il professore di Filosofia

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4 Giugno 2015
Sono due mesi e nove giorni di gravidanza. La pancia si nota un pochino, fortunatamente Gaetano ieri mi ha accomoagnata a fare shopping, ho comprato molti legghins e maglie larghe, così sarà più facile nascondere la pancia.
Gaetano è sempre più entusiasta, ogni occasione è buona per parlare con il bambino/bambina. Abbiamo deciso di non voler conoscere il sesso del nascituro, sarà una sorpresa per entrambi.
* driiiiin driiiiin *     ore 07:00
Ecco, come ogni mattina, ormai da parecchi anni la sveglia mi annuncia una nuova giornata scolastica.
Allungo la mano sinistra sul comodino e spengo quella macchina infernale.  Faccio tutti questi passaggi a occhi chiusi. Ormai è una routine.
Apro gli occhi, al mio lato c'è Gaetano. Ho la testa sul suo petto e lui mi tiene stretta stretta a sé.
Ho caldo però, più che un uomo mi sembra una stufa.
< Ehi, Svegliati dai, sono le sette > dico togliendo il suo braccio dal mio petto.
< Si si, ancora due minuti >
< Ok, io vado a preparare la colazione, sbrigati però >
Annuisce e si gira dall'altra parte.
Ieri sera abbiamo cenato con Sara, Francesco, abbiamo fatto tardi, parecchio. Siamo andati a letto alle due, ecco perché ora siamo così stanchi.
Vado in cucina e preparo la colazione, vorrei tanto un toast, ma non posso, l'odore mi fà venire la nausea.
Sento dei passi dietro di me, mi giro. È Gaetano con i capelli arruffati e a torso nudo. Indossa solo i boxer, quelli che gli ho regalato io.
Sono neri e sul posteriore c'è scritto
" Claudia's area "
Quindi, è mio territorio, guai a chi gli tocca le natiche.
< Buongiorno amore > dice e mi bacia tendendomi per i fianchi
< Buongiorno caro, stamattina sei stato bravo e ti sei subito alzato, meriti un premio >
< Quel tipo di premio?  >
Annuisco maliziosa.
< Ah bene bene, non vedo l'ora > mi dice lui sorridendo
Facciamo colazione e andiamo di sopra a vestirci.
Mi spoglio e mi guardo di profilo allo specchio. Un po' si nota.
Gaetano mi viene vicino e mi guarda sorridendo. Mi stringe i fianchi a sé e passa una mano sulla mia pancia.
< Si nota sai? Sei così bella con la pancia, con la latteria. Sei ancora più bella incinta > mi dice, poi si piega e bacia la pancia < Ed è tutto merito tuo piccolino o piccolina > dice
< Chissà se sarà un lui o una lei >
< Se è una bambina sarà di sicuro bella come te e se è un bambino anche >
< Belli come noi due > lo correggo
< Hai pensato a qualche nome? > mi chiede vestendosi
< Non so, non sono molti i nomi che mi piacciono, che ne dici di Noemi o di Eva se è una bambina? Se è un maschietto Paolo o Stanislao >
< Momento. Stanislao proprio no dai, per gli altri però sono d'accordo >
< E a te che nomi piacciono?  >
< Mi piace molto Eva, è un nome che amo da sempre, e per i nomi maschili non so bene... ehmmm che ne dici di Dario? >
< Per Eva ok, ma Dario... insomma.. facciamo così, il nome lo decideremo alla nascita ok? In base al suo aspetto capiremo quale sia il nome più adatto >
< Non ti facevo così intelligente sai?  >
< Stupido!  > dico buttandogli addosso la canotta che uso come pigiama
Scoppia a ridere e mi fá la linguaccia.  A volte sembriamo due bambini, due bambini però innamoratissimi.
Arriviamo a scuola, nel parcheggio ci aspetta Monica,come ogni mattina. < Ciao Claudia, ci vediamo all'uscita ok? Beh esco alla quarta ora, però vengo comunque a prenderti my darling > dice baciandomi teneramente.
Scendiamo dall'auto e io lo saluto dicendo con tono irrisorio < A dopo Prof >
Ci incamminiano verso il cancello, Gaetano è rimasto indietro, sta prendendo dei documenti nell'auto.
< Ragazze buongiorno > ci dice il prof di Filosofia
< 'Giorno Prof > diciamo insieme io e Monica.
Il prof ci sorride e aumenta il passo.
< È davvero simpatico quel prof, vero Claudia?  >
< Sì, è davvero bravo, spiega molto bene e le sue battute sono le migliori. > dico io
Arriviamo in classe e guarda caso alla prima ora c'è Gaetano. Durante la lezione Gaetano ha lo sguardo quasi assente, o meglio assente con me, evita di guardarmi, altrimenti inizierebbe a sorridere e gli altri alunni lo prenderebbero per pazzo.
La campanella delle 09:30 è suonata, e questo significa che Gaetano va in un'altra quinta, alla terza ora però ritorna qui..
Arriva il prof di Filosofia
< Buongiorno ragazzi > ci dice con voce roca. Sembra arrabbiato.
< Prendete il libro, e andate immediatamente alla pagina 579, non abbiamo tempo da perdere su >
Dopo un quarto d'ora sento chiamarmi
< Mazzini! >
< Si prof?  >
< Va' in sala prof e nel mio armadietto prendi in volume azzurro, le chiavi sono vicine. Velocemente su! >
< Ok prof > dico intimorita.
È strano, non si è mai comportato così, vuole molto bene a noi alunni, ma non capisco il perché di quel tono così duro. Forse è arrabbiato per fatti suoi, ma non importa, capita a tutti di essere arrabbiati.
Apro il suo armadietto e mi piego per cercare il libro blu. Continuo a rovistare ma non c'è, ci sono libri di tanti di quei colori da poter fare un arcobaleno, ma il blu non c'è.
Sento la porta chiudersi, continuo a cercare, ce n'è uno ma è azzurro, forse è questo quello che cerca.
È faticoso stare piegata, sento la pancia ostacolare i miei movimenti.
All'improvviso sento una mano sulla schiena.
Mi volto di scatto, quasi contenta, di sicuro è Gaetano.
No. È il professore di Filosofia.
< Ah prof, è lei.. ho trovato solo questo libro qui, però è azzurro. Va bene comunque?  > chiedo un po'dispiaciuta, pensavo fosse Gaetano, o meglio, me lo auguravo.
< Si, sono io.. ti dispiace?  >
< No no Prof... assolutamente > dico ridacchiando, voglio mostrarmi serena.
Siamo  faccia a faccia, lui si avvicina a me e mi sfiora le labbra con le dita.  Mi sposto. Non voglio mi tocchi.
< PROF! MA COSA FA? > dico, mi alllontano ma lui mi blocca afferrandomi il polso.
< Ehi, che c'è puttanella? Secondo te sono talmente stupido da non accorgermi che tu e quel fusto di Niccoli avete una relazione.. cos' è?  Eh? Non parli?  Come funziona? Tu gliela dai e lui ti alza i voti? Possiamo farlo anche noi.. > dice sorridendo con quei denti storti e alitando, il suo fiato è disgustoso.
Non so come, ma d'istinto con la mano destra gli mollo un ceffone. Ceffone così forte da fargli girare il volto dall'altra parte.
Sulla guancia ha il segno della mia mano. È rosso dalla rabbia. Sono immobile, sono allibita, non só cosa dirgli.  Mi.avvio alla porta, ma lui mi mette una mano sulla bocca. Inizio a dimenarmi, a mugolare. Provo a mordergli la mano,ma non ci riesco, la sua bocca mi sta bloccando troppo l'apertura delle labbra.
< Ferma Claudia,ferma.. voglio solo divertirmi un pochino.  Sono due anni che ti desidero. Che ti sogno. Penso sempre a te, dei miei sogni erotoci tu sei la protagonista. Devi andarne fiera > dice mettendomi una mano sul sedere.
Vorrei difendermi. Ma non posso, non ci riesco. E poi, ho paura che possa colpirmi la pancia.
Voglio urlare. Se togliesse quella lurida mano dalla mia bocca sarebbe meglio.
Mi blocca vicino al muro, il suo peso mi schiaccia, ho le braccia dietro la schiena. Non riesco a toglierle.
La sua mano sinistra è ancora sulla mia bocca. Sento le lacrime scendermi
< Ferma,dai.. ci divertiremo un pochino > dice sorridendo, un sorriso perfido.
Avvicina la sua bocca al mio collo, mi bacia. Non riesco a muovermi.
Una mano mi sta stringendo forte il seno. È doloroso. Voglio solo che venga qualcuno a liberarmi da questo maniaco.
Mi sbottona la camicia e alza le coppe del reggiseno. Stringe forte i capezzoli tra le sue dita.
Non ne posso più.  Ora basta!  Alzo un ginocchio e gli dò una sferzata tra le gambe. Si piega in due per il dolore, lasciando la presa si di me.
Corro verso la porta. È chiusa a chiave. Sto tremando troppo, non riesco ad aprirla.
Sento quel verme lamentarsi. Faccio girare la chiave, finalmente. Apro la porta, ma sento tirarmi per il braccio.
< Dove credi di andare? Pensi che verrà il tuo bel professore a salvarti?  Noooo! Non lo farà >
< FERMO CON QUELLE MANI!  > urlo sentendo una sua mano sull'inguine.
La porta si apre di colpo. È il bidello. < COSA? COSA STA SUCCEDENDO QUA? > sbraita, mi viene incontro, cercando di liberarmi ma si becca un pugno dritto sul naso.
Sento qualcuno correre. Spero che qualcuno mi tolga dalle braccia di questo schifoso che ancora si fa chiamare professore.
È Gaetano. ALLELUJIAH.
< COSA STAI FACENDO? > urla, ci viene incontro e molla un pugno allo schifoso.
Lui cade a terra, con una mano sul naso che gronda sangue.
< BRUTTO STRONZO! COSA LE HAI FATTO? EH? MANIACO! >  urla, gli dà un calcio agli stinchi.
Lo fermo, lo tiro per un braccio
< NO GAETANO NO! FERMO >
Mi guarda. È arrabbiatissimo. Ha gli occhi rossi, sembrano iniettati di sangue.
Mi guarda. La prima cosa che fà è abbracciarmi.
< Cosa ti ha fatto Claudia?  Cosa ti ha fatto quello stronzo eh amore mio? >
< Nulla nulla, mi sono difesa appena in tempo > dico singhiozzando
< Cosa è successo qui? > urla la preside.  Mi volto verso di lei. Mi guarda allibita.
< Professore!  COSA LE HA FATTO?  >
< Io nulla, deve prendersela con quello stronzo lì a terra! > dice Gaetano infastidito, come poteva pensare la Preside che era opera di Gaetano? Lui mi ama.
La preside lo guarda indignata, con disprezzo
< Chiamo IMMEDIATAMENTE i carabinieri. Mi sembra ovvio cosa è successo. Ma non si vergogna?  È una ragazza! >
Mi viene vicino e mi abbraccia
< Tutto bene Claudia?  Ti ha fatto qualcosa?  >
< No no, per fortuna no,sono riuscita a difendermi >
Lei mi accarezza il volto e mi sorride.  Sta piangendo. Anche la nostra preside ha dei sentimenti.
Mi guarda.
< Sicura che non ti ha fatto nulla? >
Mi chiede, poi mi abbassa il reggiseno. Bella figura. S'intravedevano i capezzoli.
Scuoto la testa.
< Va bene, vado a chiamare i carabinieri.Non la farà franca >
Dice andando fuori.
Gaetano mi abbraccia, e mi accarezza la schiena, cullandomi un po'.
Piango sulla sua spalla.
Fuori c'è una montagna di gente. Avranno sentito le urla.
Tra la massa distinguo Monica.
Corre verso di noi. Mi stacco da Gaetano e l'abbraccio.
< Claudia, ma cos' erano quelle urla? >
Le indico lo schifoso, ancora sdraiato a terra, forse è svenuto.
< Cosa ti ha fatto? >
< Nulla nulla > dico singhiozzando
< HA CERCATO DI VIOLENTARLA! > sbraita Gaetano
< BASTARDO! >  dice avvicinandosi a lui. Gli sputa addosso infuriata.
La preside ritorna in sala prof e dice alla massa lì fuori di tornare in classe.
< I carabinieri stanno per arrivare >
Ci sediamo tutti intorno al tavolo, Gaetano mi prende tra le sue braccia e mi culla baciandomi la fronte.
È così bello stare tra le sue braccia, mi sento protetta. Mi passa una mano sulla pancia accarezzandola.

Scuoto la testa.
< Menomale, non so cosa avrei fatto se fosse successo qualcosa a nostro figlio >
Mi asciuga le lacrime con le dita e continua a cullarmi...

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