scoop

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Gaetano vá a prendere un caffè al distributore, rimango sola con Monica e la preside sedute di fronte a me. Mi stanno guardando. Mi prendono entrambe le mani.
Me le stringono forte.
< Claudia, che dici chiamo mamma? Oggi è libera, può visitarti, ti aveva raccomandato di non agitarti, e non mi pare che tu sia calma >
< No no, ora arrivano i carabinieri ed è meglio se mi trovano stesso qui >
Gaetano è tornato, ci ha portato la camomilla, la schifosissima camomilla del distributore, mi fa sedere su di lui e mi abbraccia.
< Come ti senti? > mi chiede Gaetano amorevole
< Come vuoi che mi senta? > dico arrogante
< Scusa Gaetano... non è colpa tua >
Dico abbracciandolo. Non volevo sfogare la mia rabbia su di lui.
La porta si apre mentre sono tra le braccia di Gaetano.
Vedo due uomini in divisa, probabilmente di alto grado.
< Buongiorno, io sono il Capitano Gironi, lui è il Maresciallo Rossi, dov'è il soggetto? >
< È lì > dice Monica
< Chiamate i paramedici! > dice il Maresciallo ad un appuntato
< Chi è Claudia Mazzini? >
< Sono io Capitano > dico alzandomi
< Bene, ci deve seguire in caserma insieme alla Preside, il signore che ha preso il pugno, e Gaetano Niccoli. Chi è il Signor Niccoli? >
< Sono io >
< Seguiteci pure, ah signorina, se vuole avvisare qualcuno faccia pure, noi l'aspettiamo fuori >
Escono fuori portando via quell'essere schifoso su una barella, è svenuto.
< Chiamala tu Sara per favore > dico a Gaetano. Lui annuisce e le telefona, le dice solo di venire in caserma e che è tutto apposto, le spiegherà tutto lì.
Io, la Preside e Gaetano usciamo e una donna, un carabiniere ci porta alla volante. Tutti sono affacciati nel corridoio. Li sento bisbigliare. Mi guardano inorriditi, preoccupati.
Arriviamo all'auto, ci sediamo tutti e tre dietro. Gaetano mi tiene la mano stretta stretta alla sua.
Lo guardo, ha uno sguardo freddo, duro. Ma non lo sguardo freddo che piace a me, uno sguardo glaciale, è arrabbiato, tanto.
Il tragitto è lungo e silenzioso.
Arriviamo, ci portano subito nello studio del capitano.
Ci sediamo intorno un'enorme scrivania.
Arriva il Capitano. Si siede.
< Signori, siete pregati di uscire, parlerò dopo con voi, ora devo parlare con la signorina Mazzini >
La preside si alza e se ne vá.
Anche Gaetano si alza ma io lo afferro per una mano.
< Per favore, rimani qui >
Annuisce.
< Lei? Ma lei signor Niccoli non è un insegnante della ragazza? Non è un familiare, non può rimanere >
Gaetano mi guarda, si stringe nelle spalle. Non sà cosa fare, cosa dire.
< No capitano. Lui può rimanere. È il mio fidanzato > dico io istintiva
Gaetano si siede di nuovo e mi prende la mano
< Ah > il Capitano ha cambiato totalmente espressione, sembra meravigliato < Signorina, se la sente di parlarne qui? Vuole parlarne con una donna? Perché deve dirmi tutto >
< No, ne parlo con lei. Va bene lo stesso > dico fredda, apatica
< Allora, le cose come sono iniziate? Come mai si trovava nella sala prof? >
Prendo fiato. Inspiro e inizio a parlare. Ho lo sguardo basso.
< Si. Allora, stamattina il professor Fioretti mi ha detto di andare in sala prof a prendere un libro nel suo armadietto, era strano.. sembrava arrabbiato. Ho fatto come mi ha detto, ma il libro non riuscivo a trovarlo, all'improvviso sento la porta chiudersi, ma non mi sono preoccupata, sapevo che si trattava di qualche insegnante e.. e >inizio a singhiozzare, controvoglia
< se non se la sente di parlarne ora possiamo rimandare >
< NO! Voglio togliermi dalla testa questa storia al più presto. Ho sentito una mano sulla schiena, poi mi ha detto che sapeva tutto, che aveva scoperto tutto, tutto. Sá della nostra relazione, mi ha detto che lo avrebbe fatto con me, mi avrebbe portata a letto con lui mi avrebbe alzato i voti. Ho provato a scappare, ma lui mi... mi ha afferrato per un polso e ha iniziato a toccarmi, mi ha sbottonato la camicia mentre mi spingeva con il suo peso al muro e mi teneva la bocca chiusa... > sento mancarmi il fiato, è straziante. Sento Gaetano tremare mentre mi stringe la mano.
< Sono riuscita a dargli una ginocchiata e lui si è piegato lasciando la presa. Sono riuscita ad aprire la porta che prima lui aveva chiuso a chiave. Mi ha afferrato di nuovo, ho urlato ed è arrivato il bidello,che si è beccato un pugno. Fortunatamente è arrivato Gaetano, cioè il Professor Niccoli e mi ha aiutata > dico tirando su con il naso di continuo.
Alle 12:00 ci fanno tornare a casa, dopo averci fatto firmare deposizioni e un'altra montagna di scartoffie.
Sara è subito arrivata, è stata avvertita da Gaetano, o almeno penso.
All'uscita ci sono molti giornalisti che ci vengono incontro dandosi spintoni pur di passare avanti.
< Claudia Claudia, aveva mai mostrato interesse per te il tuo prof di Filosofia? > mi chiede uno di loro.
Mi fermo e lo fisso negli occhi. Ci fissiamo per un istante mentre altri fanno continue foto prendendo me, Gaetano e Sara nell'obiettivo.
Arriccio il naso e scuoto la testa, disgustata.
< Andate via per favore > dice Gaetano afferrandomi per una mano.
Saliamo in macchina, non riesco nemmeno ad esprimere le mie emozioni. Non piango, non parlo, nulla di nulla. Apatia totale.
Arriviamo a casa, vado nel soggiorno e mi sdario sul divano, sento Gaetano e Sara parlare, ma non m'interessano i loro discorsi, tanto so già che stanno parlando di me.
Mi sento stanca, parecchio, voglio solo dormire, ma non ci riesco. Rivivo quelle scene, il tocco delle sue luride mani. Io,abituata al soave tocco di Gaetano ho dovuto patire quest'inferno. Non c'è stata violenza sessuale, è vero... ma ci ha provato,ci stava per riuscire.
" Togli quelle luride mani! Fermo! Maniaco! Fermo! Fermo! "
Mi sveglio di soprassalto.
< Claudia Claudia cosa c'è? >
Ho il fiatone. Sono sudata.
< Fermo! > urlo in preda al panico.
Toglie subito il braccio che mi aveva appoggiato sulla gamba.
Lo guardo. È arrossito, quasi impaurito.
< Scusa >
< No Gaetano scusa tu. Scusa scusa, ho avuto un incubo > dico asciugandomi il sudore dalla fronte con il dorso della mano.
< Tranquilla tranquilla. Ho visto che nel sogno ti agitavi. Il tuo incubo ricorrente è tornato? > mi chiede amorevole.
Non so come dirglielo.Non voglio però che ci siano segreti tra noi.
Scuoto la testa.
< Se non vuoi parlarne ti capisco, comunque sono le 17:00 vuoi mangiare qualcosa? >
< Non ho fame >
< Però dovresti mangiare qualcosa Claudia, non hai neanche pranzato >
< TI HO DETTO CHE NON HO FAME > sbraito.
È scioccato. Non gli ho mai risposto così. Mai.
Mi alzo di scatto e me ne vado in camera. Mi sento una merda.
Ma perché l'ho fatto?Perché?
Prendo il cellulare. Non c'è neanche una chiamata persa. Bene a nessuno frega nulla di me. Oppure lo hanno fatto per lasciarmi in pace. Si, sicuramente per questo non mi hanno telefonato.
Ma che mi prende? Sono sempre più irascibile ultimamente.
Saranno gli ormoni...
Mi siedo sul letto a rimuginare a quello che è successo...
Sarà passata un'ora, ho fissato il pavimento tutto il tempo, ho capito cosa devo davvero fare, devo chiarirmi con Gaetano, mi dispiace averlo trattato così, non era mia intenzione ferirlo.
Scendo giù, è sulla poltrona, sta leggendo un quotidiano locale.
Mi avvicino a lui silenziosamente, è come in trance, sguardo basso e fisso sulla prima pagina.
< Ehi... ti va di accomoagnarmi al supermercato? Devo prendere le bibite per Sabato, facciamo una festicciola in classe, te ne avevo già parlato, ricordi? >
Alza lo sguardo dal giornale e mi guarda.
< Ok, ti accompagno > dice freddo e si alza in piedi
< Gaetano, ascolta... >
< Che c'è? >
< Scusa per prima, non volevo offenderti >
< Lo capisco, non è per te che sto così, ma per quel, quel... non so neanche come definirlo > mi dice stringendo i pugni. Mi si avvicina per abbracciarmi
< Scusa no no > dico allontanandomi
Il suo volto è cambiato, sembra preoccupato. Mi pare ovvio, non ho mai rifiutato un suo abbraccio.
< Scusa non è per te... ma... ecco, vedi che prima ho avuto un incubo? >
Annuisce.
< Beh, ho sognato quello che è successo stamattina, ma il mio aggressore, se così si può chiamare, eri tu >
Sbianca. Si passa una mano sulla fronte.
< Ah.. io... io non so che dirti ceh.. >
< Scusa amore mio, scusami tu > dico e lo abbraccio.
Mi viene difficile ma lo faccio, sentire il calore della sua pelle mi da ripensare a stamani. Ma non voglio staccarmi, lo faccio solo per lui.
< E comunque, per una volta, voglio riuscire a mettere una pietra sopra una brutta storia, che ne dici? > dico stringendogli la mano
< Affare fatto > dice rispondendo alla stretta.
Gli sorrido felice, menomale, è stata un'ora orribile, mi sono sentita terribilmente in colpa.
Andiamo al supermercato come una normalissima coppia, compriamo da bere per Sabato e gli ingredienti per fare una torta al cocco, ne ho voglia.
< Iniziamo con le voglie ora? > mi chiede ridacchiando
< Si, ho voglia di cocco, facciamo una bella ciambella al cocco, ti va? >
< Si si,per te questo ed altro > dice alzando le mani in segno di resa
< Beh anche se tu non ne avessi avuto la voglia io l'avrei fatta lo stesso >
Scuote la testa ridendo e ci avviamo alla cassa. La cassiera lo guarda estasiata mentre mette le cose sul nastro e imbusto.
Gaetano non la guarda neanche, guarda solo me. Sorride. Sà benissimo che la cassiera lo stà guardando, tutte le donne lo fanno, ma io sono l'unica ad essere " autorizzata " .
La cassiera ad un certo punto inizia a fissarmi. Mi guarda male, sembra invidiosa, beh fá bene ad esserlo.
< Amore mi passi il carrello per favore? > chiedo a Gaetano sottolineando la parola AMORE.
Vedo la tizia sussultare, mi sento incredebilmente perfida.
Gaetano mi passa il carrello e metto i sacchetti dentro, mi si avvicina
< Prendi, paga tu, questi sono pesanti, li sollevo io > dice dandomi il suo portafogli.
Pago e la tizia mi guarda stuzzita.
Usciamo fuori e Gaetano scoppia a ridere.
< Sai essere molto cattiva sai? >
< Siii, modestamente lo so. E comunque, dovevo pagare IO! >
< Claudia Claudia, lo sai che mi piace farlo, mi piace prendemi cura di te anche se a volte sembro quasi un maniaco del controllo >
< Non sei un maniaco del controllo! Sei solo, solo... >
< solo cosa? Perdutamente innamorato di te? Beh è vero > dice sorridendomi.
5 giugno 2015
ore 07:00
Beh è inutile ripeterlo, si sá cosa succede la mattina a quest'ora...
Spengo quella macchina infernale e anche Gaetano spegne la sua e ci alziamo.
Gaetano tutto allegro vá in bagno mentre io sono tutt'altro che allegra, ho dei crampi allo stomaco incessanti. Sono sveglia già da mezz'ora, non ho voluto avvertire Gaetano per non farlo agitare ma mi sento davvero male, è come se nello stomaco avessi una centrifuga.
Sento, sento qualcosa...
Ci risiamo.
Corro in bagno, dove Gaetano è intento a farsi la doccia. Lo sento canticchiare.
Mi inginocchio davanti al water, sento il bisogno di vomitare, ma non ci riesco.
< Claudia, tutto bene? > mi chiede
< Si si, tranquillo è tutto ok >
Sento il frusciare dell'acqua, si sta risciacquando.
Ecco. Di nuovo.
Piego la testa in avanti.
Sento un rumore e qualcuno afferrarmi i capelli.
Mi alzo con le lacrime agli occhi. È così imbarazzante.
Mi lavo la faccia e i denti, Gaetano è ancora nudo e tutto bagnato, mi sta accarezzando la schiena mentre singhiozzo
< Claudia, tranquilla su... ancora un po' e vedi che starai meglio.. >
< Mah.. speriamo, non ne posso proprio più! >

Alle 08:10 usciamo di casa per andare a scuola,è il penultimo giorno di scuola, mi dispiace davvero tanto, però almeno so di non annoiarmi a casa. A fine dicembre ci sarà un'altra persona in questa casa, un piccolo mostriciattolo che la notte ci terrà svegli.
Arriviamo a scuola, nel parcheggio incontriamo la Preside.
< Venite con me in Presidenza, ho una cosa da mostrarvi! > ci dice appena scesi dall'auto.
Facciamo come ci dice e andiamo con lei.
Saliamo le scale con ansia, chissà cosa voglia farci vedere.
Abbiamo quattro rampe di scale da fare, sento il fiato venire meno. Mi fermo un attimo per respirare.
Loro due procedono, non si sono accorti di me.
Arriviamo nella presidenza e la preside chiude la porta, quasi avesse un cadavere nascosto..
Prende la sua borsa e tira fuori un giornale, lo sbatte sulla scrivania.
< ECCO! GUARDATE QUA! >
Gaetano prende il giornale.
Sulla copertina ci siamo io, Gaetano e Sara all'uscita dalla caserma. Ieri.
E a caratteri cubitali:
Giovane ragazza stava per essere stuprata dal suo insegnante di Filosofia, viene salvata dal prof di Lettere, prof che non la lascia neanche fuori la caserma e la tiene per mano "
Gira una pagina, ci siamo noi tre on macchina, ieri, quando tornavamo a casa con Sara.
Nelle didascalie c'è scritto " A quanto pare il prof non si separa dall'alunna. C'è qualcos'altro o solo un legame scolastico? "
Gaetano sbatte il pugno sulla cattedra, è infuriato.
< GLI SPACCO LA FACCIA AL DEFICIENTE CHE HA SCRITTO QUEST'ARTICOLO! >

Un pezzo di noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora