13.

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"Adesso siamo io e te piccola."

Le sue parole rimbombano nella mia testa, sono entrata nel panico più totale. Le corde intorno ai miei polsi e ai miei piedi impediscono di muovermi, le lacrime solcano i miei occhi da più di un'ora. Sono chiusa nello scantinato della casa e, nemmeno sapevo esistesse, ho solo una piccola lampadina a farmi luce. Dopo che mi ha tappato la bocca, mi ha messo le corde e sono stata trascinata qui sotto.
Non mi ha violentata, ha solo sfiorato il mio seno con le sue luride mani. Ho il volto rigato da lacrime e un enorme chiazza rossa per via di due schiaffi.
Non ho niente con me, non torna da un'ora, penso sia andato via.

Ma io, adesso, come mi libero?

Harry's Pov.

Questo posto è davvero una merda, nemmeno so dove cazzo ci troviamo. Louis ha detto di fidarmi di lui e, essendo mio migliore amico, mi sono fidato.
Lui è in pista a ballare con Christina, Niall è sicuramente a rimorchiare e io sono qui, al bancone, con un bicchiere di vodka in mano.
Lascio il bicchiere, recandomi fuori. Prendo il telefono dalla tasca, componendo il numero di Meredith. Squilla, ma non risponde. Riprovo altre due volte, prima di farmi prendere dal panico. Non ho tempo di avvisare i ragazzi, salgo in macchina mettendomi in autostrada. Sfreccio per la strada superando le macchine nelle corsie, in 10 minuti sono a casa. La luce della cucina è accesa, la porta socchiusa. Entro velocemente col fiatone, la cucina è un disastro. La cerco nel salotto ma trovandolo vuoto salgo in camera da letto. Controllo tutto: camere, bagni, biblioteca, ma niente. In terrazzo non c'è.

Lo scantinato.
Scendo al piano di sotto velocemente, estraggo la pistola dall'ultimo cassetto di un mobile in salotto e apro la porta. La luce è accesa, scendo lentamente trovandola all'angolo con polsi, piedi legati e bocca tappata da nastro adesivo. Il suo viso è rosso insieme agli occhi.
Si lamenta appena mi vede, poso la pistola dietro i miei pantaloni.

"Ssh, tranquilla ci sono io, adesso togliamo il nastro."

Piange ancora, le strappo in un gesto brusco il nastro, facendola lamentare.

"Mi dispiace, tantissimo." Le dico dolcemente.

La prendo in braccio, salgo le scale lentamente riponendola sul divano. Prendo il coltellino da tasca, tagliando le corde, senza perdere tempo mi stringe forte. L'abbraccio anche io, cercando di tranquillizzarla.

"Ti prego, salvami tu.." dice sussurrando con le lacrime agli occhi e guardandomi.

"Non temere, lo farò." Le dico stringendola più forte a me e poggiando le mie labbra sulla sua fronte.

Ho promesso a suo padre di proteggerla, e così farò. A costo della mia stessa vita.

[...]

Meredith's Pov.

Devo la mia vita ad Harry. Se sono qui, alle 3 del mattino, devo dirgli grazie. Non so come avrei fatto se lui non ci fosse stato.
Sono seduta nel divano, ho fatto una doccia per calmarmi mentre Harry mi ha preparato un the.
Ho pensato molto. Ho pensato alle persone che ho rischiato di perdere. Ho pensato a mio padre; a quell'uomo che tanto amo e che darebbe la vita per sua figlia. Ho pensato a Christina; quella sorella che ho sempre desiderato, che non ho mai avuto, ma che ho trovato all'età di sette anni. Ho pensato ai miei compagni di corso; quelle persone con cui condivido la maggior parte del tempo e che, pur non volendo, mi sono affezionata lo stesso. Ho pensato a mia mamma; quella donna che mi è stata strappata via alla tenera età di cinque anni. Ho pensato a Liam, che in questo mese per me c'è sempre stato. Ho pensato a Louis, Niall e Zayn e le loro risate. A tutte quelle battute e quelle prese in giro amichevolmente. Ho pensato a Harry. A questo mese passato insieme, sotto la sua supervisione, ai sorrisi e alle risate. Alle battute, ai pranzi e alle cene al McDonald's. Alle risate con mio padre quando mi raccontava inediti su di lui.
Ho pensato. E ho avuto paura di perdere quello che avevo.

Harry è fuori da 15 minuti buoni, doveva parlare al telefono. Mi alzo dal divano, posando la tazza nel lavello.
Mi abbasso, sistemando le tovagliette uscite dai cassetti e iniziando a sistemare.
Harry rientra, guardandomi.

"Cosa fai?" Mi chiede.

"Qualcuno deve pur sistemare. Se non lo faccio io, i ragazzi sospetteranno."

"I ragazzi lo sanno."

Mi giro di scatto, lo osservo. Le sue labbra sono una linea dura, le sue sopracciglia aggrottate.

"Che vuol dire lo sanno?"

"Lavoriamo tutti per tuo padre. Niall è sottocopertura, Liam è il poliziotto buono, Zayn è una guardia come me e Louis lavora ai computer. Solo Christina non sa niente di questo." Dice sistemando le sedie, e raccogliendo i pezzi di vaso rimasto da terra.

"Cosa diavolo aspettavate a dirmelo?" Urlo dalla rabbia. "Dannazione, ho quasi perso la vita mentre voi eravate a divertirvi! Io ho rischiato di perd-"

"Sta zitta e smetti di urlare." Dice interrompendomi. "Adesso vado sopra, preparo i nostri bagagli e andiamo via. Tu non puoi restare ancora qui. Abbiamo un volo per le sei per l'italia."

"Cosa? E i ragazzi? Christina?" Chiedo incredula seguendolo per le scale.

"I ragazzi capiranno, glielo spiegherò io. Per quanto riguarda Christina, scrivi una lettera dove le inventi qualcosa. Tanto le tra qualche mese sarà via." Mi dice scomparendo nella sua stanza.

Che cosa? Ma che diavolo, adesso si origlia pure? Ma vaffanculo.
Entro in camera mia, prendo la valigia e inizio a riporre jeans, magliette, felpe, calze, reggiseni, maglioni, scarpe, tutto. Lascio fuori un jeans, un maglione nero, una sciarpa panna e le mie vans nere. Nel mio zaino nero metto un capello, dei guanti, portafogli, cellulare, cuffie e trucchi.
Mi cambio velocemente, attaccando i miei capelli in una coda abbastanza disordinata per la premura. Mi siedo nella scrivania e inizio a scrivere una lettera. Christina ha diritto a delle spiegazioni. 10 minuti dopo esco dalla stanza, trascinando la valigia anche per le scale e tenendo la lettera tra le mani. Harry è già giù e ha sistemato la cucina.

"Pronta?" Mi chiede.

"Sì,-" dico poggiando la lettera sul tavolo. "Ma mio padre?"

Harry apre la porta, mettendosi il suo cappotto nero. Mi passa il mio, prendendo le nostre valige.

"Avviseremo strada facendo."

Esce dalla porta, con me dietro di lui. Spengo le luci, chiudo la porta e salgo in macchina.

La persona che più mi mancherà è Christina.

***
Taadaaaaaa!!!!
Ecco il capitolo 13. Siccome siete stati bravi con tutti i capitoli precedenti, non vi ho voluto fare aspettare molto.
Allora, si può dire che da qui inizia la vera storia. Ci saranno più punti di vista di diversi personaggi che ancora non conosciamo, ma che conosceremo. Ci saranno anche molti posti che Harry e Meredith "visiteranno" per necessità.
Detto ciò, spero che i voti e i commenti saranno più alti dal momento che adesso entriamo nel bello della storia!

Mi chiedevo, ma un nome per shippare questi due? Marry? Heredith? Oddio rido ahahahahahahaha, fatemi sapere daiii

Vi lascio in pace adesso.
Peace and love.

Al prossimo capitolo,
G xx

the bodyguard. |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora