzini e via anche i jeans. Mi risiedo.  Mi bacia. Stavolta più velocemente. I nostri respiri si fondono. All'improvviso rimango nuda. Non so come ma anche gli slip sono andati. Non capisco più nulla. La sua bocca è proprio lì. Non capisco più nulla.  So solo che ansimo. Sento pulsare. Sento le sua labbra. Sono in un turbine di emozioni. Tremo. I miei sono quasi spasmi. Gemo. Geme. Entrambi tremiamo. Lui soffia. Soffia. Soffia ancora. I brividi sono sempre di più.  Sussurra il mio nome.  Lo sussurra più volte < Claudia.  Vieni per me > . Travolta dalle emozioni esaudisco il suo desiderio.  Si siede sul tavolo. Vicino a me. Mi prende tra le sue braccia. Mi sento al sicuro.  Mi culla un po'.
< Ah Claudia quanto ti amo. Ho fatto cose che non avrei mai pensato di fare. Sono diventato addirittura romantico.  E non mi era mai capitato sai? Forse perché tu sei la donna giusta.  La donna adatta a me.La mia compagna di vita > dice continuando a cullarmi. Mi volto e lo bacio  con le lacrime agli occhi, sono così felice.  Lo abbraccio. E rimaniamo così qualche minuto. Mi alzo e inizio a vestirmi.
< Aspetta,  faccio io > mi dice con il suo sorriso timido
Mi allaccia il reggiseno.  È un po' impacciato
< Scusa my darling,  non è mia abitudine allacciare reggiseni > dice ridendo
Scuoto il capo ridendo.
Ora che son vestita ritorniamo alla cattedra a ordinare i fogli nelle cartelline e discutiamo un po' riguardo il PON..
< Ora che ci penso,  tra due settimane è il tuo compleanno!  Diventi maggiorenne ci pensi?  >
< Già, e devo ancora prendere il vestito > dico sconsolata
< Che ne dici se uno di questi giorni ti accompagno a cercarne uno? >
< Uhm si, un consiglio maschile può rivelarsi utile. Soprattutto il tuo >
< Aw Grazie.  Quando non hai da studiare andiamo ok? Ma vuoi... >
< cosa? >
< No no, nulla, sciocchezze >
< vuoi sapere se ho intenzione di invitarti vero?  >
Abbassa il capo
< Ecco, io... Gaetano,  non lo so.  Di certo verrai alla festa con i parenti e amici di famiglia... all'altra non penso sia il caso... > dico amareggiata
< Hai perfettamente ragione,  verrò come amico di famiglia,  ma alla festa vera e propria è meglio di no.  Chissà cosa penserebbero i tuoi amici, sono pur sempre un tuo insegnante... > dice serio
< Mi dispiace amore, non so proprio come fare... >
< ma tranquilla!  Non fa nulla. Festeggeremo insieme.  Solo io e te > dice facendomi l'occhiolino
Si mostra sereno, ma lo sento che è triste,  si vede lontano un miglio che è dispiaciuto...  Io però non so proprio come fare, vorrei urlare al mondo intero che lo amo e che stiamo insieme, ma per il momento non è il caso. Ci sto male per questo,  ma sarebbe impossibile vivere con gli sguardi della gente, purtroppo sono fatta così,  non tollero le malelingue.
Mi alzo, metto le cartelline nella sua valigetta. Anche lui si alza,  mi avvicino e all'orecchio gli sussurro < Grazie per prima,  è stato tutto bellissimo. Devi farmi arrabbiare più spesso così ho la scusa e tu puoi farti perdonare > gli do un bacio sulla guancia
Mi sorride e mi abbraccia forte forte
< ehm ehm. PROFESSORE! >
Io e Gaetano ci guardiamo smarriti. È la Preside.
< Allora? Cosa sta succedendo? > chiede sospettosa
< Ah si, lei è Claudia Mazzini, l'alunna che mi sta aiutando con il PON d'italiano > dice serio
< E vi abbracciate? > chiede quasi arrabbiata
< Beh si, sua sorella è una mia vecchia compagna di scuola e le stavo facendo gli auguri,  perché è incinta >
< Chi?  > chiede lei
< La sorella di Mazzini, è una mia vecchia amica ed è incinta, ecco, le stavo facendo gli auguri > dice calmo, fortunatamente non è come me che si fa prendere dall'ansia subito
< Che bello, fá gli auguri a tua sorella,  e beh auguri anche a te Claudia > dice abbracciandomi
Non la facevo così gentile
< Vabhe dai, ora andiamo in aula Magna per la presentazione > dice la preside. Eccola,  è ritornata l'acida di sempre.
Andiamo tutti e tre in aula Magna,  prepariamo il tutto. Sta arrivando un sacco di gente, e sto diventando anche preoccupata.
< Dai Claudia,  sta' tranquilla, se ti va parlo solo io > mi dice Gaetano
< Okay okay, parla tu, non vorrei combinare un casino > dico ridacchiando
Annuisce sorridendo e inizia ad esporre la struttura e le finalità del PON
******
Siamo in sala prof, siamo venuti a prendere i cappotti
< Come ti sembra sia andato? >
< Sei stato bravissimo,  sei molto sicuro di te anche quando parli davanti tanta gente > dico entusiasta e facedogli un applauso silenzioso per scherzare un po'...
< Dovrei prenderlo come un complimento?  > mi chiede
< Se vuoi.... > gli dico avvicinandomi per aggiustargli il colletto della giacca. Lui, ovviamente,  ne approfitta per strapparmi un bacio.
Mi bacia dolcemente.
< Mmm che buon sapore che hai > mi dice sussurrando
< PROFESSORE!  CLAUDIA!  COSA STA SUCCEDENDO QUI? > sbraita la preside che ha visto tutto
< No, un attimo,  le spiego tutto > dice Gaetano
Sono disperata. Piango.  E ora?
< VOGLIO UNA SPIEGAZIONE!      ORA! > dice  ancora più arrabbiata
Guardo Gaetano, io piango disperata, anche lui non è molto tranquillo, mi appoggia una mano sulla spalla, sia lui che la preside si siedono,  lui vicino a me e lei di fronte a noi
< Bene. Posso capire cosa è successo?  E Professore non mi dica che le stava facendo gli auguri per la gravidanza della sorella! > dice arrabbiatissima

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