Passare l'ora di psicologia seduta senza fare nulla non è molto bello, dal momento che il vecchio professore è andato via. Lana, una compagna di corso, mi parla quando la porta si apre di colpo. Entra un uomo alto, biondo, con un completo grigio e una camicia azzurra.
"Buongiorno ragazzi, sono il professor Horan: nuovo docente di psicologia." Dice distintamente.
Salutiamo il professore, che inizia a fare subito il suo discorso sulla mente umana. Sono cose fatte in passato con il vecchio professore, ma sempre interessanti da ascoltare.
Durante la lezione, mi vibra il telefono più volte. Cerco di ignorarlo, stando attenta alla lezione ma arrivo ad un certo punto in cui chiedo di andare in bagno solo per guardare.Da: Sconosciuto
Bellissima, buongiorno.
Questa uniforme ti sta d'incanto xxDa: Sconosciuto
Non ce la faccio più, vediamoci oggi al Green Park alle 17:00.
Non ritardare xxDio santo... cosa faccio?
Scoppio in un pianto isterico, perché proprio me?! Non ho fatto niente di male nella mia misera vita, anzi ho solo avuto disgrazie. La morte di mia mamma, il cancro di mia nonna, il trasferimento di mio papà ad Amsterdam per due anni della mia vita.. non penso di essere una ragazza che possa dare molto."Signorina Dempsey", la voce della bidella mi richiama. "Tutto a posto? Come sta?"
"Ohw..ehm..bene, solo mal di pancia", invento velocemente.
Mi sistemo velocemente, asciugando le guance ed esco velocemente dal bagno salutando con un falso sorriso la bidella. Torno in classe, sedendomi nel banco silenziosamente aspettando la fine della giornata.
[...]
L'ora di storia passa subito, mi alzo al suono della campana per raccogliere le mie cose e recarmi alla macchinetta. Come sempre, il mio stomaco brontola, indecisa su cosa prendere, poggio un dito sul mio mento. Ero così tanto assorta nel decidere che barretta prendere che non mi sono accorta di una persona accanto a me.
"Harry." Sussurro.
"Meredith."
Penso di poter morire.
"Che ci fai qui?" Chiedo.
"Eravamo rimasti che alle quattro mi avresti trovato qui." Sorride leggermente. "Hai fame?" Chiede.
Annuisco e subito lo guardo. "Vieni."
Mi afferra la mano mentre ci dirigiamo nello spaziale della scuola e subito fuori. Ci dirigiamo verso il suo Range Rover e mi apre lo sportello sorridendomi. Salgo e dopo poco sale anche lui. Dopo aver messo in moto e dopo aver guardato fuori per 10 minuti, mi volto verso Harry.
"Dove stiamo andando?" Chiedo.
"Avevi fame no? Stiamo andando a mangiare."
Annuisco più a me che a lui e mi immergo nel mio silenzio. È da tanto che mio papà non mi viene a prendere a scuola, che magari passiamo una giornata insieme.. mi manca, direi. Da quando mia mamma è morta, nessuno di noi due aveva fatto più le stesse cose. Avevamo perso le nostre abitudini, i nostri modi di fare e non uscivamo più insieme.
Mi distraggo dai miei stessi pensieri, guardando fuori. I palazzi e le strade viaggiano al nostro fianco quando Harry svolta a destra, entrando in un parcheggio."McDonald's? Davvero?"
"Perché? Cos'ha il McDonald's che non va?" Mi guarda con uno sguardo serio.
Rido lasciando cadere il silenzio tra di noi, per l'ennesima volta.
Harry's Pov.
Meredith è immersa nei suoi pensieri mentre guido, ma la cosa sembra cambiare quando entro nel posteggio del McDonald's. Ride.
"McDonald's? Davvero?" Chiede sorridendo.
"Perché? Cos'ha un McDonald's che non va?" Chiedo guardandola seriamente.
Scuote la testa ridendo leggermente e solo lì noto quanto siano rosse e carnose le sue labbra.
Andiamo Harry, davvero? Mi deride la mia coscienza. La conosci da poco, figlia del tuo capo e anche minorenne.
Sbuffo piano, volendo uccidere la mia stessa coscienza.
Okay, magari ha qualche anno in meno dei miei, va ancora al liceo, non ha un lavoro e una casa sua; ma che ci fa? Ho avuto storie da una notte, storie da settimane e anche storia di anni; ma solo una fu la più lunga. Margaret, donna dai trent'anni che credevo di amare, donna che distrusse il mio rapporto con..."Harry?"
"Si?" Mi giro verso Meredith.
"Che facciamo allora?" Chiede.
Solo ora noto di aver parcheggiato la macchina nel retro dell'edificio, aver spento il motore ma essere ancora dentro l'auto. Apro lo sportello e scendo, dirigendomi verso lo sportello di Meredith. Glielo apro e sorrido nel modo in cui saltella giù.
"Andiamo." Le prendo la mano guidandola verso l'entrata.
Meredith's Pov.
Harry mi guida dentro il locale, sedendoci in un tavolinetto vicino alla finestra. Un cameriere si avvicina al nostro tavolo."Salve, sono Erik. Cosa posso portarvi?" Chiede sorridendo gentilmente.
"Uhm... io prendo un Chicken McNuggets, una coca cola media e le patatine." Dico guardando Harry, intento nel sfogliare il menù.
"Io prendo un Big Mac, una coca cola grande e un'insalata."
Il cameriere prende le nostre ordinazioni e va via.
Harry prende il discorso "scuola", nell'esatto momento in cui torna Erik con i nostri piatti, raccontandomi di come la saltava o difendeva i ragazzi più deboli."Ti facevo uno di quelli che li disturbasse, non difendesse." Dico sorridendo e masticando un Nuggets.
"Ahi! Questo fa male." Solleva l'angolo delle sue labbra, mentre addenta il suo Big Mac e una patatina.
Apro la bocca per ribattere, ma lo squillo del mio telefono mi blocca. Lo prendo dalla tasca dello zaino, rispondendo senza guardare chi chiama.
"Pronto?"
"Hai preferito andare con lui che incontrare me, te ne farò pentire Meredith."
Non ho il tempo di rispondere che subito la chiamata si stacca. Chi era? Che voleva da me? Non mi accorgo di star piangendo, fin quando Harry non mi asciuga una lacrima sul viso. Mi ero dimenticata di lui.
E ora?
***
Non ho scuse per aver aggiornato dopo quattro giorni, mi dispiace tanto; il capitolo è anche brutto e corto. Solo che l'estate porta via tanto tempo e non ho trovato nemmeno cinque minuti per aggiornare. Scusatemi anche per l'orario.
Spero il capitolo vi soddisfi, vi chiedo ancora perdono se trovate qualche errore.
Buonanotte xxAl prossimo capitolo,
G xxREVISIONATO IL: 7 LUGLIO 2018
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the bodyguard. |h.s|
FanfictionIN REVISIONE "Ti prego, salvami tu.." dissi con le lacrime agli occhi. "Lo farò, non temere." mi strinse a sè in un abbraccio poggiando le sue labbra sulla mia fronte. - Lei. Una ragazzina di 17 anni che, per via del padre, si trova in una situazion...