27.

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Harry's Pov.
Esco dalla piccola doccia, sospirando fortemente. Stare per più di 20 minuti chiuso lì dentro non è una cosa che mi rilassare, il ticchettìo dell'acqua mi da su i nervi. La stanza accanto al bagno è particolarmente silenziosa, segno che Meredith sta dormendo.

Apro la piccola finestra del bagno per far sì che possa entrare un po' d'aria. Mentre aspetto che si spannino i vetri, mi asciugo e mi infilo un paio di boxer neri, un pantalone e una maglietta a maniche corte. Tolgo l'acqua dai capelli con una tovaglia, lasciandoli bagnati, ed esco dal bagno. Meredith è rannicchiata sotto una coperta all'apparenza leggera, la camera è tremendamente fredda. Mi avvicino al termostato, alzando di poco la temperatura in modo che possa dormire tranquillamente.
Mi avvicino a lei, coprendola con un'altra coperta rossa. Si muove leggermente, aprendo piano gli occhi.

"Che ore sono?"

La sua voce è bassa, dolce. Impastata col sonno, e non c'è cosa più bella al mondo.

"Sono le undici quasi, dormi. Faccio una cosa e torno." Sussurro.

Le bacio la fronte e, mentre lei chiude gli occhi di nuovo, mi allontano per prendere il pc dell'hotel e accenderlo.
Una volta acceso, prendo la penna elettronica che avevo estratto qualche giorno fa dal dispositivo dell'auto e la connetto al pc.

"Organizzazione Dempsey E."

Clicco sul file, subito mi si apre una pagina. Sembra una di quelle chat istantanee del cazzo: opera di Louis.

-Harry? Cazzo sei tu?-

Non rispondo, subito dopo il mio iPhone inizia a vibrare. Lo afferro velocemente senza rispondere: ID sconosciuto.

-Louis?-

-Sì, dio sì! Amico dove siete? Abbiamo avuto paura assurda, Ron non smetteva di rompere i coglioni.-

-Ringrazio dio che quell'uomo ti adora Louis, davvero.
Siamo in un albergo sulla periferia di un paesino del cazzo sperduto, sud ovest America. Quali sono i prossimi passi?-

-Allora... ti mando in allegato due biglietti per Londra, dovete tornare subito. Ron ha bisogno di vedere Meredith, è tornato dall'italia una settimana fa. Affitta una macchina del paese, arriva all'aeroporto e prendi il primo volo per arrivare qui. Ci sarà una nostra macchina ad aspettarti, sai dove vederci.-

-Solo questo?-

-Sì, cancella la chat e pulisci la memoria del pc, non deve restare nulla. Ciao.-

Sbuffo sonoramente, faccio quello che ha detto Louis e tolgo la penna. Spengo il pc poggiandolo su un tavolinetto. Controllo Meredith un'ultima volta prima di uscire dalla stanza e chiudere la porta piano. Percorro il lungo corridoio, ritrovandomi subito nella "hall". Al balcone, c'è sempre quel ragazzo quando siamo arrivati. Mi avvicino, poggiando i gomiti sulla lastra.

"Ciao." Dico.

"Salve. Cosa vuole?"

Ghigno, mettendo su una faccia da perfetto stronzo. "Vorrei due cartine geografiche, dell'Inghilterra e dell'America del sud. In più due pennelli rossi e blu e un caffè alla 57B."

"Vuole colorare a quest'ora?" Chiede quasi ridendo.

Mi faccio subito serio, guardando l'orario: le 23:57.

"Vuoi farti spaccare il naso e chiamare la polizia a quest'ora? Muoviti."

Mi giro, dandogli le spalle mentre aspetto che procuri queste cose. Una volta che ho le cose in mano, me ne torno in camera. Chiudo la porta, guardo Meredith sul letto e torno a sedermi sul tavolo della "cucina". Apro la carta dell'Inghilterra, iniziando a cercare i luoghi dove ci sono stati più attacchi al mio SUV e di conseguenza a Meredith. Una volta finito, noto che sono molti. Passo alla seconda carta, facendo lo stesso lavoro per ogni posto dove siamo stati e segno quante volte è successo.
L'ultima volta che guardo l'orologio sono le 3:17 ma ho troppo sonno per raggiungere il letto, così mi addormento sul tavolo senza rendermene conto.

Meredith's Pov.
Quando apro i miei occhi mi accorgo che sono le otto passate da poco. Ieri sera, o meglio tardo pomeriggio, mi sono addormentata senza capire più niente.
Mi guardo intorno senza trovare Harry, così decido di alzarmi. Sento freddo dal momento che ho dormito solo con l'intimo. Mi vesto con i miei jeans strappati e infilo il meglio senza niente sotto. Giro per il piccolo "appartamento" fermandomi alla magnifica vista che mi ritrovo: Harry è coricato a metà sul "tavolo", le braccia strette intorno alla sua testa, respira lentamente e le sue labbra sono leggermente dischiuse. Sorrido alla vista, decidendo di prendere la colazione.
Infilo le mie Vans rovinate e mi dirigo fuori dalla stanza senza fare rumore. Arrivata alla "hall", trovo un ragazzo che avrà poco più di 30 anni.

"Salve." Dico in modo educato.

"Salve." Ammicca osservandomi. "Posso esserti d'aiuto?"

"Uhm.." vacillo leggermente. "Sì, vorrei qualcosa da mangiare alla 57B. Vanno bene anche due caffè e due cornetti alla marmellata."

Gira velocemente attraverso il bancone e me lo ritrovo a poco più di qualche centimetro.

"Come ti chiami, dolcezza?"

"M-meredith.."

Cerco di allontanarmi, ma subito mi si piazza davanti.

"Dove vai?"

"Dal suo ragazzo."

Guardo dietro la sua spalla, tralasciando un respiro quando intravedo Harry, molto arrabbiato, nel suo maglione spiegazzato.
Lo raggiungo velocemente quando mi tende una mano.

"E porta subito quel che ti ha chiesto la ragazza, spreco."

Nel giro di qualche secondo siamo in camera. Tengo le mani sul mio petto, cercando di calmarmi. Da quando sono con Harry, sembra che solo lui può salvarmi. Da tutto.

"Ehi, tutto bene?" Chiede avvicinandosi.

"Sì.." sussurro.

Sorride, alzandomi il viso con un dito e osserva il mio viso mentre io osservo il suo. Le sue labbra sono qualcosa di perfetto, così come il suo naso e il taglio dei suoi occhi. Il verde che mostrano è qualcosa che ti lascia senza fiato, può essere penetrante, può renderti forte, sicura o debole e spoglia di fronte a chiunque.
Lo guardo negli occhi, che chiude poco prima di poggiare le sue labbra sulle mie. Un bacio semplice e dolce ma che racchiude tutto quello che prova, qualsiasi cosa si sia sviluppato nell'arco di questi mesi. Sono esattamente sei mesi e sono sicura che ce ne saranno molti altri.

Si stacca dalle mie labbra di poco, tanto che quando parla sento il suo fiato.

"Abbiamo un volo che ci aspetta." Dice.

"Cosa?" Mi allontano leggermente. "Che significa?"

"Stanotte ho lavorato mentre tu dormivi, infatti mi sono addormentato sul tavolo, se così si può chiamare." Ridacchia. "Abbiamo due biglietti per Londra, si torna a casa."

Sorrido istintivamente, salto in braccio ad Harry mentre lo abbraccio forte. So che non tornerò casa per sempre, ma dare solo un abbraccio a mio padre o anche solo a Maddie, mi farà sentire a casa. Anche se... stare con Harry, per me, è casa.
Harry ride, baciandomi la testa quando l'unica cosa che riesco a fare è dirgli un semplice "Grazie".




***
Ecco per voi un altro capitolo!
Non avrei dovuto pubblicare perché mancano ancora 1 voto e tutti i commenti, ma l'ho fatto perché per un po' non potrò continuare. Spero che, al mio ritorno, troverò qualche voto in più.

Buona lettura. ❤

Al prossimo capitolo,
G xx

the bodyguard. |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora