Giada

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" Claudia ci sei? "
" Eh? Si si, sono qui. Avverto Gaetano, sarà lì nel minor tempo possibile "
" Ok, a dopo allora "

Giada ha partorito. E se quel bambino fosse davvero figlio di Gaetano?  Gli avevo promesso che mi sarei occupata di quel bambino se fosse stato suo. Nessuno sa di questa storia, apparte noi due e Monica.
Come ci giustificheremo con le nostre famiglie?
Vado in bagno decisa a dirgli tutto.
È appena uscito dalla doccia.
< Sei arrivata troppo tardi mi dispiace > dice sorridente.
Voglio davvero turbarlo con questa notizia così improvvisa?
< Che c'è Claudia, ho detto qualcosa di sbagliato?  >
< No no > dico mordendomi il labbro nervosamente
< Hanno chiamato dall'ospedale, devi andare immediatamente lì, Giada ha partorito e vuole parlare solo con te > butto tutto fuori d'un fiato.
Rimane fisso. Immobile. Mi guarda. È sbiancato. Si siede sul bordo della vasca.
< Quando?Quando hanno chiamato? >
< Poco fà. Ho parlato con Gianna >
< Cristo. Devo andare immediatamente > dice mettendosi l'accappatoio
Annuisco e lo lascio passare.
Dopo pochi minuti torna giù vestito e profumato.
< Io vado. >
< Vengo anche io! >
< Sicura? >
< Certo, voglio venire anche io >
< Come vuoi tu >
Metto le scarpe, prendo la borda e scendo da Gaetano che mi sta aspettando in macchina.
Sento il fiato venirmi meno.
Ho paura. Non so se riuscirò a prendermi cura anche di quest'altro bambino.
Non voglio perdere Gaetano. Farò tutto il necessario pur di non perderlo, sarei disposta perfino ad occuparmi di quel bambino, non mio.
Entro in macchina.
Non mi guarda, ha il volto rigato dalle lacrime. Non esprime emozioni.
Allaccio la cintura di sicurezza e partiamo.
Sta guidando velocemente, troppo.
Guardo un cartello stradale che indica il limite della velocità : 50 km/h
Guardo il contachilometri, stiamo andando a 80 km/h
< Gaetano, rallenta! > dico quasi spaventata
< Si si scusa > dice rallentando di colpo
< Scusa, ma... sono nervoso >
< Lo immagino >
Arriviamo all'ospedale.
Il suo passo è veloce. Io rimango dietro, non riesco a stare al suo passo. Ho i piedi doloranti.
Gaetano si volta. Si ferma e mi guarda camminare verso di lui.
Mi porge la mano e me la stringe forte. Le nostre dita sono avvinghiate. Mi sento già meglio. Non avrei mai pensato che un gesto così semplice potesse significare tanto.
Prendiamo l'ascensore e andiamo al quinto piano.
Siamo una decina di persone, tutti ammassati uno sull'altro.
Sono stretta tra il petto di Gaetano e una donna con il pancione.
Sento l'aria mancarmi, come se non ci fosse abbastanza ossigeno per tutti.
Mi aggrappo forte a Gaetano.
< Cos'hai? Tutto bene? > chiede passandomi una mano sulla fronte
< Si, più o meno >
< ancora un piano e arriviamo > dice tentando un sorriso
Un tintinnio ci avverte che siamo arrivati.
Nel corridoio troviamo Gianna seduta nella sala d'attesa
< Ragazzi, pensavo non arrivaste più! >
< Ci scusi. Dov'è la stanza? > chiede Gaetano
< Si, venga pure con me > dice Gianna.
Gaetano annuisce e senza lasciarmi la mano la segue.
Mi fermo. Non voglio andare, non mi sembra il caso.
< Rimango qui. Vai tu. >
< Va bene > dice baciandomi la fronte.
Mi siedo guardando Gaetano scomparire al di là del corridoio con Gianna.
Sono davvero agitata.
Spero che quel bambino non sia suo, può sembrare una cattiveria dirlo, ma non penso di potermene occupare.
Avremo due bambini. Come un flash rivivo l'istante in cui Gaetano mi disse tutto, Giada, il bambino forse suo. Non fu una bella serata quella ( vedi " tutto viene spiegato " ).
Sento una mano sulla spalla.
È Gianna.
< Ehi > dice baciandomi la fronte.
Tutti mi baciano la fronte, sanno che mi piace, sanno che era una cosa che mia madre faceva sempre.
Gaetano però lo fá da prima di saperlo.
< Tutto bene?  >
< Diciamo di sì >
< Claudia, non voglio entrare nella vostra vita privata, lo sai benissimo. Per qualsiasi cosa io ci sono, ovviamente non posso lasciarti informazioni riguardo la paziente >
< Ah, giusto quello che volevo chiederti > dico tentando una risata.
Mi stringe la mano e mi sorride.
< Ma parlami di te, come procede la gravidanza? Le nausee persistono?  >
< Oh si, ogni mattina! A volte capita anche nel pomeriggio, però solo se mi agito >
< Ecco, di questo volevo parlarti, devi stare calma, o almeno provarci soprattutto ora che si avvicinano gli esami di stato.  Non devi affaticarti, cerca di fare le cose con calma >
< Lo so, ma non è sempre semplice, anche Monica me lo ripete sempre sai? >
< Davvero? Ti giuro che non è opera mia > dice alzando le mani
< DOTTORESSA! VENGA SUBITO IN SALA PARTO, ABBIAMO UN CESAREO D'URGENZA!  > dice la caposala
< Arrivo subito. Claudia devo andare, mi raccomando, sai già cosa fare > dice alzandosi e baciandomi sulla guancia destra.
Annuisco e la saluto con un cenno della mano.
Rimango qui, seduta ad aspettare Gaetano. Voglio sapere Giada come sta,il bimbo come sta e soprattutto le tempistiche riguardo il test di paternità.

ore 15:00
Il pensiero che quel bamhino possa essere di Gaetano mi sta logorando.
Sento il ticchettio dell'orologio scandire i secondi.
Secondi che sembrano ore.
Mi alzo e faccio avanti e dietro nel corridoio, sembro una tigre in gabbia.
Sento pianti di neonati, urla di partorienti. Apatia totale.
Mi sembra di non sapere neanche perché io stia facendo su e giù per il corridoio.
Sento delle braccia cingermi i fianchi.
Mi volto di soprassalto.
< Ah sei tu! > dico sollevata
Scuote la testa stringendo le labbra.
< Cosa no? >
< Il bambino >
Porto una mano alla bocca.
< In che senso?  Cos' è successo?  >
< È morto pochi minuti dopo la nascita, aveva un gravissimo difetto cardiaco. Non ha retto allo stress del parto > dice singhiozzando, si butta tra le mie braccia
< Oh, amore > dico a stento, non so cosa dire. Non ho parole.
< Ma quindi...non sapremo se tu sei, tu sei... > non riesco a terminare la frase, è più forte di me
< No, non sono io il padre >
< come?  Come? E come fai ad essere certo? > chiedo sbalordita
< Quando sono entrato Giada era da sola, in lacrime. Mi ha detto che durante la gravidanza era stato diagnosticato un difetto cardiaco molto grave. Pochi minuti dopo la nascita il bambino è morto, il parto è uno stress anche per il nascituro. Non hanno voluto neanche farmelo vedere, o meglio, lei non ha voluto. Mi ha assicurato che non è mio figlio, il bambino è di colore >
< Questo vuol dire che non è stata solo con te... ma... ma che ne sai che non lo ha fatto apposta?  >
< In che senso?  Non ti seguo > dice toccandosi il mento
< Dico:e se il bambino fosse tuo ma non volesse dirtelo?  >
< No no, me lo ha detto anche la caposala, sono riuscita a scucirle la bocca, non voleva parlare, ma poi ha capito che la situazione era piuttosto complessa e ha ceduto, e poi che vantaggi ne avrebbe tratto? Sarebbe stato più comodo per lei addossarmi, se così si può dire, quel bambino. Invece non lo ha fatto >
< Si. Si, hai ragione. Non avrebbe senso > dico convinta
Mi prende la mano
< Andiamo? > mi chiede
Annuisco tentando un sorriso.
< Mazzini Claudia c'è?  > sento una voce chiamarmi.
Mi volto, è un'infermiera.
< Si, sono io > dico alzando una mano chiedendomi cosa voglia
< Bene, venga la cerca il Primario >
< Gianna? E cosa vuole? > mi chiede Gaetano
< Non so, andiamo > dico facendo spallucce
Entriamo nello studio, Gianna è seduta alla scrivania.
Ci guarda come se non fosse successo nulla.
< Ragazzi > ci saluta sorridendo e ci fà segno di sederci.
Ci sediamo su due comodissime poltroncine di pelle rossa.
< Allora, vi ho fatto chiamare per un motivo ben preciso >
Sicuramente ci chiede qualcosa su Giada, mi pare ovvio.
Gaetano mi stringe forte la mano. È nervoso, noto il suo sguardo teso.
< Claudia, sei da poco entrata nel secondo mese, occorre fare un'ecografia che dici? >
Ah, e noi che pensavamo volesse sapere di Giada.
Gaetano fà un sospiro di sollievo.
< Si si, va benissimo > dico
Mi sdraio sul lettino, sbottono i jeans e li abbasso un po', alzo la canotta e inarco la schiena al contatto con il gel freddo.
Gianna ci indica sul monitor un piccolo " ammasso ", nostro figlio.
Ci spiega che è ancora in fase di formazione.
Andiamo via, Gianna ci ha lasciato una " foto " dell'ecografia, la metteremo insieme alle altre.
In macchina regna il silenzio, siamo ancora scossi dall'accaduto.
Monica mi ha chiamato più volte, ma ho sempre rifiutato le chiamate, non mi vá proprio di conversare, non è il momento adatto.
Appena arriviamo a casa me ne vado in salotto, prendo la tesina e le dó un'occhiata per l'ennesima volta.
Ho paura per Filosofia, non so chi ci sarà dato che " quello " non c'è più.
Inizio a ripetere ad alta voce, sicura di me, sembro un ripetitore.
< Ti serve aiuto?  >
< No no, voglio farcela da sola. Grazie comunque > dico sorridendo
< Come vuoi, vado a letto, ho bisogno di rilassarmi > dice, mi bacia la fronte e se ne và...

Ehii :)
Scusate se il capitolo è così breve, ma ero a corto di idee...
Che ve ne pare?
Avreste preferito che Gaetano fosse il padre del bambino nato da Giada?
                                       ~Francesca♡

Un pezzo di noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora