16.

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I giorni passano in fretta in compagnia di Harry. I momenti sono sia positivi che negativi. Non ho il permesso di andare in bagno nemmeno da sola, non ho il permesso di chiamare mio padre.
L'ho pensato molto... ho pensato anche a Christina. Chissà adesso dove si trova..se ha altre amiche..se in questa scuola c'è qualcuno che la disturba.. si saprebbe difendere ovvio ma.. mi manca, dannazione.

Guardo Harry. Il suo profilo sembra scolpito dal più bravo artista al mondo.
I suoi occhi, coperti dagli occhiali da sole neri, sono rivolti sulla strada da quando siamo partiti dal nostro motel. La sua mascella è morbida, le sue labbra leggermente separate per permettere a piccoli sbuffi di uscire da lì dentro. Sembra annoiato, dal momento che siamo fermi nel traffico da più di 10 minuti. Abbiamo continuato a girare in motel italiani ancora per qualche giorno; fin quando, stamattina, Harry ha deciso di partire.

"Allora.." dico.

"Allora, niente." Risponde sbuffando. "Mi chiedo da dove diavolo gli sia venuta l'idea a quel coglione di Louis di prenotare un volo per l'Italia. C'era l'America, l'Austria."

"Dai non fare così." Gli poggio una mano sulla spalla. "Ormai siamo qui, cosa ne vale la pena arrabbiarsi così tanto? Stiamo anche andando via!" Sorrido per smorzare la tensione.

"Okay." Sbuffa, con un leggero sorriso.

"Prenderemo il volo per l'America oggi pomeriggio. Arriveremo nel giro di un paio d'ore. Dopodiché ci ospiterà un mio amico." Dice osservandomi.

"Okay."

Guarda davanti a sé, sussurrando un "Sì cazzo!" dal momento che le macchine stanno iniziando a muoversi. Rido per la sua poca pazienza, accendendo la radio.

Harry's Pov.

Guidare per ore, altre ore di aereo, un'ora per arrivare da Marcus, il fuso orario..il cervello mi sta scoppiando.
Meredith si è addormentata quando ha toccato il letto in cui dormirà, io sono nel salotto con Marcus a parlare. La sua casa non è cambiata per niente, ricordo ancora tutte le feste e tutto l'alcool bevuto qui dentro.

"Allora,-" spunta Marcus dalla cucina portandomi un bicchiere con del liquore. "È la figlia di Rob?"

"Già." Rispondo bevendo un sorso dal mio bicchiere.

"E.."

"E niente, ha diciassette anni cazzone. Cosa ti sembrava?" Dico guardandolo.

"Wow.. con quel fisico.." chiude gli occhi, immaginandosela. "Quelle labbra.. e quegli occhi da cerbiatto.. dio ragazzo, sembra una donna."

"Lo è." Dico guardando il mio bicchiere con la mascella tesa. "Non per forza tutte le donne sexy devono portare vestiti succinti e rossetto rosso."

Lo guardo, trovandolo ad osservarmi.

"Basta anche una felpa e dei jeans."

"Harry.. non sembri nemmeno tu!" Ride forte.

"Sta zitto." Gli dico tirandogli una palla di carta. "Sta dormendo, è stanca."

"Harry." Mi richiama.

"Che c'è?"

Mi guarda, come se volesse studiarmi.
Marcus è un cazzone ma il suo pregio, e difetto a volte, è che sa leggerti dentro anche quando tu non parli. Gli basta guardarti negli occhi.

"Ti piace?"

Cosa?

"Cosa? No." Rido nervosamente. "Cioè è una bella donna, ma non mi piace in quel senso."

"Harry, con me devi essere sincero."

"Fanculo." Mormoro.

Bevo l'ultimo sorso di liquore, alzandomi e lasciandolo solo in cucina. Cammino per il corridoio come se fossi a casa mia, arrivando in camera mia. Mi spoglio, lasciando i vestiti a terra e indosso il sotto di una tuta grigio e una maglietta nera. Mi corico, guardando il tetto.
Passerò un'altra notte insonne, tutto questo per le domande del cazzo che fa Marcus. Lo odio quando fa così.
Mi piace Meredith? Beh, è una bella ragazza. Ma bella tanto quanto rompi palle. Non so Christina come la sopportava o come la sopporta chiunque altro. Passano sì e no due o tre ore quando sento delle urla. Mi alzo di scatto andando alla fonte. Apro la porta trovando Meredith che urla nel sonno. Mi avvicino velocemente, inginocchiandomi accanto a lei e la scuoto.

"Meredith."

"Meredith sveglia."

Apre gli occhi di scatto, la paura dentro essi, il suo respiro è veloce ed affannato.
Mi stringe il braccio riprendendo aria.

"Vuoi dell'acqua?" Chiedo.

Scuote la testa, resto lì per qualche minuto quando poi mi alzo, intenzionato a tornare in camera dal momento che sono le tre di notte. Meredith afferra la mia maglietta da dietro, tirandomi.
La guardo, interrogativo.

"Potresti.." inizia distogliendo lo sguardo. "Potresti restare qui?"

Sorrido leggermente, alzando le coperte e coricandomi quando mi fa spazio. Incrocio le dita dietro la mia testa, mentre lei si mette su un fianco e mi guarda. Tiene le coperte strette nelle sue mani. Si vergogna.

"Avvicinati."

Parlo prima ancora di rendermi conto cosa ho detto. Lei sembra paralizzata ma poco dopo si avvicina. Poggia la testa sul mio petto, le sue ginocchia sfiorano le mie gambe. È bassa, davvero.

"Sembri un piccolo tappo di sughero." Rido piano. "Tipo quelli delle bottiglie di champagne."

"Sei tu che sei troppo alto." Ride con me.

"O forse sei tu che ti manca mezza gamba." Dico.

"No, sei tu che hai preso il mio pezzo di gamba aggiungendolo già alle tue."

Rido per la sua frase. Sento che ride sul mio petto.
Potremmo anche svegliare Marcus, ma non mi importa.

Il suono della sua risata è il più bello che abbia mai sentito.

Meredith's Pov.

Un rumore forte mi sveglia, apro gli occhi nel buio. Le finestre sono tutte chiuse così come le tende. Cerco di muovermi ma qualcosa mi blocca. Abbasso lo sguardo, notando un braccio. Anzi, il braccio.
Adesso ricordo.. l'incubo di ieri sera mi ha svegliata. L'uomo che mi ha rapita nella "mia" stessa casa ha invaso i miei sogni trasformandoli in incubi dove abusava di me. Harry sarà corso sicuramente qui. Ricordo qualche pezzo di quel poco che siamo rimasti svegli, mentre lui rideva di me per la mia "altezza". Non c'è niente di male nel metro e cinquantadue, non per me almeno.
Harry è steso a pancia sotto, i suoi capelli sono sparsi sul cuscino e la sua bocca è leggermente socchiusa. La coperta sul mio corpo non c'è più dal momento che se l'è tirata tutta, ma c'è il calore del suo corpo a tenermi calda.
Andiamo Meredith, a che diavolo pensi? Mi deride la mia vocina.
A cosa penso? Non lo so. È come se fosse normale per me pensare cose del genere. Un'altra ragazza si preoccuperebbe di chiamare il padre per dirle che è viva, della scuola che NON frequenta da settimane ormai. Cosa penseranno di me i professori? I miei compagni? Oddio.
Sbuffo leggermente, tossendo. Harry grugnisce girandosi e ritirando il braccio. Poco dopo riprende il respiro normale.
Sta ancora dormendo.
Mi alzo lentamente sedendomi sul letto, arrossendo al pensiero che ho davvero dormito con lui. Okay, non è la prima volta, ma è stato diverso. Sembrava più dolce, e anche teso.

"Te ne vai?"

Mi giro. Harry è sul fianco sinistro che mi guarda con un occhio chiuso e uno aperto, con un leggero sorriso sulle labbra.
Mi corico di nuovo, sul mio fianco destro proprio di fronte a lui sorridendo.

"No, non stavo andando via."

"Menomale, mi sarei preoccupato se tu fossi andata via così."

Il mio cuore esplode di felicità alle sue parole.

***
Guten Tag!
Eccomi qui, con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia davvero! Non mi allungo per molto.
Volevo solo ringraziarvi ancora per le 1,29k; i voti e i commenti.
Vi ringrazio! E mi scuso per il ritardo.

Al prossimo capitolo,
G xx

the bodyguard. |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora